L’immigrazione rimane il terreno di scontro fra l’amministrazione Biden e l’ala “socialista” del Partito democratico rappresentata dalla deputata Alexandria Ocasio-Cortez. Da una parte il pragmatismo del Presidente Usa, che non intende adottare una politica “open borders” e troppo debole nei confronti dell’immigrazione clandestina: dall’altra i liberal del partito, decisi a non fare sconti a Joe Biden. Motivo del possibile scontro, riporta Politico, la promessa, da parte dell’inquilino della Casa Bianca, di riformare i visti temporanei H1B. Come candidato alla presidenza, Biden promise infatti di riformare il sistema, affermando che “i visti temporanei altamente qualificati non dovrebbero essere usati per disincentivare il reclutamento di lavoratori americani”. Ma che cos’è il visto H1B? Come spiega il sito ufficiale dell’ambasciata degli Stati Uniti in Italia, è dedicato a personale altamente specializzato con un elevato livello d’istruzione. In questa categoria rientrano anche progetti di ricerca e di sviluppo governativi o progetti di cooperazione gestiti dal Dipartimento della Difesa Usa.

La riforma dei visti agita il partito di Biden

Il problema è che secondo molti lavoratori che hanno usufruito di questo visto, esso non viene utilizzato per colmare la carenza di manodopera, come insistono le aziende, ma per ridurre i costi. I critici, osserva Politico, affermano che le aziende “ingannano” regolarmente il sistema per pagare i titolari di visto H-1B al di sotto dei salari di mercato, sfruttando i lavoratori stranieri, generando una “concorrenza sleale” con i lavoratori americani al fine di abbassare il costo del lavoro. È regolarmente utilizzato da aziende Big Tech come Facebook e Google per attirare lavoratori stranieri altamente qualificati, importante bacino di voti e di consensi per il Partito democratico. Per Joe Biden non sarà dunque affatto facile andare incontro alle diverse istanze dell’universo democratico; da una parte, infatti, ci sono i gruppi dem che sostengono che il programma H1B favorisca le grandi aziende alle spese degli americani, dall’altra società di chiara fede democratica schierate con il presidente americano. 

Queste ultime affermano che una riforma del sistema che prevede l’aumento dei salari peri lavori stranieri – come sta pensando di fare Biden – potrebbe danneggiare la competitività del Paese. L’American Immigration Lawyers Association (AILA) ha infatti spiegato che aumentare i salari ai lavoratori stranieri danneggerebbe le imprese americane. “Soprattutto in un’economia come quella attuale, in cui vi sono lacune nelle competenze e posti di lavoro che non vengono soddisfatti, penso che il programma H-1B aiuti davvero a soddisfare tali esigenze” osserva il direttore dell’associazione, Sharvari Dalal-Dheini. La riforma dei visti H-1b riguarderebbe circa 600 mila lavoratori, provenienti perlopiù da India e Cina, impiegati nel settore tecnologico. 

La proposta di Biden? Uguale a quella di Trump

La volontà di Joe Biden sembra essere quella di confermare le scelte del suo predecessore: gli ultimi piani normativi dell’amministrazione Biden rivelano infatti che la Casa Bianca confermerà le scelte di The Donald nel tentativo di riformare il programma di visti H-1B per i lavoratori professionisti, compreso l’aumento dei salari di tali lavoratori. La proposta di riforma potrebbe già arrivare a marzo. Il Dipartimento di Stato intende eliminare la pratica che consentiva ai cittadini stranieri di entrare negli Stati Uniti con un visto d’affari B-1 per svolgere lavori H-1B a breve termine. I visti B-1 continueranno a essere rilasciati a cittadini stranieri che cercano di impegnarsi in attività commerciali consentite, ha affermato il dipartimento. Proposta originariamente portata avanti alla fine del 2020 dall’amministrazione Trump, la norma dovrebbe essere diventare effettiva nel gennaio 2022.

Messico, Biden rispolvera The Donald

Gli elementi di continuità fra l’amministrazione Trump e Biden non si limitano alla riforma dei visti H-B1. All’inizio di dicembre, come riportato dal Guardian, l’amministrazione Usa ha deciso che i richiedenti asilo che tentano di entrare negli Stati Uniti attraverso il confine meridionale verranno riportato in Messico mentre le loro richieste vengono esaminate. Di fatto, Joe Biden ha ripristinato la tanto contestata politica del “Remain in Mexico” di Donald Trump. I governi degli Stati Uniti e del Messico hanno concordato una ripresa del programma, messo in atto da Donald Trump nel 2019, dopo la precedente sospensione da parte di Joe Biden, appena insediatosi alla Casa Bianca. È lo stesso accordo che Biden aveva definito “disumano”.

Manco a dirlo, la decisione è stata aspramente osteggiata da una dozzina di deputati e senatori dem – fra cui la deputata Alexandria Ocasio-Cortez e il senatore Bernie Sanders- appartenenti all’ala socialista del partito. “Queste scelte suggeriscono che l’amministrazione ha preso la decisione di normalizzare ed espandere una crudele politica ‘deterrente’ che non riesce ad affrontare effettivamente le cause profonde della migrazione” spiegano in una nota. Ulteriore testimonianza delle tensioni in atto all’interno dei dem sul dossier immigrazione. 

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