Gli occhi del mondo sono puntati sulla cittadina costiera francese di Biarritz che, da oggi, ospita l’incontro del G7: uno degli appuntamenti più importanti per la comunità internazionale. Diverse le questioni calde che verranno affrontate dai leader dell’Unione Europea e dal gruppo dei sette. Quest’anno il meeting si svolgerà sotto la presidenza della Francia che riceve il testimone dal Canada dove lo scorso anno si è tenuto l’incontro. Ad aprire le danze sarà il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk seguito dal presidente francese Emmanuel Macron. Grande assente sarà invece Jean-Claude Juncker per motivi di salute.
Il “menu del giorno”
Tra i punti in agenda svettano le tensioni commerciali che caratterizzano il panorama mondiale dall’insediamento del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. E ancora, la riforma della World Trade Organization giunta in eredità dal G20 di Osaka al fine di preservare al meglio il sistema regolamentato di scambi internazionali minacciato dalla guerra dei dazi.
La presidenza francese punta tutto sulla lotta contro le “ineguaglianze”. Trovano spazio, quindi, la discussione sulla parità di genere con l’atteso annuncio dell’Affirmative Finance Action for Women in Africa, il supporto finanziario dell’Unione Europea alla Banca africana di sviluppo. Si parlerà anche dei crescenti rapporti con l’Africa e dei progetti dei paesi membri del G7 per la creazione di strumenti a supporto dello sviluppo economico sul continente.
Tra gli altri temi all’ordine del giorno rimane centrale la questione ambientale. In questa sede verrà rinnovato l’impegno dell’Unione europea con l’Accordo di Parigi per la riduzione delle emissioni di gas serra e per incentivare ed implementare gli investimenti finanziari in sostenibilità. I discorsi verteranno anche sui prossimi passi in tema di G7 Ocean Plastic Charter, il provvedimento adottato durante lo scorso incontro a Charlevoix per la riduzione dell’inquinamento da plastica.
Le questioni aperte
La tabella di marcia di questa tre giorni sembra essere, quindi, ben definita. Ci sono, tuttavia, diverse questioni che rimangono nel “fuori menu”. Partendo dall’Italia, il G7 vedrà la prima apparizione del premier uscente Giuseppe Conte dopo le dimissioni del 20 agosto. Una deadline importante incombe sull’Italia proprio nei giorni del G7 e nel procrastinarsi della crisi di governo. Il 26 agosto è infatti la data limite per la presentazione a Bruxelles del nome del commissario europeo per l’Italia, finora non pervenuto, e la formazione della nuova Commissione europea della von der Leyen non aspetterà i tempi della crisi politica italiana.
Le luci della ribalta saranno, però, tutte per Boris Johnson nella sua prima apparizione internazionale in veste di premier britannico. Da un lato questo weekend rappresenta la prima occasione di BoJo, nominato successore di Theresa May, di presentarsi al cospetto di quell’Europa irremovibile sull’accordo per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione ma forte della sua ipotesi “no-deal”. Dall’altro lato, Johnson attende anche l’incontro con Donald Trump, previso per domenica, per discutere di probabili accordi post-Brexit tra Gran Bretagna e Stati Uniti.
Proprio Donald Trump è il secondo protagonista del G7. Oltre ad essere uno dei principali attori della battaglia all’ultimo sangue sulle tariffe commerciali, Trump ha anche di recente riaperto la porta alla Russia per la formazione di un nuovo G8. “Sarebbe appropriato che la Russia tornasse a riunirsi al G7, per dare vita di nuovo al G8” ha affermato il presidente dalla Casa Bianca che motiva l’estromissione del Paese per una sfida di orgoglio del suo predecessore, Barack Obama, piuttosto che per l’ufficiale occupazione russa della Crimea. Ad avallare l’idea di Trump è anche Emmanuel Macron ma secondo quanto riferiscono fonti Ue un secco “No” è arrivato da parte dell’Europa la quale crede che riaprire le porte al Cremlino “sarebbe controproducente e un segno di debolezza”.
Infine, data la rilevanza del tema ambientale, il gruppo dei sette dovrà discutere anche di quanto sta accadendo in Amazzonia. Il polmone del mondo va a fuoco e per Jair Bolsonaro, prima partito alla conquista dei terreni forestali con conseguente disboscamento, accusa le Ong di volerlo mettere in cattiva luce. E quando a lanciare l’allarme è anche il francese Macron, che con un tweet da oltre oceano chiede che la questione venga affrontata durante il G7, Bolsonaro risponde con un vecchio cavallo di battaglia chiamato colonialismo. “Dispiaciuto che il presidente Macron cerchi di strumentalizzare una questione interna al Brasile e agli altri Paesi dell’Amazzonia, il tutto a scopi politici. Il tono sensazionalistico con il quale si riferisce all’Amazzonia non risolve affatto il problema – twitta il presidente brasiliano – Il governo brasiliano resta aperto al dialogo sulla base di questioni oggettive e di reciproco rispetto. La proposta del presidente francese di discutere di questioni dell’Amazzonia durante il G7, senza la partecipazione dei Paesi della regione, evoca uno spirito colonialista che mal si colloca nel Ventunesimo secolo”.