I fan del Presidente Usa Donald Trump e i conservatori di tutto il mondo emigrano da Facebook e Twitter verso altri lidi. La meta preferita è Parler, il social network libertario lanciato nel 2018 per difendere il free speech dalle sempre più rigide regole introdotte dai social “liberal” della Silicon Valley. Come riporta il Corriere della Sera, padrona di Parler è Rebekah Mercer, la miliardaria che in passato ha già finanziato iniziative editoriali conservatrici, comprese quelle della alt-right e di Steve Bannon, l’ex stratega della Casa Bianca. Con appena 30 dipendenti, Parler fatica moltissimo ad adeguarsi all’enorme aumento dei volumi di traffico. Nell’ultima settimana gli utenti sono raddoppiati, da 5 a 10 milioni: Parler è diventata la nuova casa dei fan pasdaran di Trump come Maria Bartiromo e Dan Bongino fino a trumpiani ortodossi come l’ex consigliere del Presidente Usa Sebastian Gorka, il commentatore conservatore Mark Levin o il deputato repubblicano Jim Jordan.

Che cos’è Parler

Rebekah Mercer, riporta la Cnn, è la figlia di Robert Mercer, già amministratore delegato di hedge fund e co-fondatore dell’ormai defunta società Cambridge Analytica, già al centro di numerose inchieste. I Mercer sono stati importanti sostenitori del presidente Donald Trump e delle cause conservatrici. “Abbiamo avviato Parler per fornire una piattaforma neutrale per la libertà di parola, come intendevano i nostri Padri fondatori, e anche per creare un ambiente di social media che protegga la privacy dei dati”, ha sottolineato Mercer in una dichiarazione. “La tirannia e l’arroganza sempre crescenti dei big della tecnologia richiedono che qualcuno guidi la lotta a favore della protezione della libertà di parola online. Quel qualcuno è Parler, un faro per tutti coloro che apprezzano la loro libertà, libertà di parola e privacy personale”. Parler, fondata nel 2018 da Mercer, John Matze e Jared Thomson, si definisce come “social media imparziale” e un luogo in cui le persone possono “parlare liberamente ed esprimersi apertamente senza timore di essere penalizzati per le proprie opinioni”. La piattaforma è diventata l’app gratuita più scaricata dall’App Store di Apple nel fine settimana dell’8 novembre. 

Chi sono i Mercer, padroni della piattaforma trumpiana

I Mercer sono importanti benefattori di gruppi conservatori, che vanno dal think tank della Heritage Foundation, dove Rebekah Mercer fa parte del consiglio di amministrazione, alle organizzazioni che hanno prodotto libri e film anti-Hillary-Clinton. Ma la famiglia è emersa nella politica nazionale nel ciclo elettorale del 2016 quando Robert Mercer, che ha aiutato a supervisionare il fondo speculativo di Renaissance Technologies, e sua moglie Diane, hanno donato più di 23 milioni di dollari a gruppi che hanno sostenuto candidati conservatori, secondo Center for Responsive Politics. In quelle elezioni, i Mercer hanno finanziato un super Pac che inizialmente ha sostenuto la candidatura del senatore del Texas Ted Cruz per la nomina presidenziale repubblicana prima di sostenere Donald Trump.
“Non ci saranno fact-checker. Non ti verrà detto cosa pensare e cosa dire. Un agente di polizia non ti arresterà se dici l’opinione sbagliata”, spiega a Forbes John Matze, uno dei fondatori di Parler. “Penso che sia tutto ciò che la gente vuole”. Libertà di parola e di espressione, oltre ogni limite, come non è più possibile – da tempo – su Facebook e Twitter, social media che da tempo si sono adeguati alle richieste dei democratici e del politicamente corretto. In effetti, sul social network finanziato dai Mercer, un misto fra Twitter e Instagram come funzionalità e interfaccia, si respira quell’aria di libertà che su Facebook e Twitter rappresenta un lontano ricordo. Qui un presidente degli Stati Uniti, in effetti, non rischia di essere censurato da qualche algoritmo.

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