Il governo colombiano e le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia) hanno firmato oggi un nuovo accordo di pace, rinegoziato dopo che il trattato originario era stato rigettato da un referendum tenuto lo scorso 2 ottobre.La cerimonia, molto semplice e rapida, si è svolta dentro il Teatro Colón, a Bogotá. Sono stati invitati solo i rappresentati dei cosiddetti “Paesi di garanzia” e “Paesi accompagnanti” (Cuba, Norvegia, Venezuela e Cile). Non vi sono stati inviti rivolti ad altri presidenti di Paesi della regione.L’austerità della cerimonia ha contrastato con l’immensa festa organizzata per la firma del primo accordo, siglato a Cartagena il 26 settembre, durata ben due giorni. Meno di una settimana dopo, il trattato sarebbe stato bocciato dal popolo colombiano.I negoziatori del governo e delle FARC sono stati ricevuti sul palco del teatro al grido di “Sì, se puede”. Il primo a firmare l’accordo è stato il leader delle FARC , Rodrigo “Timochenko” Londoño. Nel suo discorso, Timochenko ha dichiarato che “la guerriglia non vuole più utilizzare le armi ma solo parole per trasmettere le proprie idee”. Secondo il capo guerrigliero, l’aver ascoltato i distinti gruppi del “no” all’accordo di pace lo ha portato alla conclusione che è necessario implementare un dialogo nazionale che elimini “non solo la violenza, ma anche l’intolleranza”. Timochenko ha anche fatto appello al presidente eletto degli USA, Donald Trump, affinché il processo di pace “prosegua con l’appoggio di Washington”.In seguito è stata la volta del presidente colombiano e Premio Nobel per la Pace, Juan Manuel Santos, che ha firmato il documento e ha pronunciato un discorso nel quale ha riaffermato che dopo la sconfitta del 2 ottobre “Tutte le voci dissonanti sono state ascoltate”. “Sono sicuro che questo è un accordo migliore, perché incorpora l’immensa maggioranza dei desideri dei colombiani, ma preserva gli obiettivi essenziali dell’accordo di Cartagena”, ha dichiarato Santos.Rivolgendosi ai critici dell’accordo, il presidente colombiano ha assicurato che non vi sarà impunità, e che “i crimini contro l’umanità saranno giudicati e ci saranno condanne” così come “le vittime avranno indennizzi con i beni che le FARC hanno ottenuto in maniera illegale”.L’accordo verrà consegnato al Congresso colombiano, che lo voterà la prossima settimana. A coloro che chiedevano un nuovo referendum, Santos ha dichiarato che “il Congresso è la rappresentanza massima della società colombiana. Sono politici eletti attraverso il voto popolare e rappresentano direttamente il popolo”. “Non possiamo permettere che la guerra ritorni in Colombia. Chiedo ai parlamentari un’approvazione rapida, perché vi è un’urgenza di pace. Con la fine del cessate il fuoco i nostri sforzi si stanno sfaldando a causa dei sempre più frequenti episodi di violenza”, ha dichiarato il presidente colombiano.Santos ha anche annunciato che dopo l’approvazione da parte del Congresso, i membri delle FARC smobiliteranno e si dirigeranno agli accampamenti designati in attesa del processo o del rilascio. Inizierà allora la consegna delle armi in tre distinte fasi. “In 150 giorni tutte le armi le FARC saranno nelle mani dalle Nazioni Unite”, ha dichiarato il presidente colombiano tra gli applausi della folla.Tuttavia, gli oppositori dell’accordo di pace sottolineano come il nuovo trattato non preveda pene detentive di alcun tipo per i guerriglieri. Il gruppo del “no”, guidati dall’ex-presidente Álvaro Uribe, ha emanato un comunicato stampa in cui accusa Santos di “ingannare i cittadini” facendo pressioni per la pace a qualsiasi costo e minacciando ulteriori violenze se l’accordo non dovesse venire approvato il più rapidamente possibile.Il governo e le FARC hanno accolto parte delle proposte degli oppositori all’accordo, come la limitazione del tempo di durata dei tribunali speciali e l’esigenza che la guerriglia consegni un inventario completo dei beni in suo possesso, i quali saranno utilizzati per risarcire le vittime.Il fronte de “no”, tuttavia, considera il nuovo accordo appena un “ritocchino”, e ha chiesto che altri punti vengano modificati, come ad esempio pene più dure per i guerriglieri, nessuna amnistia a coloro che hanno trafficato droga “per fini politici”, ovvero per finanziare le attività della guerriglia, così nessun diritto di partecipare alle elezioni del 2018 per gli ex-guerriglieri, a meno che questi ultimi non abbiano trascorso un periodo minimo in carcere.Gli oppositori all’accordo preparano manifestazioni di protesta per i prossimi giorni, con l’obiettivo di impedire che il nuovo accordo venga di fatto approvato.
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