Attaccare l’Iran per aiutare i sauditi in Yemen. Questa la proposta shock lanciata da Micheal Morell, ex-direttore della Cia e consigliere di Hillary Clinton. Destabilizzare Teheran per “far tornare la fiducia ai nostri alleati sunniti”, celebri per il essere il più grande sponsor mondiale del terrorismo. Così si espresso martedì al Center for American Progress di Washington, centro fondato da John Podesta, direttore della campagna elettorale della candidata democratica. Parole pesanti, che hanno fatto subito scoppiare la polemica. “Siamo tornati e ora ritorneremo ad essere leader”, ha aggiunto Morell, che molti ritengono avrà un ruolo di primo piano nell’amministrazione della Clinton, se sarà lei a vincere.Parlando dei rifornimenti mandati dall’Iran via mare ai ribelli Houthi, massacrati in Yemen con l’aiuto decisivo dei sauditi, Morell ha dichiarato: “Non avrei alcun problema, come linea di condotta, a mandare i nostri marines sulle navi iraniane e, se ci fossero armi a bordo, a invertire al rotta”. Un vero e proprio atto di guerra nei confronti di Teheran.Fiero oppositore dell’accordo sul nucleare con l’Iran, Morell non è nuovo a uscite di questo genere. Solo tre mesi fa in una trasmissione Tv aveva dichiarato di voler “farla pagare a russi e iraniani in Siria”, facendo esplicito riferimento ad assassinii mirati da eseguire in segreto. Un approccio muscolare e aggressivo, che la dice lunga su quale potrebbe la linea in politica estera della favorita nella corsa alla Casa Bianca. Tempo fa il consigliere Morell è salito alla ribalta anche per aver difeso l’uso della tortura, nonché le uccisioni con i droni, che sono forse l’eredità più importante lasciata ai posteri dal premio Nobel per la pace Barack Obama.Tutti i media continuano a ripeterci che se vince la Clinton il mondo sarà un posto migliore. Possibile, e in effetti Trump, almeno a parole, ha dato prova di non essere uno stinco di santo, di essere uno che i conflitti li crea anziché risolverli. Ma siamo proprio sicuri che Hillary e i suoi siano meglio? La politica estera della Clinton, anche per quanto riguarda il Medio Oriente, ha molte zone oscure. Come ha dichiarato il presidente iraniano Rouhani a chi gli chiedeva la sua opinione sui due candidati: “Dobbiamo preferire il male al peggio o il peggio al male?”.
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