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Aumenta la tensione tra India e Pakistan dopo l’incursione aerea di ieri. Nella mattinata di oggi due caccia indiani ed uno pakistano sono stati abbattuti nei cieli della regione contesa del Kashmir in quella che ormai sembra una guerra a tutti gli effetti tra le due potenze nucleari asiatiche.

Le notizie sono ancora frammentarie ma i due caccia indiani abbattuti sarebbero stati impegnati in azioni di bombardamento dei covi di Jaish-e-Mohammed mentre il caccia pakistano, scoperto a violare lo spazio aero indiano sul Kashmir, sarebbe stato coinvolto in un tentativo di colpire installazioni militari sul lato indiano della LoC, la Line of Control che separa la regione contesa nelle rispettive zone di controllo tra India e Pakistan.

Battaglia nei cieli del Kashmir

In una conferenza stampa il direttore generale dell’Ispr (Inter Service Public Relation) pakistano ha confermato che l’Aeronautica di Islamabad ha abbattuto due caccia e parallelamente ha ammesso l’attività di bombardamento di posizioni militari in territorio indiano.

“L’azione intrapresa era di autodifesa, non rivendichiamo nessuna vittoria. Il modo in cui scegliamo i bersagli è volto a che non ci sia nessun danno collaterale, il messaggio sottinteso è che, nonostante le nostre capacità, guardiamo verso la pace”.

Secondo i primi rapporti i due velivoli abbattuti sarebbero precipitati rispettivamente in territorio indiano e pakistano e due piloti, di quello che era un Bae Hawk come si può notare dalle immagini rilasciate dai media, sarebbero stati catturati.

Il  ministero degli Affari Esteri indiano ha confermato la natura dell’altro velivolo abbattuto: si tratta di un Mig-21 i cui rottami sarebbero stati mostrati dalla Bbc, ma ancora non sappiamo se l’immagine in questione sia riferita ai combattimenti aerei di questa mattina.

Combattimenti perché, a tutti gli effetti, ci troviamo davanti ad una situazione di aperta conflittualità tra i due Paesi. Rapporti indiani infatti annunciano l’abbattimento di un F-16 pakistano che avrebbe sconfinato nel Kashmir indiano sempre durante le operazioni condotte questa mattina. Il caccia, abbattuto da un Mig-21, sarebbe precipitato nel settore pakistano della regione.

Quanto sta avvenendo nei cieli del Kashmir ha portato alla chiusura dello spazio aereo del Pakistan e sembra anche di quello dell’India. Nelle scorse ore alcuni velivoli della Pakistan International Airlines diretti a Islamabad e a Sialkot e provenienti da Jedda e Riad sono stati dirottati a Karachi. 

Una guerra non ancora dichiarata

Dopo l’attacco aereo indiano di ieri mattina ormai tra i due Paesi si può dire che sia in atto un vero e proprio stato di guerra se pur non dichiarata.

L’immediata reazione del Pakistan, ieri, è stata infatti quella di colpire le posizioni indiane a ridosso della LoC con un fitto bombardamento di mortai e artiglieria pesante. Ovviamente la reazione indiana è stata di pari intensità sebbene entrambe le parti riferiscano che i colpi reciprocamente inferti non abbiano causato vittime ma solo qualche ferito tra i militari, mentre da parte pakistana si lamenta l’uccisione di quattro civili ed il ferimento di altri dieci. 

India e Pakistan ci hanno abituato nella loro storia recente a scaramucce di questo tipo ma è la prima volta dal 1971, anno dell’ultimo conflitto su vasta scala tra i due Paesi, che le rispettive Forze Aeree sono coinvolte in quella che, a tutti gli effetti, è una vera a propria escalation militare dagli esiti più che incerti.

Situazione critica?

Quando si giunge ad un livello di tensione simile è molto difficile fare previsioni ma si può ipotizzare una serie di “azioni e reazioni” che fanno da condizioni sufficienti affinché l’asticella del livello dello scontro si alzi ulteriormente.

Sebbene, lo diciamo subito, il ricorso agli armamenti atomici di cui entrambe le parti in causa sono a disposizione – si stima che India e Pakistan abbiano congiuntamente circa 250 testate nucleari – sia da escludere stante questo livello di scontro, la situazione resta, a detta di molti analisti e diplomatici, critica.

Secondo Hussain Haqqani, ex ambasciatore pakistano negli Stati Uniti, stiamo navigando in “acque inesplorate” mentre analisti indiani ritengono che Nuova Delhi debba essere preparata per un conflitto di ampio spettro.

Al  momento, così come si evince dalle stesse parole del direttore generale dell’Ispr e dallo stesso generale Asif Ghafoor portavoce dell’Aeronautica Pakistana, Islamabad cerca di ristabilire la pace se pur con qualche riferimento troppo sibillino: “ho già detto che non dovremmo discutere di questo” ha detto il direttore dell’Ispr alla stampa interrogato sul possibile utilizzo dell’arsenale atomico “è pazzesco farlo. È prerogativa e strumento del potere politico. Non è né nostra possibilità né una questione che va discussa (in questa sede n.d.a.)”.          

Il fattore che potrebbe davvero ampliare lo spettro del conflitto attualmente in atto sarebbe un eventuale attacco intenzionale verso la popolazione civile a ridosso della LoC oppure uno sconfinamento di una delle due parti atto a stabilire un cambio dello status quo giuridico che preveda l’impossessarsi della regione contesa.