L’Italia potrebbe finalmente avere un ambasciatore Usa dopo due anni. Secondo fonti vicine al dipartimento di Stato degli Stati Uniti, il presidente Joe Biden avrebbe scelto Jack Alan Markell come prossimo capo della missione diplomatica americana a Roma. La nomina sarà ufficializzata nei prossimi giorni.
Chi è Jack Markell, il prossimo ambasciatore Usa in Italia
62 anni, dal 2022 ambasciatore all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) a Parigi, Markell è uno storico alleato di Biden, provenendo dal suo stesso Stato, il Delaware, di cui è stato governatore per due mandati di fila dal 2009 al 2017, presidente dell’associazione nazionale dei governatori e prima ancora tesoriere.
Di origini ebraiche, nel 2021 è stato chiamato dal governo federale per portare a termine l’Operation Allies Refuge con l’obiettivo di accogliere e assistere gli oltre 100mila civili in fuga dall’Afghanistan dopo il ritiro delle truppe statunitensi da Kabul e la conseguente ascesa al potere dei talebani. Ha una laurea in economia e un master in finanza e in passato ha lavorato da banchiere per First Chicago Corporation, come manager per Comcast Corporation e da consulente a McKinsey.
Markell era inoltre una delle figure professionali in lizza per sostituire Ron Klain come capo di gabinetto del presidente a febbraio, ma la Casa Bianca ha deciso di optare per Jeff Zients. A riprova, dunque, dell’alta considerazione e della fiducia di Joe Biden nei suoi confronti, al quale è legato, peraltro, grazie all’amicizia maturata con il figlio prematuramente scomparso, Beau Biden, già procuratore generale del Delaware.

Superato lo stallo sulle nomine diplomatiche
Una designazione travagliata, quella del 35esimo ambasciatore statunitense della storia in Italia. L’amministrazione Biden, in carica dal 2021, aveva temporaneamente lasciato la guida di Villa Taverna agli incaricati d’affari (rappresentanti vicari degli ambasciatori ma di rango inferiore) Thomas Smitham e Shawn Crowley, alternatisi negli ultimi due anni.
La maggioranza democratica al Senato non era stata in grado di superare l’ostruzionismo dell’opposizione repubblicana, che ha tenuto in sospeso le nomine di altri ambasciatori importanti, arenatesi per mesi nelle commissioni. Ma qualcosa era cambiato dopo la rottura dell’impasse sull’ambasciatore in India, per il quale è stato selezionato l’ex sindaco di Los Angeles Eric Garcetti lo scorso marzo. E qualcuno ha iniziato a credere che lo stallo nel nostro Paese era rappresentato ormai soltanto dall’indecisione del presidente e dei suoi consiglieri.
Sono queste le incognite del cosiddetto spoils system: la partita delle nomine governative negli Stati Uniti non si gioca sul merito dei potenziali funzionari pubblici. A contare di più sono infatti fattori come la lealtà e il livello di sostegno economico dato durante la campagna elettorale del candidato presidenziale. Nondimeno, stavolta il profilo combacia con quello di un politico più tecnico passato nel frattempo alla carriera diplomatica.
L’ipotesi (naufragata) di Nancy Pelosi inviata a Roma
Per un breve periodo sembrava che a succedere Lewis Eisenberg, nominato nel 2017 da Donald Trump, sarebbe stata l’ex speaker della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi. Proprio in qualità di speaker Pelosi aveva visitato diverse volte Roma lo scorso anno, assecondando dunque le voci di un suo possibile avvicendamento a Villa Taverna.
Alla fine, però, Pelosi, rieletta alle ultime elezioni di Midterm a novembre, ha preferito dedicarsi all’attività legislativa al Congresso e tramite il suo portavoce ha fatto sapere di non essere interessata a ricoprire questo prestigioso incarico.
La carica di ambasciatore Usa in Italia, vale la pena ricordarlo, è una delle posizioni più ambite in America non solo per il peso nelle relazioni bilaterali, ma anche per il valore storico insito nella residenza dell’ambasciatore degli Stati Uniti nella Capitale. Villa Taverna, con i suoi ampi giardini dove risaltano suggestive statue in marmo, anfore e fontane, è stata affittata nel 1933 al governo Usa, che la rioccupò in modo permanente al termine della Seconda guerra mondiale. Gli uffici della missione diplomatica a Roma hanno sede invece in via Vittorio Veneto.