Donald Trump e i media americani hanno iniziato da tempo una guerra senza esclusione di colpi. Il presidente americano ha iniziato la sua campagna elettorale, già ai tempi delle primarie repubblicane, accusando i media di falsificazioni, di esagerazioni e di una continua denigrazione nei suoi confronti e di esaltazione degli avversari. Erano i tempi in cui nasceva il tormentone “fake news”, poi diventato un vero e proprio pilastro della comunicazione di The Donald.Una volta eletto presidente, le cose non sono andate certo migliorando. Nonostante la sua figura teoricamente super-partes, Trump ha continuato ininterrottamente ad attaccare i canali televisivi e i giornali che considerava suoi nemici. E allo stesso tempo, i giornali e le televisioni contrari a Trump – la maggioranza delle testate e dei canali nazionale e internazionali – hanno continuato a colpire duro contro il presidente eletto facendo sì che si perseguisse in questa campagna d’odio.L’ultimo episodio, in ordine di tempo, è quello avvenuto pochi giorni fa e che ha visto come protagoniste quattro canali televisivi americani: Cnn, Abc, Cbs e Nbc. L’entourage di Trump ha comunicato che sabato scorso, queste quattro reti televisive si sono rifiutate di emettere un comunicato ufficiale del comitato promotore della rielezione del presidente degli Stati Uniti, in cui si elencavano i successi del nuovo inquilino della Cassa Bianca e le “fake news” della stampa messe in circolazione per screditarlo.Il comitato per Donald Trump, che continua ad essere operativo per il 2020, nonostante il suo candidato sia già saldamente seduto nello Studio Ovale, e che ha come leader la nuora di Donald, Lara Trump, ha accusato i media di voler negare la verità. Per il comitato di Trump, il gesto delle televisioni è stato gravissimo perché ha segnato per la prima volta una censura dei media nazionali nei confronti di un presidente, anche se non gradito. Un gesto eclatante che, sempre secondo il gruppo, rappresenta una gravissima violazione della Costituzione americana, oltre che una grave forma di boicottaggio della politica di Washington.Il video promosso dal gruppo a sostegno di The Donald era, va detto, volutamente provocatorio. Nel video, che si può trovare ancora sulle pagine internet dedicate, si ricordano tutti i successi di Donald Trump nei primi cento giorni di presidenza, con un messaggio finale che recita, tradotto, che non si sapranno mai queste cose dalle “news”. Un attacco frontale di Trump e della sua squadra nei confronti dei media nazionali e a cui quattro delle principali reti televisive americano hanno risposto di no.La Cnn ha chiesto che fosse tolto dallo spot il messaggio esplicitamente diretto nei confronti dei media, tacciati di non asserire la verità dei fatti. Secondo la rete televisiva, infatti, i media generalisti non diffondono notizie false, e quindi non pubblicherà mai uno spot come quello in cui si accusa di falsificare i fatti.L’unica rete “generalista” ad aver evitato di far parte di questa grande battaglia sullo spot è stata la Fox. Fox che nel corso del tempo ha assunto posizioni sempre più vicine a Donald Trump e che, anzi, proprio recentemente ha ricevuto le congratulazioni dello stesso presidente per un successo di ascolti che, effettivamente, rappresenta un gesto abbastanza curioso da parte di un leader di una nazione come gli Stati Uniti. Un gesto che dimostra però anche il fatto che, nonostante tutto, Trump non possa fare a meno dei media. Fox rappresenta un alleato prezioso sia nel partito repubblicano sia nell’intero sistema statunitense. È una rete capillare, che arriva in milioni di case americane, e che rappresenta da sempre il punto d’incontro del mondo conservatore americano con la televisione.L’annuncio di sabato, che doveva essere mandato in onda lunedì, rappresenta, a detta dei promotori del comitato, il primo di una serie di spot tesi a mostrare all’elettorato americano i grandi successi raggiunti dal Presidente. Se questo è l’inizio, si suppone che il prossimo futuro vedrà ancora di più innalzarsi il livello dello scontro con i media. Uno scontro che a Trump è servito tantissimo per raggiungere la Casa Bianca, perché si è mostrato come il leader del popolo contro i media amici dei potenti. Ma ora che è Presidente degli Stati Uniti d’America, il rischio è che questa guerra si possa trasformare in un boomerang inquietante.





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