Le condizioni di salute di Kim Jong Un hanno messo in agitazione le ambasciate di mezzo mondo. Che cosa sta succedendo al di là del 38esimo parallelo? Secondo quanto riferito dalla Cnn, che a sua volta ha citato una fonte dell’intelligence statunitense, il presidente della Corea del Nord sarebbe stato operato nel centro medico Hyangsan, nella provincia di Pyongyang, in una struttura riservata alla sua famiglia.
Il leader avrebbe dovuto trascorrere la convalescenza post operatoria nella sua residenza non distante dal luogo dell’operazione. Qualcosa sarebbe tuttavia andato storto. A detta del quotidiano sudcoreano Daily Nk, Kim sarebbe ”in grave pericolo” dopo un intervento cardiovascolare effettuato lo scorso 12 aprile.
Seul ha subito dichiarato che in Corea del Nord non è stata rilevata alcuna attività insolita. “Non abbiamo informazioni da confermare riguardo alle voci sul problema di salute del presidente Kim Jong Un che sono state riportate da alcuni media. Inoltre, all’interno della Corea del Nord non sono stati rilevati sviluppi insoliti”, ha precisato il portavoce della Casa Blu, la presidenza sudcoreana, Kang Min-seok.
Tra certezze e smentite
Difficile avere certezze in merito alle condizioni di Kim. Certo è che nel corso degli anni sono emerse varie speculazioni sulla leadership della Corea del Nord, in base alla partecipazione o meno dei singoli leader a importanti eventi statali. Ad esempio, lo scorso 15 aprile, Kim non ha partecipato alla festa più importante del Paese: la celebrazione del nonno e fondatore dello Stato, Kim Il Sung. Dalla sua ascesa al potere, nel 2011, Kim Jong-un non aveva mai mancato di visitare il mausoleo per il compleanno del nonno, che coincide anche con parate militari su larga scala ed altri eventi culturali e sportivi. Il punto è che quattro giorni prima lo stesso Kim era presente, a Pyongyang, a una riunione del Partito.
Alcuni analisti hanno collegato le notizie sulla salute di Kim alla pandemia di Covid-19. C’è chi ha unito i due punti, ma il possibile contagio del leader non trova alcuna conferma ufficiale o ufficiosa. Insomma, le prove sul presidente nordcoreano in fin di vita scarseggiano. Anche perché a Pyongyang tutto tace; le scuole stanno per riaprire dopo la chiusura imposta dalle autorità a causa del nuovo coronavirus e non si sono registrate attività insolite. Qualora il presidente nordcoreano fosse realmente in fin di vita, la capitale sarebbe blindata.
Altro particolare da prendere in considerazione: anche sul fronte cinese tutto tace. Pechino ha smentito la malattia di Kim mentre il presidentissimo cinese Xi Jinping è partito per un’ispezione nella provincia dello Shaanxi. In caso di una possibile crisi nordcoreana, va da sé che non avrebbe mai lasciato la Città Proibita.
La Corea del Nord dopo Kim
Ipotizziamo che Kim sia davvero in gravi condizioni. Che cosa succederebbe alla Corea del Nord qualora il suo leader venisse improvvisamente a mancare? Tre gli scenari sul tavolo. Il primo: al posto di Kim Jong Un potrebbe salire al potere una figura prestabilita. Pochi giorni fa lo stesso presidente ha affidato un alto incarico all’interno del Partito dei Lavoratori della Corea alla sorella minore, Kim Yo Jong. La nomina conferma l’ascesa della donna che, secondo gli analisti, sarebbe uno dei principali consiglieri e collaboratori del fratello. Ricordiamo che Kim Yo Jong ha anche un ruolo diplomatico di rilievo, essendo stata incaricata di incontrare il presidente sudcoreano Moon Jae In nei colloqui per allentare la tensione tra le due Coree. L’ipotesi non è dunque da scartare.
Il secondo scenario, qualora non vi fosse una successione certa all’interno della famiglia Kim, potrebbe combaciare con una lotta intestina in seno alle istituzioni nordcoreane dagli esiti incerti, in particolare tra l’apparato politico del Paese e quello militare. L’ultima ipotesi, la peggiore ma anche la meno probabile, coincide invece con un’implosione dello Stato nordcoreano. Una dissoluzione in piena regola che potrebbe sancire l’uscita di scena di Pyongyang.