Sembra essere scattata una corsa agli armamenti nell’Estremo Oriente, con Giappone e Cina protagoniste. La chiamata tra Donald Trump e Xi Jinping di inizio febbraio aveva tranquillizzato la situazione dell’Asia orientale. Gli Stati Uniti hanno espresso il loro consenso nella politica di “una sola Cina” spegnendo così le tensioni con Pechino. La questione nel Pacifico è però tutt’altro che risolta. Pechino ha infatti espresso più di una perplessità circa l’attività intrapresa dal Giappone nel settore militare. Il portale cinese Global Times ha infatti lanciato un allarme circa il rinnovato impegno del Governo Abe nelle nuove tecnologie militari. Il giornale cinese punta in particolare il dito sul “Science Council of Japan”, uno dei principali istituti di ricerca giapponese.Gli investimenti di Tokyo nel settore militareL’accusa del Global Times è chiara. Gli scienziati giapponesi avrebbero ricevuto 7,8 milioni di dollari dal ministero della Difesa negli ultimi otto anni. Secondo il portale cinese i soldi arriverebbero direttamente dal Pentagono. Questi rappresenterebbero una concreta minaccia alla pace nel Mar Cinese Orientale. I cinesi temono che il Giappone possa venir meno a due vincoli legislativi. Questi impongono a Tokyo di “non impegnare la ricerca scientifica per scopi militari” e “non impegnarsi in ricerca militare”. Rispettivamente del 1950 e del 1967 questi due principi vennero imposti come “punizione” per la guerra intrapresa dal Giappone contro gli Stati Uniti. Secondo Pechino l’avvento al governo di Shinzo Abe avrebbe fatto venir meno questo vincolo e portato un maggior coinvolgimento dello Stato nei settori di ricerca e sviluppo a scopo militare.Non sembrerebbe un caso che proprio in questi giorni il Giappone abbia incrementato un programma di costruzione di navi militari. Lo riportano diversi portali d’informazione asiatici, tra cui Channel NewsAsia e Asia Times. Il programma di Tokyo prevederebbe la costruzione di due fregate supplementari ogni anno. L’obiettivo, non dichiarato formalmente, è quello di far valere il proprio peso nel Mar Cinese Orientale.La contesa nel Mar Cinese OrientaleLì infatti Giappone e Cina si contendono la sovranità di alcune isole dal 1970. Si tratta in realtà di cinque isole, conosciute come Diaoyu, di cui la più larga raggiunge appena i 5 chilometri. Poco importanti sotto il profilo fisico, sono invece fondamentali perché lì intorno è stato recentemente scoperto un potenziale tesoro in gas e petrolio. Da allora la diatriba è cresciuta nel tempo. Il Giappone ha intrapreso la costruzione di un faro all’interno di una di esse, mentre la Cina ha minacciato un’invasione militare. L’allarme cinese rischia di compromettere anche la temporanea distensione con Washington.La Casa Bianca è infatti intervenuta immediatamente per ribadire l’alleanza con Tokyo in caso di scontro sulla sovranità delle isole Diaoyu. Ci ha pensato poi il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi a smorzare i toni. “Ci sono ora nuove opportunità per migliorare le relazioni tra Cina e Giappone” ha dichiarato il Ministro cinese. Wang Yi ha tuttavia aggiunto che in ogni caso il Giappone deve adottare un “comportamento responsabile”.La versione cinese nasconde un’altra realtàSembra dunque che la Cina sia “vittima” di un accerchiamento su più fronti. Prima gli Stati Uniti, ora il Giappone insieme al sempre agguerrito Taiwan minaccerebbero la pace nell’Estremo Oriente. Se però il Global Times è stato molto preciso nel fornire dati circa il rinnovato impegno di Tokyo nel settore militare, non è stato altrettanto puntiglioso nel sottolineare la superiorità militare della Cina rispetto allo “scomodo” vicino.Secondo il “Military Balance 2017”, uno studio pubblicato annualmente dall’International Institute for Strategic Studies, la “superiorità tecnologica militare occidentale è sempre più minacciata dalla Cina”. Addirittura per quanto riguarda l’aeronautica “la Cina sembrerebbe raggiungere la parità con l’Occidente”. Si legge poi che il budget in spese militari della Cina è di 1.8 superiore a quello di Giappone e Corea del Sud messi assieme. Le spese militari della Cina nel 2016 rappresentano un terzo delle spese militari di tutta l’Asia. La lettura di una Cina minacciata da avversari bellicosi non sembra dunque reggere alla luce di questi dati. Con un simile divario militare il Giappone necessita ancora della protezione americana in caso di una rinnovata aggressività cinese.

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