Rafforzare le relazioni economiche con l’Iran, approfondire la cooperazione tecnico-militare con il Myanmar, continuare a mantenere “l’amicizia senza limiti” stretta con la Cina di Xi Jinping. E ancora: incrementare il commercio con l’India, con il Medio Oriente e la regione africana. La Russia sta costruendo una nuova rete commerciale con la quale sostituire i vecchi rapporti con il blocco occidentale, ormai compromessi a causa della guerra in Ucraina.

Sono settimane frenetiche al Cremlino, tra ospiti da accogliere e viaggi istituzionali da preparare. Nei prossimi giorni, ad esempio, Vladimir Putin si recherà in visita ufficiale in Iran, e lo farà con la chiara volontà di rendere ancora più solidi i legami tra Mosca e Teheran. Durante la toruné iraniana, la prima di Putin da quando, lo scorso anno, Ebrahim Raisi è stato eletto presidente del Paese, non sarà discusso il tema dell’acquisto di droni iraniani da parte della Russia.

Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino, è stato chiarissimo: “Non abbiamo commenti su questo argomento”, mentre una fonte del ministero degli Esteri russo ha parlato di fake news in riferimento della “cooperazione militare-tecnica russo-iraniana” sollevata dagli Stati Uniti. “La storia della cooperazione tra la Repubblica islamica dell’Iran e la Federazione Russa nel campo di alcune nuove tecnologie risale a prima dell’inizio della guerra in Ucraina e recentemente non ci sono stati sviluppi speciali in questa relazione”, ha aggiunto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Naser Kanani.



La nuova rete di Mosca

Se Mosca e Teheran sostengono di non voler fare leva sulla cooperazione militare, quanto su affari energetici, il tema militare torna in maniera esplicita nel rapporto tra Russia e Myanmar. Il capo della giunta militare al potere nel Paese asiatico, Min Aung Hlaing, si è infatti recentemente recato in visita a Mosca. Come riferito dal Cremlino, non c’è stato alcun incontro tra il leader militare birmano e il presidente della Russia, ma era in agenda un colloquio tra il generale e il direttore dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, Dmitryj Rogozin, oltre che con i rappresentanti della compagnia pubblica Rosatom. Il ministero della Difesa russo, citato dall’Interfax, ha spiegato che le due nazioni approfondiranno, appunto, la loro cooperazione militare e tecnico-militare.

Per quanto riguarda il commercio, impossibile non parlare degli ultimi dati che arrivano dalla Cina. L’import della Repubblica Popolare dalla Russia, in prevalenza petrolio e gas, è salito a giugno del 56,3% annuo, a 9,7 miliardi di dollari, in scia agli sconti sui prezzi offerti dal Cremlino dopo che Usa, Ue e alleati hanno sospeso la gran parte degli acquisti in risposta all’aggressione di Mosca ai danni dell’Ucraina. L’export, secondo le Dogane cinesi, è invece sceso del 17%. Nei primi sei mesi del 2022, l’interscambio della Cina con la Russia è salito del 27%, a 519 miliardi di yuan (77 miliardi di dollari). Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, nel 2021 la Cina ha comprato il 20% dell’export di greggio russo.

India, Brasile e Africa

Spostandosi in America Latina, è interessante soffermarci sul Brasile. Il ministro degli Esteri brasiliano, Carlos Franca, ha infatto rilasciato una dichiarazione emblematica: il Brasile sta lavorando per chiudere un accordo per comprare la “maggior quantità possibile” di gasolio dalla Russia, a un prezzo più economico. “La Russia è un grande fornitore di petrolio e gas. Lo si può chiedere alla Germania e all’Europa”, ha detto Franca assicurando che, al pari di altri Paesi, la Russa offre fornitori di gasolio “sicuri e affidabili”, importanti nel momento in cui si registrano problemi di raffinazione e di scarsità dei combustibili per il comparto agricolo e dei trasporti. L’intenzione, ha detto il ministro, è comprare “la maggior quantità possibile” di prodotto.

In Africa, invece, la Russia costruirà un sistema stabile di cooperazione con indipendente dalla politica occidentale: parola dell’ambasciatore russo Oleg Ozerov, a capo del segretariato del Forum di partenariato Russia-Africa. “Abbiamo un grande lavoro da fare che comporterà la costruzione di un sistema stabile di legami economici efficaci con il continente africano indipendente dalla politica di Washington o di Parigi e che ci consentirà di lavorare nell’interesse nazionale della Russia e degli Stati africani”, ha affermato durante una videoconferenza Mosca – Lagos (città della Nigeria) sulle sfide della sicurezza alimentare globale.

Attenzione, inoltre, al Medio Oriente: se a febbraio, ovvero prima dello scoppio della guerra in Ucraina, la Russia esportava in Medio Oriente 27mila barili al giorno di petrolio e raffinati, oggi siamo arrivati a circa 220mila. Vale la pena, infine, soffermarsi sull’India, o meglio sull’azione intrapresa dalle sue raffinerie. Il Financial Times aveva acceso i riflettori su quelle del gigante Reliance Industries, le quali – è l’accusa del quotidiano britannico – starebbero utilizzando greggio russo acquistato a basso costo per aumentare le esportazioni diesel. Insomma, nonostante le sanzioni e le proteste, la Russia sta costruendo una nuova rete di alleanze economico-commerciali capaci di sostituire – o almeno mitigare – il vuoto lasciato dall’Occidente.





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