Cresce la tensione nella penisola coreana. La Corea del Nord ha demolito l’ufficio di collegamento intercoreano di Kaesong, sul lato settentrionale del confine tra le due Coree. Lo ha annunciato il ministero dell’Unificazione sudcoreano, secondo cui la distruzione è avvenuta alle ore 2,49 di questa mattina, dopo che una colonna di fumo è stata avvistata nell’area interessata.
Pyongyang ha optato per una plateale esplosione, a rimarcare la natura ritorsiva dell’operazione. Da considerare che la reazione nordcoreana giunge a tre giorni dalle minacce di azioni contro il Sud da parte di Kim Yo Jong, vicedirettrice del dipartimento Fronte unito (incaricato delle relazioni col Sud) del Partito del lavoro di Corea nonché sorella del leader Kim Jong Un.
Miss Kim, tra l’altro, aveva annunciato che a breve si sarebbe vista “una tragica scena dell’inutile ufficio di collegamento nord-sud completamente collassato”. L’ufficio, ricordiamolo, era stato avviato a settembre 2018 per facilitare gli scambi e la cooperazione intercoreani in un clima di riconciliazione creato dai colloqui al vertice tra i loro leader.
Esercito nordcoreano in allerta
Ma non è finita qui, perché la Corea del Nord ha anche avvertito di aver posto le proprie Forze armate in stato di massima allerta, in vista del loro ritorno in presso la Zona demilitarizzata, all’ombra del 38esimo parallelo. Pyongyang e Seul avevano infatti ridotto significativamente la loro presenza militare lungo il confine a seguito degli accordi intercoreani del 2018, ma la crisi innescata nelle ultime settimane dalle campagne private di volantinaggio anti-regime del Sud hanno causato una brusca battuta d’arresto del processo di distensione.
In una nota rilanciata dall’agenzia di stampa ufficiale Kcna, lo stato maggiore dell’Esercito nordcoreano ha annunciato lo studio di un “piano di azione per il ritorno dell’Esercito nelle zone che erano state demilitarizzate a seguito degli accordi Nord-Sud”. “Il nostro Esercito – prosegue la nota – si trova in stato di massima allerta per garantire una pronta risposta militare, ed attuare qualunque direttiva” proveniente dal Partito del lavoro e dal governo.
Moon Jae In convoca riunione d’emergenza
Le Forze armate della Corea del Sud hanno intensificato le attività di sorveglianza e monitoraggio della Corea del Nord. Complessa la situazione in cui si trova il presidente sudcoreano, Moon Jae In. Secondo quanto riferito dall’agenzia Yonhap, Moon ha convocato una riunione d’emergenza con gli alti funzionari della sicurezza per studiare le prossime mosse diplomatiche.
Prima dell’esplosione, il presidente Moon aveva sollecitato le due Coree a proseguire il confronto sui progetti congiunti perseguibili senza il coinvolgimento della comunità internazionale, ed aveva inoltre aggiunto che i due paesi non potevano più permettersi di attendere che lo stato delle relazioni bilaterali e il regime sanzionatorio a carico di Pyongyang migliorassero.
Il presidente sudcoreano ha dunque provato fino in fondo a disinnescare la durissima reazione del Nord alle recenti campagne di volantinaggio contro il regime nordcoreano intrapreso da una associazione privata del Sud, esortando, tra l’altro, il Nord ad aderire allo spirito della dichiarazione inter-coreana del 15 giugno 2000. Nel frattempo la tv nordcoreana ha informato i cittadini che l’ufficio di collegamento intercoreano di Kaesong è stato distrutto: segno che, questa volta, Pyongyang ha intenzione di fare sul serio.
Seul: “Risponderemo a ogni azione militare”
In un primo momento, come ha affermato il ministro dell’Unificazione di Seul, Kim Yeon Chul, la Corea del Sud ha definito “parzialmente preannunciata” la distruzione dell’ufficio di collegamento intercoreano ed è rimasta in attesa di ulteriori dettagli per valutare la situazione.
“Fino ad ora non sono state rilevate mosse militari insolite e specifiche da parte delle forze armate nordcoreane. Le stiamo monitorando da vicino”, ha spiegato, riportato da Yonhap, un funzionario del Joint Chiefs of Staff sudcoreano.
In ogni caso, in seguito, il governo sudcoreano ha formulato una risposta ufficiale all’azione nordcoreana. Il ministro dell Difesa ha dichiarato che Seul risponderà con forza se la Corea del Nord dovesse peggiorare ulteriormente la situazione con provocazioni militari.
In tutto questo la Cina ha provato a calmare gli animi, rinnovando l’auspicio che la penisola coreana possa raggiungere la pace e la stabilità. Lo ha dichiarato il portavoce del Ministero degli esteri cinese, Zhao Lijian, aggiungendo che le due Coree appartengono alla “stessa nazione”.