La deliberazione del congresso degli Stati Uniti, con 232 deputati contro 197, a favore dell’impeachment di Donald Trump, per esortazione alla disobbedienza civile e l’occupazione violenta della sua sede, mette in guardia il principale alleato del presidente uscente in America Latina. Jair Bolsonaro, premier del Brasile, in varie occasioni ha reiterato che il movimento belligerante pro Trump potrebbe replicarsi, tuonando contro l’uso del voto elettronico nel 2022.

Senza prova alcuna, e con l’intenzione di costruirsi un vantaggio preventivo, Bolsonaro, nelle ultime settimane, ha lanciato una campagna di diffamazione della macchina elettorale nazionale. L’insistenza sulla probabilità di un esercizio fraudolento nel conteggio dei voti è parte di una narrativa che vorrebbe mantenerlo in sella in caso di sconfitta. Come Trump, sta minando le fondamenta del patto democratico e alimentando un ambiente di sfiducia, paura e aggressività.

Il tribunale supremo ha emesso note di ripudio delle accuse e di monito sulla situazione dell’ecosistema politico. L’ampio fronte dell’opposizione valuta con apprensione la materializzazione del modello Trump in Brasile. Giuristi e difensori dei diritti umani ricordano che la carriera di Bolsonaro è stata creata sul discredito della democrazia e la demolizione delle sue istituzioni e chiamano a raccolta tutti gli attori affinché esercitino il dovuto contrappeso.

Il dibattito nel paese gira intorno alla questione del ristabilimento del dialogo politico e inter istituzionale, e il rischio di un golpe, in concomitanza con le prossime elezioni. L’articolazione dei partiti contrari alla leadership, così come il bastione di legalità contrapposto dal tribunale, sono fondamentali per tenuta del tessuto sociale e lo stato di diritto. Tuttavia, se le forze armate non fossero disposte a difenderla, la costituzione diventerebbe lettera morta.

Bolsonaro è stato strumentale per la progressiva infiltrazione dell’esercito nella struttura del potere politico. Il posizionamento strategico di figure favorevoli a un regime autoritario nel governo è una garanzia di continuità maggiore della stessa popolarità del presidente che puede salire e scendere, dipendendo dalle fasi che attraversa la sua amministrazione. In questo particolare contesto, è difficile stabilire il momento, o in che misura, si produca un colpo di stato.

Dichiarazioni di membri dell’esercito hanno paventato interventi, se il tribunale supremo avesse concesso l’habeas corpus all’ex presidente Lula da Silva nel 2018. Qualche mese fa, hanno parlato di “conseguenze imprevedibili per la stabilità nazionale”, in reazione al sequestro dei telefoni mobili di Bolsonaro, per ordine della magistratura. La storia del Brasile giustifica la preoccupazione riguardo al ruolo dell’esercito. Non c’è da aspettarsi il rigetto dell’attacco al campidoglio manifestato negli Stati Uniti dai massimi responsabili della difesa.

Inoltre, secondo un’inchiesta dell’istituto di sondaggi Atlas Político, fra il 10 e il 15 per cento della popolazione appoggerebbe un’eventuale escalation militare, una percentuale simile a quella che abbraccia la teoria della manipolazione delle urne. Queste cifre potrebbero aumentare sulla base delle decisioni di governo, e la radicalizzazione del discorso pubblico, adottate da Bolsonaro durante l’anno. Il ricorso alle tecniche di Trump per inquinare l’opinione pubblica, o incitare all’insurrezione contro il potere giudiziale e legislativo, allo stile dei radicali americani, così come la mobilitazione antagonista in atto nel paese, sono più che segnali di allerta.

I sostenitori di Bolsonaro provengono dal gruppo “300 do Brasil”, capitanato dall’estremista di destra Sara Giromini, arrestata per azioni sovversive e minacce alla sicurezza. Ha una croce di ferro tatuata sul petto e adottato lo pseudonimo di Sara Winter, una britannica che diventò spia nazista. Il gruppo ha una base di addestramento per allestire cellule pronte al combattimento. Dichiara come obiettivo lo sterminio della sinistra in Brasile, attraverso quella che chiama una controrivoluzione. Dopo la sospensione degli account in Google, Amazon e Apple, Bolsonaro li ha invitati a riallacciare la conversazione in Parler, la rete rifugio dei seguitori di Trump.

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