Il conto alla rovescia è ormai partito per il giorno che potrebbe cambiare per sempre i rapporti tra Corea del Nord e Stati Uniti. I prossimi mercoledì e giovedì – 27 e 28 febbraio – è infatti in programma il secondo faccia a faccia tra il Kim Jong Un e Donald Trump. I due Presidenti si incontreranno in Vietnam, ad Hanoi, dove sono già iniziati i preparativi per il meeting ufficiale. In palio c’è il futuro delle relazioni diplomatiche tra i due paesi. Una eventuale fumata bianca potrebbe condurre Pyongyang e Washington verso la pace.

Il secondo incontro tra Trump e Kim

Ricordiamo che la Corea del Nord è ancora formalmente in guerra con gli Stati Uniti. Nel 1953, al termine della Guerra di Corea, fu firmato soltanto un armistizio ma mai un accordo di pace. E c’è chi ha ipotizzato che la ratifica di un simile trattato possa già avvenire la prossima settimana durante l’incontro. Trump potrebbe giocare la carta della fine delle ostilità americane nei confronti di Pyongyang. In cambio Kim si impegnerebbe nella completa denuclearizzazione del paese. Un annuncio simile finirebbe nei libri di storia, ma guai ad essere troppo ottimisti. Entrambe le parti cercano la distensione, da raggiungere tuttavia con finalità e percorsi differenti. Perché la Corea del Nord dovrebbe rinunciare all’arma nucleare e gli Stati Uniti no? Ragionando così difficilmente il governo nordcoreano accetterà un simile scambio di proposte. Avrebbe più senso proporre a Kim di rinunciare ai missili in grado di raggiungere le coste americane. In quel caso il regime manterrebbe la propria assicurazione sulla vita – le armi nucleari – e la Casa Bianca smetterebbe di sentirsi minacciata.

Washington rischia, Pyongyang in vantaggio

Fra i due attori protagonisti è sicuramente Washington a rischiare di più. Per Kim, incontrare la seconda volta Trump è un’ulteriore onorificenza che garantisce altra legittimità al suo nuovo operato politico. The Donald rischia la classica vittoria di Pirro, proprio come nel confronto con la Cina. A costo di farsi “bello” di fronte ai propri elettori, il leader americano potrebbe ottenere risalto ma non risultati concreti. Concedere l’accordo di pace è un passo importante, ma se questo atto per gli Stati Uniti conta ben poco, per Pyongyang è un traguardo trascendentale capace di rinforzare ancora di più l’orgoglio di una Nazione. Trump dovrebbe prima mettere in chiaro la situazione sulla denuclearizzazione, poi passare al resto.

Nuovi rapporti diplomatici

Sotto le ceneri e dietro il sipario c’è però dell’altro. Stati Uniti e Corea del Nord stanno seriamente considerando la possibilità di entrare in relazioni diplomatiche. Come? Aprendo i rispettivi uffici di rappresentanza a Pyongyang e Washington. In questo caso non verranno aperte ambasciate de facto, bensì uffici di collegamento. Il percorso di avvicinamento graduale potrebbe prevedere in un primo momento l’apertura dell’ufficio statunitense in uno Stato alleato degli Stati Uniti ma in buoni rapporto anche con la Corea del Nord. Successivamente avverrebbe poi il trasferimento a Pyongyang. Trump e Kim avevano già parlato della necessità di instaurare tra i due Paesi delle relazioni diplomatiche stabile nell’ultimo summit di Singapore, lo scorso giugno.

La bega delle sanzioni economiche

Resta da capire quali accordi verranno firmati ad Hanoi. Come abbiamo spiegato, in base a quello si potranno poi fare congetture e ipotesi sul futuro. La Corea del Nord è sicuramente interessata alla diplomazia, ma vorrebbe prima risolvere la bega delle sanzioni economiche. Pyongyang vorrebbe che gli Stati Uniti allentassero la morsa su una spada di Damocle che ostacola sia lo sviluppo economico interno della Corea del Nord, sia il suo commercio estero.

I preparativi ad Hanoi

Intanto il ad Hanoi sono già arrivati gli addetti di Stati Uniti e Corea del Nord incaricati a coordinare l’organizzazione del soggiorno dei due Presidenti. La capitale vietnamita si riempie intanto di t shirt celebrative raffiguranti Kim e Trump e di cartelloni formato gigante. Proprio come l’importanza di questo incontro che potrebbe davvero riscrivere la storia di Stati Uniti e Corea del Nord.





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