Come da copione Sebastian Kurz ha ottenuto un successo travolgente, mettendo in cassaforte il 38,4% dei voti, addirittura tre punti percentuale in più rispetto ai sondaggi della vigilia. Le ultime elezioni legislative dell’Austria, convocate dopo lo scandalo Ibizagate e la conseguente caduta del governo, hanno incoronato l’Övp, cioè il Partito Popolare austriaco, primo partito del Paese. Crollano invece i populisti e sovranisti dell’Fpö, che si sono attestati a poco più del 17%, con un roboante calo dell’8,7% rispetto al precedente giro elettorale. Quando mancano da contare soltanto i voti per corrispondenza, che tuttavia non dovrebbero stravolgere più di tanto il quadro, la situazione sembra ormai ben definita. I riflettori sono adesso tutti puntati su Kurz: con chi si alleerà per formare il nuovo esecutivo? Domanda da un milione di dollari, anche perché le strade che ha a disposizione sono quattro e sono esattamente l’una l’opposta dell’altra. Prima opzione: riproporre la vecchi alleanza con l’Fpö per dar vita, di fatto, allo stesso governo defenestrato dopo lo scandalo estivo. Seconda opzione: affidarsi alla Grosse Koalition con i socialdemocratici e filo Unione Europea dell’Spö. Terza: alleanza inedita con i Verdi. Quarta: governo a tre con liberali e Verdi.
Evitare una vittoria di Pirro
Gli altri partiti tradizionali, come detto, non hanno brillato: male i socialdemocratici fermi al 21%, ovvero il risultato più basso della loro storia dal 1945 a oggi, in calo la destra nazionalista. Bene i Verdi, con un convincente 12,4% che vale loro un + 8,6% rispetto alle scorse elezioni. Kurz ha adesso il compito più complicato. Già, perché la vera sfida sarà adesso quella di ragionare su che tipo di Austria immaginarsi per il futuro e, in base a questo, scegliere gli alleati per l’avventura di governo. Il rischio è che la splendida vittoria di domenica possa tramutarsi in una mediocre vittoria di Pirro, e Kurz farà di tutto per evitarlo. Il giovane leader popolare aveva fatto capire di voler proseguire con una politica di destra, a braccetto magari con l’Fpö, ma l’elettorato ha voluto punire i sovranisti, che oggi si ritrovano indeboliti rispetto al periodo d’oro. L’alleanza con l’Fpö aveva creato un Austria dai confini blindati, che non voleva alcuna ridistribuzione di migranti, che cacciava quelli illegali senza troppi complimenti e così via. Se ora Kurz vorrà cambiare partner, tutto questo dovrà per forza di cose finire in archivio.
I calcoli di Kurz
Se Kurz vorrà governare senza ripercussioni, anche in vista delle prossime comunali austriache, potrebbe scegliere la via più nuova e semplice: un’alleanza con gli immacolati Verdi, freschi e lontani dagli scandali. Più difficile secondo gli esperti una sorta di triplice alleanza tra popolari, Verdi e liberali Neos, dal momento che Kurz finirebbe in mezzo a due partiti da esigenze fin troppo diverse e rischierebbe contraccolpi. Abbiamo invece parlato della riesumazione del patto di ferro tra Kurz e sovranisti: ipotesi realisticamente complicata indipendentemente dalla volontà del giovane leader, dal momento che una minestra riscaldata potrebbe essere un vero e proprio boomerang. A questo punto Kurz, dopo aver intascato la somma, deve ragionare insieme ai suoi sul da farsi. Dovrà farlo rapidamente ma soprattutto con intelligenza e calcolo politico. Questa è la differenza tra i normali e banali agitatori del popoli e i veri statisti.