Teheran potrebbe vendere i suoi droni anche ad Algeri. L’indiscrezione è arrivata direttamente dalla capitale iraniana, in cui la stampa locale ha parlato della richiesta da parte del governo algerino della fornitura di centinaia di Shahed-136, gli stessi modelli girati dall’Iran alla Russia e attualmente usati nella guerra in Ucraina.

Una circostanza che potrebbe indispettire il Marocco. Il sospetto da parte di Rabat è infatti legato alla possibilità che l’Algeria giri i droni al Polisario, il movimento ospitato e protetto dal governo algerino in lotta con il Regno del Marocco per la questione relativa al Sahara Occidentale. L’eventuale vendita di droni all’Algeria quindi, potrebbe nuovamente raffreddare i rapporti con Rabat.

Iran pronto a vendere i droni all’Algeria

Così come sottolineato dal quotidiano North Africa Post, i vertici dell’esercito iraniano non hanno fatto mistero nei giorni scorsi della possibilità che proprie armi vengano girate all’Algeria. E questo su espressa richiesta da parte di Algeri. Gli occhi sono puntati per l’appunto sui droni, un vero e proprio vanto dell’industria militare iraniana grazie soprattutto all’uso degli aerei senza pilota tra le trincee ucraine. “Circa 22 paesi hanno presentato offerte formali per l’acquisto di droni militari di fabbricazione iraniana”, ha dichiarato il maggiore generale iraniano Yahya Rahim Safavi nelle interviste rilasciate nelle ultime settimane ai quotidiani locali.

Tra questi, per l’appunto, c’è l’Algeria. Il Paese nordafricano ha del resto una certa necessità di rinnovare il proprio arsenale. Il governo sta mettendo appunto diversi investimenti per riammodernare l’esercito, dopo anni in cui le penuria di soldi e le esigenze di bilancio hanno portato a importanti tagli nel settore. Difficile dire quando, come e a che prezzo l’Iran riuscirà a rifornire l’Algeria con i propri droni. Teheran ha necessità di fare cassa, ma viste le tensioni nel nord del Kurdistan iracheno e al proprio interno per via delle recenti proteste, deve immancabilmente trattenere una parte importante del proprio arsenale nei propri magazzini.

Perché la questione interessa da vicino il Marocco

Ad ogni modo, le indiscrezioni trapelate da Teheran hanno indispettito e non poco il governo di Rabat. Le dichiarazioni rese dai vertici della difesa iraniana sono arrivate a pochi giorni da quelle di Mustafa Bachir, uno dei responsabili del Fronte del Polisario. Quest’ultimo ha affermato, in particolare, come il movimento indipendentista del Sahara Occidentale è pronto a fare uso dei droni iraniani contro l’esercito marocchino. Se una partita di velivoli pilotati da remoto dovesse arrivare ad Algeri, è lecito pensare che una parte possa realmente finire nelle mani dei miliziani del Polisario.

L’Algeria è prima alleata del movimento, lo supporta in termini finanziari e permette ai propri leader di operare dal territorio algerino e, in particolare, dai campi profughi di Tindouf. Algeri ha dato supporto militare al Polisario durante gli anni di guerra aperta contro il Marocco, terminata con un cessate il fuoco siglato nel 1991.

Il Marocco quindi teme che l’arrivo di droni iraniani possa rappresentare una minaccia per le proprie forze presenti sul territorio e per il mantenimento del cessate il fuoco. Una minaccia per la verità già nota agli stessi vertici militari e politici di Rabat. Omar Hilale, rappresentante del Marocco all’Onu, già alcuni mesi fa aveva parlato proprio della minaccia riguardante l’uso di droni da parte del Polisario. Una minaccia giudicata quale “punto di svolta” del conflitto e punto di non ritorno per un’eventuale risposta da parte marocchina.

Rabat vede in generale con sospetto sia l’attivismo di Algeri che quello di Teheran nella regione. Nel 2018 ad esempio, il Marocco ha sospeso i legami con l’Iran per via di sospetti relativi al coinvolgimento di forze degli Hezbollah libanesi, sostenute dagli iraniani, nell’addestramento di miliziani del Polisario.