Un nuovo scandalo colpisce la sanità della Cina. Un lotto di plasma prodotto dalla Shanghai Xinxing Pharmaceutical è risultato essere contaminato dal virus dell’Hiv. La quantità è ingente, dal momento che si parla di oltre 12.000 trattamenti al plasma sanguigno venduti in tutto il paese. La Commissione Nazionale della Salute cinese (NHC) ha già avvertito gli ospedali di sospendere immediatamente l’uso della partita incriminata.
Allarme rosso
Tutto nasce da una segnalazione della commissione provinciale per la salute del Jiangxi, nella Cina orientale. Nel lotto sarebbero state rilevate tracce del virus dell’immunodeficienza ed è subito scattato l’allarme. Nonostante il sequestro dei campioni c’è il rischio che diversi pazienti, entrati in contatto con il plasma infetto per motivi medici, possano esser stati contagiati. La confusione, intanto, ha continuato a regnare sovrana . L’Amministrazione Nazionale dei Prodotti Medici (Nmpa) ha decretato che i campioni esaminati sono privi di Hiv e altri virus, quali epatite B e C. Eppure è già scattata una mezza psicosi.
Nessun contagio ma situazione da monitorare
Il lotto infetto ha un numero identificativo e comprende 12.229 flaconi da 50 ml di plasma da utilizzare per via endovenosa. La scadenza riportata sui flaconi è l’8 giugno 2021. Stando a quanto riportato dai rappresentanti del Centro Provinciale di controllo per le malattie dello Jiangxi, nessun paziente avrebbe contratto il virus dell’HIV. È stato poi comunicato che il rischio di contagio è molto basso per coloro i quali hanno ricevuto il trattamento. Le autorità continuano comunque a monitorare la situazione con estrema attenzione.
Errore umano
Ma com’è potuta avvenire una situazione del genere? La Shanghai Xinxing Pharmaceutical è la seconda azienda statale nella produzione di prodotti ematici di origine medica. Dopo lo scandalo ha subito ricevuto l’ordine da Pechino di cessare la produzione dei trattamenti e di avviare un richiamo di emergenza. I casi ipotizzati sono due. O tutto è stato causato da un donatore di sangue infetto oppure c’è stato un problema in fase di produzione. In entrambi i casi l’errore umano è pesantissimo, una vera e propria bomba sanitaria. Per il momento le autorità rassicurano gli animi: nessuno è stato contagiato. Tornando alla domanda iniziale, oltre a corruzione e bassi controlli, c’è chi indica nel protezionismo farmaceutico cinese una delle cause principali della bassa qualità dei medicinali in Cina. Senza aziende farmaceutiche estere oltre la muraglia – sia per controlli che per la burocrazia – le aziende locali hanno in mano un mercato infinito.
I precedenti scandali sanitari
Non è la prima volta che la sanità cinese fa parlare di sé per episodi negativi. Lo scorso febbraio le autorità hanno punito 80 funzionari legati allo scandalo dei vaccini antirabbia. L’azienda farmaceutica Changchun Changsheng Biotechnology è stata condannata a pagare una multa di 1,3 miliardi di dollari per aver contraffatto la data di scadenza di alcuni vaccini. L’ultimo scandalo è quello della somministrazione di vaccini scaduti a 145 bambini nella provincia di Jiangsu. L’errore ha provocato una dura protesta dei genitori che si sono scontrati con la polizia.