Il dossier Libia approda al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. A parlare dinnanzi ai rappresentanti dell’organo più importante del palazzo di vetro, è lo stesso Ghassan Salamé, inviato speciale dell’Onu in Libia. A pochi giorni dalla conferenza organizzata dall’Italia a Palermo, il titolare del dossier libico specifica punto dopo punto la linea dell’Onu ed il percorso che si intende far intraprendere nel paese nordafricano per giungere ad una pace. Una linea, quella delle Nazioni Unite, che appare molto più vicina alla politica italiana che alla strategia francese. 

“Elezioni soltanto nel 2019”

In primo luogo, tramonta definitivamente il “sogno francese” di tenere le elezioni il 10 dicembre prossimo. Il discorso di Salamé mette una pietra tombale su uno dei punti più importanti del piano del presidente francese Macron. Nei fatti già, in realtà, gli scontri di Tripoli e la situazione imperante in tutta la Libia l’idea di tenere consultazioni a dicembre appare tramontata da un pezzo. Ma che a certificarlo adesso sia l’alto rappresentante Onu per il dossier libico è un atto di formalizzazione utile a capire l’andazzo dei prossimi mesi. Il percorso che Salamé illustra ai membri del consiglio di sicurezza prevede tutta una serie di passaggi che appaiono propedeutici alle elezioni. In poche parole, a differenza della linea francese, l’Onu considera le future presidenziali libiche soltanto come un ultimo passo da compiere e non come condizione primaria per l’avvio della stabilizzazione del paese. 





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Le consultazioni da tenere in Libia, secondo Salamé, dovrebbero essere due: in primavera le parlamentari, in modo da unificare parlamento di Tobruck ed istituzioni della Tripolitania, solo successivamente e quindi forse nel dicembre 2019 si può parlare forse di elezioni presidenziali. Prima occorrono altri passaggi. In primo luogo, il piano dell’Onu prevede una conferenza nazionale in grado di racchiudere tutte le forze in campo. Dal governo di Al Serraj all’esercito di Haftar, passando per il parlamento di Tobruck, l’alto consiglio di Stato e le tribù più importanti della Libia. “Non una nuova istituzione, né la fusione di quelle già esistenti – specifica Salamé – Bensì una riunione in grado di portare in uno stesso punto attori politici e militari libici”. La grande conferenza nazionale, prevista nel prossimo mese di gennaio, dovrebbe mettere a punto quindi le linee programmatiche principali in grado di condurre la Libia all’unità: creazione esercito comune, disconoscimento delle milizie, governo transitorio di unità nazionale. Successivamente si potrebbe quindi fissare la data per le elezioni parlamentari. 

L’Onu più vicina all’Italia

Già nei giorni scorsi, durante una visita a Roma di Salamé, il rappresentante dell’Onu in Libia ha espresso apprezzamento e sostegno all’Italia per il vertice di Palermo. Lo stesso Salamé sarà in Sicilia il prossimo lunedì per l’apertura della due giorni del summit. Il piano da lui presentato al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite appare rafforzare l’asse tra l’Italia ed il palazzo di vetro. In primo luogo, il tramonto definitivo della possibilità di tenere elezioni il prossimo 10 dicembre è già un punto a favore della linea politica del nostro paese. Roma ha sempre rigettato l’idea di votare il prossimo mese e questo sia perchè tale circostanza avrebbe favorito la Francia di Macron e sia, di fatto, per le oggettive circostanze sul campo che rendono impossibile l’organizzazione di una consultazione. Su questo sembra esserci dunque piena sintonia tra l’Italia e l’alto rappresentante delle Nazioni Unite. 

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Ma anche lo stesso percorso teorizzato da Salamé appare in linea con le aspettative italiane sulla Libia. Anzi, il piano dell’Onu potrebbe dare un senso al vertice di Palermo. La prospettiva di una conferenza nazionale da tenere a gennaio, potrebbe vedere la luce durante il summit siciliano dove ad incontrarsi non saranno soltanto i leader principali ma anche rappresentanti di altre fazioni, altre tribù ed altri partiti politici. Inoltre Salamé al governo italiano ha portato l’assicurazione dell’ampio sostegno all’iniziativa guidata da Roma da parte del numero uno dell’Onu: “Il segretario Guterresafferma il rappresentante delle Nazioni Unite – dà pieno appoggio alla conferenza di Palermo”. Dal palazzo di vetro arriva quindi un sostegno ed un assist verso l’Italia sulla Libia. Il fatto stesso che il discorso al consiglio di sicurezza di Salamé si sia tenuto a quattro giorni dall’inizio del vertice siciliano, appare per l’appunto indicare una vicinanza politica tra la linea dell’Onu e quella italiana. 

Foto copertina: LaPresse/Palazzo Chigi/Filippo Attili

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