Theresa May ha pronto un “Piano B” sulla Brexit per cercare di trovare una soluzione per la frontiera irlandese.
L’idea della premier britannica è quella di rimanere all’interno dell’unione doganale fino alla fine del 2021, o forse anche oltre. In questo periodo di tempo, si cercherà di trovare un compromesso fra Irlanda e Regno Unito per superare quello che resta uno dei principali ostacoli alla Brexit: il confine irlandese.
La scelta del governo May non appare affatto semplice. Innanzitutto perché si tratta di una sconfitta. Aveva promesso una hard Brexit nel caso di mancato accordo. Mentre adesso appare più incline al dialogo proprio sull’unione doganale, uno dei capisaldi della propaganda a favore dell’uscita di Londra dall’Unione europea.
Se rimane nell’unione doganale, la Gran Bretagna non avrà possibilità di riconquistare la la sovranità desiderata con il voto del referendum del 23 giugno 2016. La piena libertà sul commercio è essenziale. Ma c’è un rischio che a Londra non vogliono correre. E cioè che senza concreti passi in avanti sulla questione irlandese, l’Ue ponga un ostacolo insormontabile e allunghi ancora di più i già complicati negoziati per l’uscita del Regno.
Cosa dice il documento di Londra
Nel documento pubblicato ieri dal governo britannico, si riconosce “la necessità di di proteggere l’Accordo di Belfast in tutte le sue parti, incluso il fatto che non ci sarà una frontiera fisica tra l’Irlanda del Nord e l’Irlanda, e nessuna infrastruttura fisica o controlli collegati”.
L’idea britannica nasce dal fatto che la proposta di Bruxelles era considerata del tutto inaccettabile. L’Ue aveva proposto al Regno l’allineamento normativo dell’Irlanda del Nord con il quadro normativo europeo. Per la Gran Bretagna, un discorso che avrebbe decretato l’inserimento di Belfast nella cornice giuridica comunitaria, di fatto creando un doppio standard normativo fra Gran Bretagna e Irlanda del Nord. Decisione rifiutata anche da buona parte della popolazione nordirlandese tradizionalmente unionista.
“Accolgo positivamente la pubblicazione della proposta dl Regno Unito sugli aspetti doganali del backstop Irlanda-Irlanda del Nord” – ha scritto su twitter Michel Barnier, capo negoziatore per l’Unione europea nella questione Brexit. “La esamineremo con 3 domande: è una soluzione che funziona per evitare una frontiera fisica? Rispetta l’integrità del Mercato Interno e dell’unione doganale? È un backstop per ogni evenienza?”.
Dubbi che però non sembrano essere dissipati. Da parte di Dublino permangono le perplessità. Simon Coveney, ministro degli Esteri della Repubblica d’Irlanda, che dichiarato di ritenere “vitale” un accordo legalmente vincolante che sia per sempre “evitata una frontiera fisica”.
I dubbi su Theresa May e la Brexit
Su Theresa May si apre il dibattito. C’è chi dice che, grazie al suo lavoro diplomatico, sia riuscita a trovare un accordo che permetta di progredire nella Brexit. Ma c’è anche chi ritiene che questo cosiddetto backstop sull’unione doganale di fatto rappresenti una sconfitta per i brexiters e per il suo governo.
Gli esperti giuridici, infatti, credono improbabile che questo accordo trovi il limite temporale nel 2021, come suggerito dal governo di Sua Maestà. E c’è chi crede che sia il preludio per una Brexit molto soft e senza reali prospettive di uscita definitiva dall’Unione europea.
Le pressioni su un ripensamento del governo britannico sono moltissime. Gli interessi finanziari e politici sul fatto che Londra non vada via dall’Unione europea sono sul piede di guerra. Ma da parte di May e del suo esecutivo c’è sempre stata totale sintonia con la volontà espressa dall’elettorato del Regno.