Rispetto alla precedente amministrazione la nuova squadra del presidente statunitense Trump sembra voler cambiare approccio e adottare contromisure più decise quando si parla di lotta all’Iran e ai suoi primi alleati nella regione, ovvero gli Hezbollah libanesi. Il venerdì della settimana scorsa infatti Trump ha dato il via libera per applicare sanzioni mirate a destabilizzare il network finanziario di Hezbollah in Medio Oriente che si estende fino alle sue ramificazioni in nord-Africa e che viene combattuto da quando, nel 2008, la Drug Enforcement Administration ha lanciato il Progetto Cassandra.
Un passo indietro. Secondo la lunga e dettagliata inchiesta di Politico il “Project Cassandra” è stato istituito quando sono state accumulate prove che gli Hezbollah avessero sviluppato la capacità di usare i loro businness – dal commercio di droga fino alla vendita di macchine usate – per foraggiare il loro movimento; introiti da sommare ai 700milioni di dollari che secondo gli Stati Uniti arrivano ogni anno direttamente da Teheran per supportare le azioni di Hezbollah. Somme indifferenti per Washington ma che nel teatro mediorientale possono influire pesantemente.
La data dell’elezione di Obama nel 2009 marca, secondo Politico, la fine del Progetto Cassandra, o quantomeno stravolge la sua struttura rispetto all’intento con cui era stato istituito l’anno prima. Uno dei successi considerati il fiore all’occhiello dell’amministrazione Obama è l’accordo sul nucleare raggiunto con l’Iran nel 2015. Obama criticò pesantemente l’approccio dell’amministrazione Bush nei confronti del paese degli Ayatollah perché, diceva, avrebbe causato nuove tensioni con un attore di centrale importanza per gli interessi americani invece di risolverle. Anche per questo l’ex presidente statunitense optò per una politica di apparente “rapprochement” nei confronti del mondo arabo-musulmano, politica che ha raggiunto il suo climax proprio nel Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA, o Iran Nuclear Deal). A questo punto ha giocato un ruolo cruciale l’ex Consigliere per l’anti-terrorismo ed ex direttore della CIA John Brennan, che con le sue idee ha consolidato la posizione di Obama spingendolo ancor di più verso la propria linea politica. In un articolo di ricerca pubblicato dallo stesso Brennan nel 2008 e intitolato “The Conundrum of Iran: Strengthening Moderates without Acquiescing to Belligerence” l’ex capo dei servizi segreti e consigliere di Obama spiega chiaramente quali fossero le sue opinioni su come trattare con la galassia sciita presente in Medio Oriente. I 3 punti principali dell’approccio auspicato da Brennan sono i seguenti: 1) abbassare i toni della retorica anti-Iran, 2) stabilire un dialogo diretto con Teheran, 3) favorire l’assimilazione di Hezbollah nella vita politica libanese così da sperare di poter de-radicalizzare il movimento rendendolo indipendente dall’influenza iraniana.
Secondo l’inchiesta di Politico a Obama era stato consigliato di evitare di colpire i soggetti scoperti dal Progetto Cassandra, proprio durante i colloqui con l’Iran per trovare un accordo sul nucleare, perché le sanzioni contro il network di Hezbollah avrebbero potuto compromettere il dialogo tra Washington e Teheran. Inoltre, come accennato, Brennan nutriva grande speranza nei confronti del movimento libanese perché ai suoi occhi “la loro è una evoluzione molto interessante; da organizzazione terroristica si sono evoluti in una milizia riconosciuta per poi riuscire a entrare addirittura in parlamento”. Insomma Brennan vedeva chiara la possibilità di rendere Hezbollah uno strumento nelle mani degli Stati Uniti piuttosto che una minaccia per l’America.
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Con l’avvento del presidente Trump l’approccio statunitense nei confronti dell’Iran sembra cambiato radicalmente tanto che fin dalla campagna elettorale “The Donald” ha promesso di stracciare l’accordo sul nucleare, considerato (non dall’attuale presidente degli Stati Uniti) il successo degli anni della presidenza Obama. Trump però ha deciso di non fermarsi all’Iran e di colpire direttamente anche coloro che hanno supportato Teheran durante il conflitto siriano e proprio per questo venerdì scorso ha dato il via libera per le sanzioni contro coloro che in Libano sono accusati di finanziare Hezbollah. Secondo il segretario del Tesoro Steven Mnuchin l’obiettivo è quello di compromettere la capacità dei miliziani di Hezbollah di trarre profitto dai business nelle loro mani e sparsi in tutta la regione. Per ora le sanzioni hanno colpito sei individui, cinque libanesi e uno di origini irachene e legati alla compagnia di costruzioni “Al-Inmaa Engineering and Contracting.”, le cui succursali operano in Sierra Leone, Liberia, Libano e Ghana. E questa, secondo l’amministrazione Trump , è solo la prima “ondata” di sanzioni che colpiranno gli alleati di Teheran. Il Progetto Cassandra potrebbe tornare a nuova vita.