Mentre il vertice tra Kim Jong-un e Donald Trump resta ancora un’incognita, le due Coree tornano a incontrarsi.

Il vertice tra le delegazioni della Corea del Nord e della Corea del Sud è iniziato alle dieci del mattino ora locale, le tre in Italia. Il luogo prescelto, l’ormai noto e simbolico villaggio di Panmunjeom, a vallo del 38esimo parallelo. Tutto questo, mentre Kim Yong-chol è a New York e il leader nordcoreano ha incontrato Sergej Lavrov.

Attuare gli accordi siglati tra Kim e Moon

L’incontro fra i delegati di Pyongyang e Seul ha lo scopo di iniziare ad applicare quanto concluso negli accordi siglati dal presidente sudcoreano Moon Jae-in e il leader nordcoreano Kim nei vertici di aprile e maggio. L’incontro doveva avvenire già a metà maggio. Ma la notizia delle esercitazioni congiunte fra forze sudcoreane e degli Stati Uniti aveva portato all’annullamento repentino da parte del Nord.

A capo delle delegazioni, il ministro sudcoreano per la Riunificazione delle due Coree, Cho Myoung-gyon, e, per il Nord, il capo della Commissione per la Riunificazione Pacifica, Ri Son-gwon. Insieme a loro, delegati dei ministeri delle Infrastrutture e dello Sport. Due ministeri che hanno avuto un ruolo essenziale nel dialogo fra Seul e Pyongyang. Il secondo ,in particolare, con le Olimpiadi invernali di Pyeongchang.

Nell’incontro si è discusso, naturalmente, della denuclearizzazione. Ma i vertici tenuti fra Kim e Moon avevano anche portato ad altri dossier aperti sul tavolo. Il primo fra tutti, la fine degli atti ostili tra le due Coree. In sostanza, la speranza è che si possa siglare uno storico e definitivo trattato di pace che ponga fine alla guerra. 

Anche l’economia, naturalmente, ha avuto un ruolo di primo piano. La Corea del Nord ha bisogno di tutto ed ha vissuto per decenni sotto la scure delle terrificanti sanzioni imposte dagli Usa e sotto un isolamento voluto anche dalla rigida e ortodossa burocrazia di Pyongyang. Un mix che ha condotto alla chiusura verso il mondo ma anche a enormi problemi infrastrutturali che adesso Kim vuole gradualmente rimuovere. 

In questo senso, interessante l’apertura di un ufficio di collegamento fra le due Coree nel villaggio industriale di Kaesong, luogo simbolo dei rapporti economici fra Nord e Sud, ma anche iniziative di cooperazione come per il supporto alla riunione delle famiglie divise dalla chiusura del confine. E c’è chi parla di un primo grande collegamento ferroviario fra i due Paesi.

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Le lacrime di Kim

Il quotidiano giapponese Asahi Shimbun ha rivelato una notizia molto interessante. In Corea del Nord è apparso un video, confezionato dal governo per i funzionari più alti del Partito, in cui si vede Kim Jong-un in lacrime.

Nel video, il leader nordcoreano viene immortalato mentre osserva il mare, con lo sguardo diretto verso l’orizzonte. Mentre fissa l’infinito, le lacrime scendono sul viso del leader. Naturalmente il video non è stato reso pubblico poiché destinato ai più alti funzionari nordcoreani. Ma le speculazioni sono già iniziate. 

Il quotidiano giapponese, facendo riferimento alle parole della voce narrante, ritiene che Kim pianga perché le riforme non rianimano l’economia della Corea del Nord. Le lacrime sono dunque il simbolo della frustrazione di Kim nei confronti dei suoi più alti funzionari, incapaci di dare prosperità al Paese.

Ma c’è chi interpreta quest’immagine drammatica come una sorta di annuncio di cambio di rotta da parte di Pyongyang. La grande rinuncia all’arsenale nucleare comporta un enorme sacrificio per il governo della Corea del Nord, ma Kim sarebbe disposto a questa sofferenza per il bene del popolo.