La Cina deve fare i conti con il divario di ricchezza tra le città costiere e quelle dell’entroterra. Il problema è di vecchia data, solo che il governo cinese si trova ad affrontarlo con urgenza all’indomani della guerra dei dazi. Le tariffe aggiuntive imposte dagli Stati Uniti sulle esportazioni di Pechino aggravano la forbice economica tra centro e periferia dell’Impero di Mezzo.

Allarme rosso

Trump ha in qualche modo colpito là dove la Cina era vulnerabile. Il problema – e lo abbiamo ripetuto più volte – è che la guerra commerciale tra Washington e Pechino rischia di lasciare a terra tutti gli sfidanti. Se l’economia cinese rallenta, a farne le spese sono anche quelle di Stati Uniti, Europa e resto del mondo. Quindi ha poco senso, per Trump, intestardirsi sui dazi. Intanto però la mossa della Casa Bianca ha riportato alla luce un problema non da poco per Xi Jinping. Ovvero, il divario tra i cittadini che abitano lungo le coste della Cina e coloro che vivono lontani dai grandi centri urbani. I dazi pesano tantissimo sulle provincie, regioni e municipalità cinesi che affidano la loro economia alle esportazioni. Il guaio è che a esserne maggiormente colpiti sono i centri nevralgici che costituiscono la locomotiva della Cina.





Una locomotiva impazzita

Prendiamo il caso di Guandong e Zehjiang, provincie costiere che danno rispettivamente sul Mar Cinese Meridionale e Orientale. In entrambe il peso dell’export sul pil regionale supera il 30%, ed è ovvio che i dazi penalizzano l’ascesa economica delle due località. Ma se a frenare è la locomotiva, i vagoni che le stanno dietro rischiano di sfasciarsi. Ed è questo l’incidente che deve evitare a tutti i costi Xi Jinping. Anche a Shanghai e Pechino i valori citati poco fa sono elevatissimi: oltre il 30% nella prima città, fra il 10 e il 20% nella capitale. In mezzo ci sono molte altre province che fanno registrare valori simili.

Il buco nero della Cina

È nell’entroterra della Cina che si crea un buco nero. Qui il peso delle esportazioni sul prodotto interno lordo si attesta dallo 0 al 10%. Il rischio enorme è che sotto la pressione dei dazi la Cina possa letteralmente spaccarsi in due o più tronconi. La locomotiva potrebbe prendere una propria direzione, mentre l’entroterra smetterebbe di crescere. Purtroppo per il Dragone – è la storia a insegnarlo – quando l’Impero è diviso, gli avversari hanno gioco facile nel conquistarlo.

Rischio separazione?

Insomma, la Cina deve affrontare importanti sfide interne, dalle quali dipende la tenuta dell’intero sistema. Per Pechino è fondamentale che i negoziati con gli Stati Uniti per cessare la guerra dei dazi offrano la fumata bianca prima del prossimo marzo. Il 1 marzo rappresenta infatti la linea rossa oltre la quale cesserà la tregua commerciale tra Trump e Xi Jinping. La tattica degli Stati Uniti appare evidente: far accartocciare la Cina su se stessa approfittando delle contraddizioni domestiche del Dragone. Non mancano analisti che prevedono nel prossimo futuro una divisione interna della Cina causata proprio dalla guerra dei dazi.

Come cambia la qualità della vita

Il governo cinese deve tuttavia fare attenzione anche alla qualità della vita dei suoi cittadini. Il patto politico tra Partito e Popolo si basa su fondamenta ben precise: un continuo benessere economico in cambio della fedeltà al partito unico. Appare tuttavia sempre più difficile giustificare la forbice economica che separa le solite provincie costiere da quelle interne. Nel discorso di inizio 2019 Xi Jinping ha sottolineato come nel 2018 ben 10 milioni di abitanti siano usciti dalla soglia di povertà. Eppure c’è ancora tanto da fare. Il piano prevede che entro il 2030 dovrebbero uscire i rimanenti 30 milioni.

I dati parlano chiaro

Tanto per fare un confronto concreto andiamo a dare uno sguardo al prodotto regionale lordo pro capite in yuan. I dati offerti dal China’s Gross Regional Product sono piuttosto chiari. Il Guandong si attesta nella fascia più alta, con un prodotto pro capite che va dai 67 ai 59 mila yuan, proprio come lo Shandong e il Jiangsu. Nell’interno ci sono invece casi come il Gansu (6837), Guizhou (9266) e Qinghai (2303). Xi Jinping ha già presto nota in vista delle prossime, necessarie, riforme economiche. Perché solo risolvendo le contraddizioni interne la Cina potrà scalzare una volta per tutte gli Stati Uniti.

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