Carlo Calenda rompe col Partito Democratico dopo la decisione di Enrico Letta di imbarcare Sinistra Italiana e Verdi nella coalizione progressista e accusa il centrosinistra italiano di essere eccessivamente legato agli schemi del passato. “Ho sbagliato, ho commesso l’ingenuità di pensare che il Pd fosse pronto a fare una ‘Bad Godesberg’, che avrebbe rappresentato la sinistra”, ha il leader di Azione, motivando a In mezz’ora in più la decisione di rompere l’alleanza con il Pd. 

Con una perifrasi storica raffinata a parole, Calenda lancia il più duro degli attacchi a Letta e ai dem. Bad Godesberg fa infatti riferimento a una delle pietre miliari della storia della Sinistra europea, il congresso dei Socialdemocratici tedeschi del 1959 con cui la Spd rottamò definitivamente la sua impostazione marxista. Nel 1959 la Spd si ritrovò nell’omonima località termale alla periferia di Bonn e pose fine al dominio sulla sua impostazione politica del programma di Heidelberg adottato nel 1925 che faceva del partito un rappresentante autodichiarato della classe operaia, di impostazione marxista e a tendenza massimalista-rivoluzionaria.

Bad Godesberg aprì la strada all’alternanza democratica nella Repubblica Federale Tedesca plasmando la Spd come grande forza laburista ma aperta al mercato, lontana dalle posizioni legate al comunismo e all’impostazione sovietica dell’economia, dinamica nel rapporto coi corpi sociali, non vincolata al solo elettorato operaio. I quattro cancellieri avuti dal partito (Helmut Schmidt, Willy Brandt, Gerhard Schroeder e Olaf Scholz, attuale capo del governo) hanno avuto il ruolo di interpreti del programma di Bad Godesberg o di loro diretti eredi.

In prospettiva, Bad Godesberg consolidò la democrazia tedesca. Mai gli alleati occidentali di Bonn avrebbero permesso l’ascesa di un governo tedesco guidato da una formazione tanto radicale: l’alternativa democratica venutasi a creare nel Paese con la svolta della Spd consolidò la sicurezza e il virtuosismo del modello tedesco di politica e sviluppo economico.

In sostanza Bad Godesberg implica l’idea di una Sinistra moderna, aperta al mercato e alle dinamiche del capitalismo desiderosa di cambiare gli equilibri del sistema ma non di sovvertire con forza le istituzioni. Significa la metafora di una Sinistra capace di essere democratica e progressista senza essere giacobina. In sostanza, in Germania la Spd ha accettato l’ordoliberismo costruito dalla Cdu adenaueriana. L’affondo di Calenda contro il Pd è una stilettata sottile ma che impone un giudizio di valore chiaro: alleandosi con partiti come la Sinistra di Frattoianni e i Verdi i dem, che si presentano all’esterno, con vanto, come uno dei partiti riformisti più grandi d’Europa, avrebbero fatto il percorso inverso verso il rifiuto della modernizzazione del mondo progressista. Compiendo un errore grave e tornando indietro oltre percorsi già attraversati in tutta Europa dalla Sinistra, che nella Spd ha avuto sempre un modello organico. Il Partito Comunista Italiano ebbe la sua Bad Godesberg a più tappe tra il Memoriale di Yalta di Palmiro Togliatti, datato 1964, che segnò l’inizio delle critiche al modello sovietico, e il varo dell’Eurocomunismo da parte di Enrico Berlinguer; il Partito Socialista Francese nell’accettazione da parte di François Mitterrand del modello della Quinta Repubblica edificato dal generale De Gaulle, di cui divenne il più longevo dei presidenti. Il Partito Laburista inglese nel lancio dell’agenda riformista del New Labour dopo le dure sconfitte subite da una piattaforma programmatica radicale contro i Conservatori di Margareth Thatcher negli Anni Ottanta.

Per Calenda oggi la Bad Godesberg alla rovescia del Pd è il rifiuto dell’agenda Draghi insito nella scelta degli alleati, contrari alle proposte politiche liberali, industrialiste e tecnocratiche di Azione, esponente di un centro radicale molto lontano dalle frange a sinistra del mondo dem. L’accusa velata è di veteromarxismo, anche se va detto che in Italia fu proprio un Pci pienamente istituzionalizzato a creare la piattaforma programmatica basata su ecologismo, pacifismo e sostegno ai diritti civili che sostituì la vecchia impostazione operaia del partito. Calenda riapre l’eterno dibattito sulla Sinistra: è vincente quando resta ancorata alle tradizioni o quando si plasma rispetto al mondo? L’accusa dell’ex ministro dello Sviluppo Economico è che il Pd abbia scelto la prima via a scapito della seconda.

Molte critiche al Pd, anche da eminenti intellettuali come Luciano Canfora, sottolineano che il centrosinistra italiano ha invece deviato dalla prima strada. La verità è che troppo spesso il centrosinistra italiano ragiona più in termini di potere che di idee, di conservazione dell’esistente in nome di un compattamento contro il nemico esterno piuttosto che di consolidamento del suo perimetro. La Bad Godesberg del 1959 è già stata vissuta dall’ex Pci, che comunque restava figlio di un mondo ideologico molto solido, capace di adattarsi al mondo criticamente. Il Pd, ma anche il partito di Calenda, è invece figlio di un mondo più liquido dove una Bad Godesberg è impossibile.

In quanto partito di sistema il Pd mira, aritmeticamente, a consolidare le sue forze elettorali per evitare la vittoria della destra. Il vero problema sottolineato da Calenda è che non c’è alcun rigore programmatico nella scelta della coalizione da parte di Letta, che in potenza avrebbe potuto unire liberali e critici feroci del liberismo, ecologisti e sostenitori del nucleare, cattolici e radicali. Il punto di caduta della sua critica è il fatto che Calenda si rivendica portatore di un mondo moderato e progressista senza aver la complessità politica, culturale o ideale di una Spd vecchio stampo. Ma solo l’idea della ricerca di una rendita di posizione in rapporto al posizionamento degli ex alleati dell’era Draghi, da combattere unicamente con posizioni politiche di breve cabotaggio e un programma striminzito e tutt’altro che espressione di una visione ideale ben trutturata.