Due stazioni di rilevamento atmosferico dei radionuclidi facenti parte della catena Ims (International Monitoring System) situate in Russia si sono misteriosamente spente qualche giorno dopo l’incidente nucleare avvenuto nella base navale di Severodvinsk, nella regione di Arcangelo, che ha causato la morte di 5 tecnici della Rosatom, l’agenzia di Stato russa che sovrintende a tutto quanto connesso con il nucleare.

Come riportato dall’Agi, a denunciarlo è stato, su Twitter, Lassina Zerbo, capo della Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty Organization (Ctbto), l’organizzazione che verifica la messa al bando delle armi nucleari.

La catena di stazioni Ims

Come si legge sul sito della Ctbto, la catena di stazioni Ims gioca un ruolo centrale nel monitoraggio dell’adempimento degli obblighi sul trattato che mette al bando gli esperimenti nucleari. La verifica di tali obblighi avviene attraverso 321 stazioni di rilevamento di varia natura sparse per il globo.

Queste stazioni utilizzano quattro diversi sistemi per individuare i possibili esperimenti atomici: sensori sismici, ad infrasuoni, idroacustici e di rilevamento dei radionuclidi supportate da un totale di 16 laboratori per un’analisi di dettaglio della tipologia dei radionuclidi emessi.

Attraverso questa suite di sensori è possibile determinare e localizzare le eventuali esplosioni atomiche intorno al globo: le varie stazioni, infatti, registrano le onde d’urto delle esplosioni sotterranee, quelle delle esplosioni subacquee e in atmosfera e individuano l’eventuale fallout radioattivo rilasciato.

In particolare i test atomici sotterranei generano onde sismiche paragonabili a quelle di un terremoto di media intensità e tramite l’analisi di queste è possibile risalire alla potenza dell’ordigno detonato.

Le onde sismiche di un tale evento infatti si propagano all’interno della Terra e possono raggiungere stazioni di rilevamento a grande distanza, proprio come avviene per i terremoti naturali.

Nello specifico è possibile anche determinare con una buona approssimazione la potenza dell’ordigno. Per farlo vengono prese in considerazione due tipi di onde che sono generate dalla composizione delle onde principali generate da un sisma (le onde P di compressione e le onde S dette “di taglio”): le onde di Rayleigh e le onde di Love (dette Lg). La potenza dell’esplosione, indicata con Y, viene determinata dalla formula M=A+B Log Y dove A e B sono delle costanti che dipendono da quale sistema di misurazione della magnitudo viene utilizzato (ne esistono diversi) ed M è la misurazione della magnitudo data dalle onde P, S, Lg misurate dal sismogramma.

Un malfunzionamento strano

Le due stazioni di rilevamento radionuclidi che sono risultate malfunzionanti dopo l’incidente sono quelle di Kirov e di Dubna, ovvero le due più prossime a Severodvinsk situate in territorio russo. Le autorità di Mosca hanno fatto sapere ai responsabili del Ctbto che il motivo del silenzio di queste è dovuto a “problemi di comunicazione”. Di rimando un portavoce dell’agenzia ha riferito che “stiamo aspettando ulteriori rapporti su quando le stazioni e il sistema di comunicazione torneranno alla piena funzionalità”.

Non è chiaro cosa abbia potuto causare il contemporaneo malfunzionamento di due stazioni e neppure se sia possibile manometterle, però, come fa notare Daryil Kimball, direttore della Arms Control Association (think-tank con base a Washington) è decisamente “una strana coincidenza”.

D’altro canto la densità delle stazioni di rilevamento radionuclidi è talmente elevata – sebbene questa tipologia non rappresenti il totale della rete dell’Ims – che risulta improbabile pensare ad un sabotaggio da parte russa: anche senza i dati provenienti da Kirov e Dubna altre stazioni vicine al luogo dell’incidente, come quelle alle isole Svalbard o nella Svezia meridionale, avrebbero comunque provveduto a rilevare l’emissione radioattiva in atmosfera e quindi a far scoprire l’incidente.

Esistono le coincidenze contro cui si scontrano le teorie del complotto, però esiste anche il passato a testimoniare un certo modus operandi retaggio dell’Unione Sovietica che in Russia è duro a morire: non sarebbe la prima volta che un incidente atomico – e più in generale un incidente occorso a un sistema d’arma – viene taciuto o minimizzato dietro una cortina di disinformazione.

La Desinformatsiya, la metodologia di origine sovietica volta alla diffusione di notizie false o tendenziose sia con trasmissioni radiotelevisive sia a mezzo stampa che può essere attuata ad hoc oppure sfruttando disertori o agenti che fanno il doppio gioco è rimasta nei manuali del Cremlino ed è ancora oggi una delle componente delle cosiddette “misure attive” dell’intelligence.

Quello di Severdovinsk sembra proprio un classico caso di Desinformatsiya proprio per la natura dell’installazione coinvolta e soprattutto perché sembrerebbe che l’incidente sia collegato ad un test del nuovo missile da crociera a propulsione nucleare Burevestnik (Procellaria in russo), una delle nuove “super armi” propagandate da Putin.

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