Il primo anno zero fu il 1959. Fidel Castro scese dalla Sierra Maestra e, con i barbudos, fece un ingresso trionfale a L’Avana. Il dittatore Fulgencio Batista fuggiva negli Stati Uniti con famiglia e collaboratori e gli ideali rivoluzionari del Manifesto della Sierra Maestra prendevano vita nella storia dell’isola e del mondo.
Il secondo avvenne nel 1991. Il collasso dell’Unione Sovietica, e della sua cooperazione economica con i paesi socialisti, scaturì una depressione economica. Il “periodo speciale” vide restrizioni e razionamenti, ma anche la transizione da un modello di pianificazione produttiva e commerciale centralizzato, a uno decentralizzato, con la reintroduzione della proprietà privata.
Il terzo anno zero sarà il 2021. L’ottavo congresso del partito comunista cubano con la rinuncia a primo segretario di Raul Castro, la ripresa delle relazioni con gli Stati Uniti annunciata da Joe Biden, e le riforme finanziarie ed economiche, marcano l’avvio dello scioglimento del dilemma generato fra i concetti di rivoluzione ed evoluzione.
Raúl Castro, nel 2018, si era dimesso da presidente, lasciando aperta la porta al suo delfino e vicepremier, Miguel Díaz-Canel, il quale verrà eletto alla guida del partito, il primo, in entrambi i ruoli, a essere nato dopo la rivoluzione e non essere un Castro. Díaz-Canel ha introdotto il limite di due mandati nelle cariche pubbliche, provvedimento che spinge a un rinnovamento della classe politica “storica” ancorata alle posizioni più ortodosse. Quest’anno dovrà tracciare le linee strategiche, già a lungo rimandate, che definiranno il futuro del paese, in termini di impulso del settore privato e cooperativo, investimenti stranieri per piccole e mediane imprese, autonomia delle società statali, e rafforzamento delle amministrazioni locali.
Una misura avviata dal 1 gennaio è quella monetaria che costituisce un vero e proprio atterraggio forzato nell’economia reale. Il peso convertibile viene eliminato; circolerà solo il peso cubano, sottoposto a svalutazione. Attesa da tutti i settori economici, e considerata imprescindibile per incrementare la produttività, ed evitare la bancarotta, nell’immediato produce, tuttavia, un duro contraccolpo sociale per la perdita del potere di acquisto. L’aumento delle bollette di luce e gas, così come del prezzo di pane e trasporto pubblico, hanno costretto il governo a ridurre molte delle tariffe decretate. Il malcontento lievita in una fase delicata, caratterizzata dalla paralisi dell’industria turistica, la mancanza di liquidità, e la caduta del Pil dell’11 per cento.
Una mano al processo di cambio arriverà dalla sollevazione delle sanzioni economiche, con Biden alla presidenza. Negli ultimi quattro anni, hanno aggravato la situazione economica, che per esempio si è vista privata delle rimesse dei lavoratori cubani negli Stati Uniti. Hanno anche provocato severe limitazioni nell’approvvigionamento di beni al consumo e materiali sanitari. D’altra parte, tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, Donald Trump non solo ha inasprito l’embargo, ma con un colpo di coda è tornato a includere Cuba nella lista dei paesi che promuovo il terrorismo internazionale. Decisioni che complicano, o senza ombra di dubbio ritardano, quel riavvicinamento in politica estera auspicato dal suo successore.
Un altro elemento, non secondario, determinerà il corso che si intende inaugurare. L’estensione dell’accesso a internet e l’irruzione dei social media hanno creato spazi di espressione, confronto ideologico e partecipazione civica, che non esistevano in precedenza, e hanno dimostrato la propria influenza in eventi recenti, rivelando che a Cuba lo stato ha terminato di detenere il monopolio dell’informazione e la verità. Si dovranno rivedere, quindi, anche le regole del gioco.