Il Dipartimento di giustizia canadese ha annunciato ufficialmente l’inizio del procedimento di estradizione nei confronti di Meng Wanzhou, scatenando l’ira del governo cinese.
Meng, la direttrice finanziaria di Huawei Technologies, è stata arrestata a Vancouver lo scorso dicembre con l’accusa di frode e di aver violato le sanzioni statunitensi all’Iran. Secondo quanto si apprende dalla nota del Dipartimento di giustizia, Meng dovrà comparire in tribunale il 6 marzo, data stabilita per l’udienza riguardante l’estradizione.
La Cina ha duramente commentato la decisione del Dipartimento di giustizia canadese, ribadendo le richieste di rilascio già espresse nei mesi precedenti. I rapporti tra i due Paesi sono deteriorati rapidamente dall’inizio della vicenda.
I possibili risvolti della vicenda
Considerati gli stretti legami tra Usa e Canada, è probabile che il governo di Justin Trudeau conceda l’estradizione ma, data la lentezza del sistema giudiziario canadese, potrebbero addirittura trascorrere mesi (anni, se i legali di Meng ricorressero in appello) prima che Meng raggiunga gli Stati Uniti.
Lo scorso dicembre, il presidente statunitense Donald Trump ha affermato che potrebbe intervenire nella vicenda se fosse utile agli interessi di sicurezza nazionale o se favorisse un’intesa commerciale con la Cina. Alcuni giorni fa, Trump ha addirittura avanzato l’ipotesi di far cadere le accuse.
In seguito all’arresto di Meng a Vancouver, il governo cinese ha arrestato due cittadini canadesi in Cina, e condannato a morte il canadese Robert Schellenberg, arrestato per traffico di droga nel 2014.
L’ambasciata cinese in Cananda ha pubblicato una nota sul suo sito definendola una “persecuzione politica contro un’azienda di high-tech cinese” e richiedendo nuovamente l’immediato rilascio della cittadina cinese.
Il governo canadese ha sempre rifiutato di accogliere le istanze cinesi, asserendo di non poter intervenire nelle questioni giudiziarie.
Con buone probabilità, Pechino non accetterà passivamente l’estradizione di Meng Wanzhou. In una tale circostanza, la Cina potrebbe bloccare definitivamente le importazioni di canola dal Canada, che nel 2017 hanno raggiunto i 2,5 miliardi di dollari.
La Cina continuerà a fare pressioni sul Canada per il suo rilascio e intanto auspica un intervento del presidente Trump. Il caso Meng verrà sicuramente discusso nel prossimo incontro tra Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, previsto per la fine di marzo.
Nel frattempo, al primo ministro canadese Justin Trudeau non resta che sperare che Washington raggiunga un accordo con Pechino.