La politica non è una scienza ma la sociologia elettorale rimane uno strumento efficacissimo per comprendere le sue dinamiche. Tra i dati più importanti che emergono dai risultati del primo turno c’è quello legato all’orientamento religioso dei votanti. Secondo un’inchiesta dell’Ifop per il settimanale Pélerin François Fillon (Les Républicains) sarebbe arrivato in testa con il 28 per cento tra i cattolici (praticanti e non), seguito da Emmanuel Macron (En Marche) e Marine Le Pen (Front National) al 22, ed infine da Jean Luc Mélenchon (Parti de Gauche) al 14 per cento. In vista del ballottaggio tutta la partita potrebbe giocarsi nel campo conservatore. Dopo una campagna elettorale prevalentemente “socialista” che ha permesso ai sovranisti di diventare il primo partito tra i ceti produttivi (operai, artigiani, agricoltori) ora l’obiettivo è quello di riconquistare la fiducia della classe media (e borghese nei valori) più attenta al tema dell’identità.L’operazione politica è cominciata lunedì sera negli studi televisivi di France 2 dove Marine Le Pen ha annunciato di mettersi in congedo dalla presidenza del Front National. “Non sono più la presidentesarò al di sopra delle considerazioni di parte – ha dichiarato – penso che ci avviciniamo al momento decisivo. Ho sempre pensato che il presidente della Repubblica è il presidente di tutti i francesi e deve riunire tutti i francesi. Ma bisogna passare dalle parole ai fatti”.Dopo un discorso riconciliante verso tutti gli elettori ha sfondato il muro di vetro che la separa dal candidato François Fillon. “Ci sono in corso contatti con i rappresentanti dei Les Républicains – ha annunciato rispondendo ad una domanda in vista del ballottaggio del 7 maggio – non c’è unanimità, ci sono molti quadri del partito che non capiscono la posizione del loro candidato e c’è ancora meno unanimità tra i loro elettori. Durante tutto il primo turno, François Fillon ha detto che Emmanuel Macron era un piccolo Hollande e ora chiede esplicitamente che si voti per lu”.Marine Le Pen sembra aver capito che parlare solo di economia (uscita dall’euro, protezionismo, re-industrializzazione del Paese) vuol dire entrare nel terreno preferito del suo diretto avversario Emmanuel Macron, ex banchiere, ex ministro delle Finanze, che tra tra le altre cose gode del sostengo dell’intero sistema finanziario nazionale ed europeo. Ecco che l’offensiva del Front National si sta progressivamente spostando sul campo di battaglia dei valori della Francia profonda. Quella Francia profonda che fu sedotta nel 2007 dai grandi discorsi di Nicolas Sarkozy sull’identità francese dettati dal suo consigliere-intellettuale Patrick Buisson.Per forzare questo cambio di passo Marine Le Pen ha bisogno della massima esposizione mediatica della nipote Marion Marechal, 27 anni, volto più conservatore e identitario del Front National. Il suo appoggio non è venuto a mancare e la giovane deputata sta già lavorando in questa direzione non a caso la prima intervista all’indomani dei risultati del primo turno elettorale in cui ha definito Emmanuel Macron “un pericolo per la civiltà” è stata rilasciata alla rivista Famille Chrétienne. Marion Maréchal ha rimarcato le posizioni del Front National contro l’eutanasia, per l’abrogazione dei matrimoni omosessuali, contro la maternità surrogata, invitando i cattolici di tutti gli schieramenti, in particolare quelli di François Fillon, a dare il proprio voto ai sovranisti.Questa “transizione identitaria” è stata già accolta con favore da Christine Boutin, una delle massime esponenti dell’universo cattolico francese che ha lanciato un appello agli elettori repubblicani: “votare Le Pen non vuol dire aderire al Front National ma indebolire Emmanuel Macron, un voto rivoluzionario può essere la risposta” ha scritto sul suo profilo Twitter. Ora il prossimo obiettivo è quello di convincere tutto il mondo – di destra e di sinistra – che ruota intorno alla Manif pour Tous, quel movimento di dimensioni gigantesce nato per contrastare la legge gay-friendly di Madame Taubira.





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