Amy Klobuchar è la meno mainstream delle donne candidate alla primarie democratiche, ma è pure quella che meglio delle sue colleghe può raccogliere consensi al centro. Con le sue competitor ha poche qualità in comune, tra queste c’è il fatto di occupare uno scranno in Senato. Per il resto, tra la Klobuchar e le altre, cioè la Harris, la Gabbard e la Warren, c’è un abisso. Per quanto “le quattro” abbiano cominciato a proporre sui social un video attraverso cui sposano battaglie comuni.

Può vantare origini svizzere e slovene, ma è nata a Plymouth, in Minnesota, dove la polarizzazione del quadro politico statunitense è molto sentita. “Bernie Sanders può battere il Tycoon nel Midwest” è una delle sentenze che circola con maggiore frequenza negli ambienti politologici. Insomma: il fatto che la Klobuchar provenga da un’area operaistica, ma che cavalchi le istanze del moderatismo non gioca a suo favore.

La figura di quest’esponente degli asinelli è balzata alle cronache per via dei comportamenti che terrebbe nei confronti dei suoi collaboratori. Si va dai racconti secondo cui sarebbe solita lanciare degli oggetti alle critiche relative un’eccessiva rotazione tra i membri del suo team. Che la senatrice non sia un tipo tenue è abbastanza pacifico. La sua narrativa è composta da paesaggi innevati, scene familiari e bagni di popolo. Per accorgersene basta buttare un occhio sul suo profilo Instagram.

Ha un piccolo vantaggio: finché Joe Biden non comunicherà la sua decisione – a proposito: nei sondaggi sulle primarie l’ex vicepresidente di Barack Obama sta iniziando a scivolare dietro Bernie Sanders – la nativa di Plymouth rappresenta l’unica proposta politica liberal – moderata della competizione interna. Può non pagare subito. Gli elettori potrebbero però iniziare a premiarla in corsa, quando le linee che dividono il suo campo da quello dei socialisti saranno nitide.

Steve Bannon sembra sicuro del fatto che a ottenere la nomination, alla fine, sarà un candidato di sinistra. L’ex procuratrice – questa, a essere precisi, è una caratteristiche che accosta la Klobuchar a Kamala Harris – sarebbe tagliata fuori. Travolta, magari, dal divampare delle istanze progressiste. Alcuni membri del suo staff stanno cercando di smentire gli episodi per i quali è stata attaccata da qualche media: quelli sui presunti maltrattamenti ai danni dei membri del suo staff. La sensazione è che, prescindendo dalla veridicità del quadro presentato, questa sia una delle poche circostanze in cui sentiremo parlare della senatrice con grande interesse.

Come tutti gli outsider, la Klobuchar potrebbe interrompere la sua avanzata, ritirando la candidatura a primarie iniziate. Il suo endorsement, neanche a dirlo, sarebbe destinato a un centrista. Ma del discorso di Joe Biden, quello che serve a ufficializzare la candidatura, non si hanno ancora notizie. La senatrice del Minnesota non può che sperare che quel discorso non abbia mai luogo.





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