Sono passati quasi tre anni dall’esplosione delle proteste post-elettorali che minacciarono di detronizzare Alexander Lukashenko, lasciando l’Europa, gli Stati Uniti e la Russia col fiato sospeso per alcune settimane. Un nuovo volto sembrava essere destinato ad imporsi sull’ultimo dittatore d’Europa, una carismatica donna di nome Svetlana Tikhanovskaya, ma la sollevazione sarebbe stata infine sedata con successo dalle autorità. Il resto è storia: l’Occidente decise di imporre sanzioni sui membri dell’ordine lukashenkiano e Vladimir Putin perdonò gli errori dell’alleato, riaprendo i lavori all’interno di quel cantiere che è l’Unione Russia-Bielorussia.

Oggi, due anni e mezzo dopo quegli eventi, InsideOver ha raggiunto Franak Viačorka, il consigliere capo politico di Svetlana Tikhanovskaya, per capire che cosa sta accadendo in Bielorussia, un paese-chiave nel confronto Russia-Occidente del quale si sentirà parlare sempre più frequentemente.


La guerra in Ucraina ha messo in secondo piano la questione Bielorussia, ma questo non significa che la questione sia chiusa – al contrario, è lontano dall’esserlo: la Russia ha in programma di incrementare la sua presenza militare in loco, Lukashenko e Putin stanno espandendo le relazioni bilaterali nell’ambito dello Stato dell’Unione. Nonostante il ravvicinamento, però, il supporto di Minsk agli sforzi della macchina bellica russa non sembra essere stato né aperto né vasto. Gli esperti sostengono che ciò sia dovuto ai timori di Lukashenko relativi ad un ritorno di fiamma. Se così fosse, cosa ci dicono queste paure sulla Bielorussia di oggi? Il paese è in una sorta di “pace fredda” dalle proteste del 2020?

Non penso che ci sia nessuna pace in Bielorussia. Penso che abbiamo una rivoluzione in corso, iniziata nel 2020, sebbene sfortunatamente sia entrata in clandestinità. L’occupazione e la dominazione della Russia sulla Bielorussia non hanno avuto inizio nel 2022, ma nel 2020, quando Lukašėnka scambiò il supporto russo per rimanere al potere con denaro e assistenza diplomatica.

Lukashenko, in questo momento, è all’angolo. Non ha molte scelte, se non supportare la guerra di Putin in Ucraina. Lukashenko capisce che senza il supporto di Putin perderebbe il potere velocemente, e la Russia sta utilizzando questa debolezza per aumentare il controllo sulla Bielorussia. Se in Ucraina la Russia utilizza le armi per affermare il controllo e per occupare i territori, in Bielorussia utilizza mezzi economici, informativi e politici ed è così che, pezzo dopo pezzo, sta conquistando il paese – la sua economia, le sue infrastrutture, persino il suo territorio.

Lukashenko ha contezza del fatto che i bielorussi non supportano la guerra, la grande maggioranza perlomeno, e questo è il motivo per cui ha scelto di parteciparvi parzialmente. Sa molto bene che se venisse ordinato direttamente all’esercito bielorusso di entrare in guerra, ci sarebbe un ritorno di fiamma. Lui sa queste cose, le percepisce, perciò non ci sono soldati bielorussi in Ucraina, ma soltanto un impiego delle infrastrutture bielorusse da parte russa con l’approvazione del regime lukashenkiano.

La società bielorussa, nel frattempo, resiste. Dal 2022 ad oggi sono stati condotti più di ottanta atti di sabotaggio alle ferrovie e, recentemente, i partigiani bielorussi hanno distrutto un aereo da ricognizione A-50, uno degli aerei più importanti e cari di questo tipo a disposizione della flotta aerea russa.

Lukashenko è cambiato molto negli ultimi due anni e mezzo?

Lukashenko si sente insicuro, molto fragile, perciò è interessato ad ospitare truppe e armi nucleari della Russia in Bielorussia – sono una sorta di garanzia di potere.

Il Lukashenko odierno è molto diverso da quello del 2020. All’epoca cercava di fare dei giochi geopolitici tra Occidente e Oriente – in Bielorussia si facevano battute su di lui, su come fosse filorusso d’inverno e filoccidentale d’estate. Oggi non gioca più: è solo e soltanto filorusso, perché la Russia è la sua fonte di potere e legittimazione.

La Tikhanovskaya è stata recentemente condannata a quindici anni in absentia da una corte di Minsk. In che modo questo verdetto influirà sulla sua lotta? Esiste il rischio che venga rapita, come già accaduto ad altri esuli bielorussi?

La signora Tikhanovskaya gode attualmente della protezione dello Stato lituano, che le ha anche conferito lo status diplomatico. Quindi, più o meno, è protetta. Ma tutti ricordiamo quanto accaduto a Roman Protasevič, il giornalista rapito a bordo di un volo RyanAir nel 2021. Un rischio, in breve, c’è sempre.

Facciamo il possibile per aggiungere ulteriori misure di sicurezza per una migliore tutela della signora Tikhanovskaya, così come per altri leader politici del Movimento democratico bielorusso. Per quanto riguarda la condanna: è folle che vengano prodotte certe sentenze nel 21esimo secolo. Stiamo vedendo coi nostri occhi i tentativi di Lukashenko di costruire uno stato alla nordcoreana nel centro d’Europa.

Prima gli attivisti politici venivano condannati a quindici giorni di reclusione. Oggi, per la stessa cosa, la condanna è di quindici anni. Questo, ovviamente, è un inibitore per molta gente che vorrebbe essere attiva nella vita politica. Non fermerà certamente la signora Tikhanovskaya, ma per molti altri è un deterrente gigantesco, giacché temono per i propri cari, e persino per chi è in esilio, avendo fratelli e sorelle nel Paese. Di conseguenza, le persone preferiscono rimanere nell’anonimato, o evitare di esporsi troppo, perché a conoscenza del fatto che i loro cari potrebbero essere presi in ostaggio dal regime. Devo ammettere che Lukashenko usa la repressione egregiamente, spaventando la gente, sopprimendo la resistenza e mantenendo coeso il vertice del potere.

Secondo una recente analisi sulla Bielorussia dell’ECFR, più di 11.000 casi giudiziari contro attivisti politici sono stati aperti e oltre 30mila persone sono state arrestate per ragioni politiche dal 2020. Può farci un punto della situazione?

Ciò che vediamo sono dei livelli di terrore senza precedenti. Sarebbe stato impossibile immaginare, soltanto qualche anno fa, una tale repressione in Bielorussia. Le persone, oggi, si svegliano e la prima cosa che fanno è leggere i nomi di chi è stato arrestato durante la notte.

Molte delle persone che vengono arrestate dal Kgb subiscono torture, talvolta molestie sessuali, e le loro confessioni vengono videoregistrate. Video che somigliano ai film delle era nazista o sovietica e che vengono poi caricati su YouTube dal Kgb, dove sono poi pubblicizzati. In questo modo, le piattaforme occidentali sono utilizzate per promuovere la paura. E le probabilità di non essere rilasciato neanche dopo la confessione sono elevate.

È arduo immaginare proteste di strada in queste condizioni. Perciò, chi vuole resistere solitamente aderisce a dei movimenti sotterranei, fa cose in segreto. La resistenza aperta è impossibile. Inoltre, molti di coloro che si trovano attualmente dietro le sbarre appartengono all’esercito, o erano ufficiali governativi, dunque non è solo una questione di attivisti dell’opposizione: tutti in Bielorussia sono virtualmente in pericolo. È come una Corea del Nord nel centro d’Europa.

La leader dell’opposizione bielorussa in esilio Svetlana Tikhanovskaya. Foto: EPA/Marcin Bielecki.
Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko al Cremlino. Foto: EPA/PAVEL BYRKIN/SPUTNIK/KREMLIN POOL.

Pensa che un evento catalizzante potrebbe riportare la gente nelle strade?

Beh, diversi scenari sono possibili – e molti di loro dipendono dall’evoluzione della guerra in Ucraina. Tutti in Bielorussia stanno guardando agli sviluppi della guerra in Ucraina e attendendo la controffensiva ucraina, per vedere se avrà successo o meno – sperando lo avrà. Ma anche la situazione economica, che va deteriorando di giorno in giorno, potrebbe innescare un cambiamento. Penso anche che la repressione all’interno del sistema, cioè se qualcuno al vertice venisse arrestato da Lukashenko, potrebbe provocare dei disordini, del malcontento, negli ambienti a lui vicini.

Non posso predire nulla: è difficile predire persino quello che potrebbe accadere la prossima settimana, o il prossimo mese, ma confido che la situazione cambierà. Siamo in grado di vedere fragilità e vulnerabilità del regime. Il nostro obiettivo, come squadra della signora Tikhanovskaya, è di mantenere il regime sotto stress, perciò chiediamo ai nostri partner occidentali di imporre più sanzioni, di isolarlo e persino di creare tensioni all’interno dell’élite – perché le divisioni intra-élite potrebbero essere un fattore di cambiamento.

Ha parlato di partner occidentali. Questa domanda ha a che fare con loro. Alla luce di quanto successo a Juan Guaidó, non teme che l’Occidente, un giorno, possa decidere di abbandonare la Bielorussia e la sua gente, e dunque anche la causa per cui si batte la Tikhanovskaya, nel contesto di una qualche negoziazione con la Russia?

È chiaro che dobbiamo in primo luogo contare su noi stessi. Nessuno cambierà le cose in Bielorussia al posto nostro – è il nostro dovere. Ma penso che per l’Unione europea sia cruciale che la Bielorussia sia indipendente e libera. Se l’Ue abbandonasse la Bielorussia, consentendo a Lukashenko di restare al potere, la minaccia ai suoi confini sarebbe costante: dalle crisi migratorie ai dirottamenti aerei.

Potremmo financo affermare che la guerra [in Ucraina] non terminerà fino a quando la Bielorussia non sarà libera. Credo e spero, perciò, che l’Europa non abbandonerà la nostra lotta, perché è nel suo interesse che avvengano dei cambiamenti in Bielorussia. È nell’interesse europeo che la Bielorussia esca dalla sfera d’influenza della Russia. E lavoreremo con tutti i partner europei, per tutto il tempo necessario, per convincerli a supportare la Bielorussia il più possibile.

Come immagina il futuro della Bielorussia da qui a cinque-dieci anni?

Il mio sogno è di vedere una Bielorussia democratica, nella quale le persone possano essere elette in Parlamento, competere alle elezioni, e dove i ministri e i presidenti cambiano. A volte, mi piacerebbe persino sentire le lamentele dell’Europa causate dalla nostra instabilità e dai nostri troppi dibattiti parlamentari. Ma, sa, è un tipo di instabilità che voglio in Bielorussia, essendo questa la reale dinamica della vita politica. La cosa peggiore è avere qualcuno eletto a vita come Lukashenko, mentre niente cambia.

Spero che la Bielorussia diventerà un paese europeo, un membro UE, come sono sicuro che l’Ucraina vincerà e che la Russia ne uscirà indebolita e non sarà più in grado di controllare nuovamente la Bielorussia e l’Ucraina.

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