Cambia la posizione del Kenya sul Sahara Occidentale. Fino ai giorni scorsi il governo di Nairobi era nel gruppo dei Paesi africani che riconoscevano la Repubblica Democratica Araba del Saharawi (Sadr). Ossia l’autoproclamato Stato, le cui istituzioni sono ospitate nei campi profughi algerini di Tindouf e sono rette dal Fronte del Polisario, che rivendica la sovranità sul Sahara Occidentale. Il Kenya ha adesso riconosciuto le richieste di Rabat, sposando la cosiddetta “proposta sull’autonomia” presentata dal governo marocchino già nel 2007 e che a livello internazionale ha ricevuto negli ultimi anni sempre più credito.
La svolta del Kenya
“Nel rispetto del principio di integrità territoriale e di non interferenza, il Kenya sostiene pienamente il piano di autonomia serio e credibile proposto dal Regno del Marocco, come soluzione unica basata sull’integrità territoriale del Marocco per risolvere questa controversia”: con queste parole affidate a una nota sottoscritta dai vertici di Nairobi, il governo keniano ha ufficialmente annunciato la svolta sul Sahara Occidentale. Una svolta che sarà operativa a breve, hanno assicurato i rappresentanti della diplomazia del Paese africano, quando nella regione verranno aperti dei consolati.
La posizione del Kenya non è adesso dissimile da quella di altri Paesi, tra cui molti europei, che vedono unicamente nel piano marocchino sull’autonomia del Sahara Occidentale la possibilità di dirimere la questione. Ma c’è una differenza rispetto ad altri governi. Nairobi infatti aveva rapporti con la Sadr e riconosceva l’autorità politica del Polisario. Con questa svolta, al contrario, è al Marocco che viene implicitamente riconosciuta la sovranità. Il piano di Rabat prevede infatti il riconoscimento ufficiale del Sahara Occidentale quale regione pienamente organica al territorio marocchino, in cambio di un’autonomia da accordare alle future autorità locali. Dunque, il Kenya non si è limitato a un cambiamento della propria posizione, ma a una vera trasformazione dei propri rapporti nell’area e della propria visione della questione.
Cosa vuol dire la nuova posizione di Nairobi
Sul perché il Paese africano ha attuato questa svolta possono essere prese in ballo almeno due considerazioni. In primo luogo, la proposta del Marocco sull’autonomia sta ricevendo, come detto, un crescente supporto internazionale. Tanto che alcuni governi, oltre a dar credito al progetto di Rabat, hanno esplicitamente e ufficialmente riconosciuto il Sahara Occidentale come parte integrante del Marocco. Tra questi ci sono gli Stati Uniti, la cui diplomazia sotto l’amministrazione dell’ex presidente Donald Trump nel 2020 ha dato il via libera al riconoscimento della sovranità marocchina sulla regione. In secondo luogo, occorre considerare la perdita di credibilità e legittimità politica recente da parte del Polisario. Sul Fronte si sono addensate di recente le nubi dell’estremismo islamico e del terrorismo jihadista, il quale avrebbe fatto breccia tra le fila del movimento.
A prescindere dalle motivazioni comunque, la mossa di Nairobi potrebbe portare a conseguenze politiche a livello continentale. Il Kenya infatti è uno degli attori più importanti nel panorama africano e le sue posizioni, in sede di riunioni dell’Unione Africana e non solo, hanno un peso non indifferente. Per il Marocco, in poche parole, la svolta keniota potrebbe rappresentare un nuovo tassello all’interno della ragnatela diplomatica intessuta in questi anni per far avanzare le proprie proposte sulla regione rivendicata.