Il professor Joseph Mifsud era in Italia dal 2017 al 2019, secondo le prove e le dichiarazioni delle persone coinvolte. Nello stesso periodo viaggiava liberamente in Europa. Ora però non sappiamo dove sia”. A parlare con InsideOver è l’avvocato svizzero-tedesco del docente maltese al centro del Russiagate, Stephan Claus Roh, nato in Germania e residente a Monaco, con studi a Zurigo, Londra Hong Kong e Berlino ed esperto fiscalista. Com’è noto, l’attenzione del Procuratore americano che indaga sulle origini del Russiagate, John Durham, e dell’Attorney General William Barr si focalizza sull’opaca condotta dell’Fbi e del Dipartimento di Giustizia e sul sospetto che le agenzie federali abbiano abusato dei loro poteri e agito in maniera illegittima nei confronti della campagna di Trump del 2016 allo scopo di “sabotare” l’elezione del tycoon in (probabile) collaborazione con i servizi segreti stranieri (Australia, Italia, Regno Unito).

Secondo i repubblicani, infatti, le indagini sulla presunta collusione fra la Campagna di Trump e la Russia erano solo pretesto “per aprire una massiccia operazione di spionaggio” sul candidato repubblicano alle elezioni presidenziali del 2016. Secondo gli inquirenti americani, Joseph Mifsud potrebbe aver avuto un ruolo chiave in questa incredibile spy story internazionale. Secondo la ricostruzione ufficiale, infatti, il docente affermò in un incontro dell’aprile 2016 a George Papadopoulos, consigliere della campagna di Trump, di aver appreso che il governo russo possedeva “materiale compromettente” (dirt) su Hillary Clinton “in forma di e-mail”. Papadopoulos avrebbe ripetuto tali informazioni all’Alto Commissario australiano a Londra, Alexander Downer, che a sua volte riferì tutto alle autorità americane. Da qui, il 31 luglio 2016, partirono le indagini dell’Fbi sui presunti collegamenti fra Trump e la Russia, accuse che in seguito si sono dimostrate false.

È dal 31 ottobre 2017 che del professore Joseph Mifsud non si ha ufficialmente traccia. Come ha successivamente stabilito un’inchiesta della Verità, il misterioso docente maltese della Link è rimasto nascosto per qualche mese ad Esanatoglia, nelle Marche, ospite di Alessandro Zampini, compagno di Vanna Fadini (Gem), società che gestisce tutti i servizi e paga gli stipendi ai dipendenti dell’Università capitolina. “L’ultimo contatto diretto con il Professor Mifsud lo abbiamo avuto alla fine del 2018. Indirettamente lo abbiamo sentito fino all’inizio del 2019” ci racconta Stephan Roh. Secondo le ultime ricostruzioni dei media americani, John Durham potrebbe completare la sua indagine penale entro la fine dell’estate. Roh concorda con questa tesi: “Crediamo che il Procuratore John Durham abbia in archivio gli elementi necessari per presentare le accuse”. Bisogna tenere presente però che “il  sistema giudiziario americano è complesso e, a meno che il signor Durham non abbia già raccolto confessioni o accordi, dovrà valutare attentamente se questo caso che ha un grande impatto politico sia abbastanza forte da reggere dinanzi a una giuria (forse influenzata) e quando avrà diritto di procedere formalmente alla luce delle regole elettorali statunitensi”.

Lo stesso avvocato di Mifsud è stato più volte sentito da Durham: “Ho avuto lunghe discussioni con il signor Durham e ho posto delle domande, ma mi ha solo detto che gli sono piaciuti i suoi viaggi in Italia, il che è certamente un buon segno”.

Il completamento dell’indagine di Durham potrebbe avvenire in una fase molto delicata per la politica Usa. Si avvicinano infatti le elezioni presidenziali, le stesse dove Trump correrà per la riconferma e dove le ombre del Russiagate del 2016 non si sono mai del tutto diradate. A tal proposito l’avvocato Roh, in merito una possibile influenza della spy story internazionale sulle prossime consultazioni, sembra per il momento non volersi sbilanciare molto: “Non so se questa vicenda avrà ripercussioni sul voto”, ha risposto il legale di Mifsud.

Quest’ultimo intanto continua ad essere cercato anche nel nostro Paese e non solo per gli strascichi di quanto avvenuto nel corso della campagna presidenziale Usa del 2016. Come si sa, il professore maltese è indagato dalla procura di Agrigento per presunte “spese folli” attuate durante il suo periodo passato al timone del consorzio universitario della città siciliana. Una vicenda risalente a quasi un decennio fa, visto che Mifsud è stato presidente dell’ente universitario dal 2009 al 2013. In quegli anni, secondo le accuse mosse dagli inquirenti agrigentini partite dagli esposti di alcuni ex componenti del Cda dello stesso consorzio, il professore avrebbe usato denaro pubblico per proprie esigenze private oppure per finanziari viaggi solo ufficialmente istituzionali.

Una vicenda su cui si sta cercando di fare luce, ma in cui sono sorte non poche difficoltà delle indagini proprio perché Mifsud al momento è introvabile. Anzi, nello scorso mese di dicembre una fonte vicina alla procura di Agrigento ha dichiarato ad InsideOver che, tra le stanze del tribunale siciliano, l’idea è che il professore maltese difficilmente in futuro potrà essere ascoltato: “All’80% Mifsud è morto – è stato il commento raccolto a dicembre dal palazzo di giustizia agrigentino – Non si hanno sue notizie da anni”. Sull’inchiesta che coinvolge il principale protagonista della spy story in Sicilia l’avvocato Roh al momento non sembra avere novità: “Rispetto a quanto trapelato nei mesi scorsi – ha aggiunto il legale – Non sono in possesso di ulteriori elementi”. Un’indagine, quella agrigentina, che appare come un piccolo tassello capace però di aggiungere un altro importante indizio in una delle trame giudiziarie più clamorose che hanno interessato il nostro Paese negli ultimi anni.