Anche la Giordania avrà il suo Bin Salman. Le epurazioni e gli intrighi che hanno interessato la corte saudita nei mesi scorsi hanno forse fatto scuola in Medio Oriente.
L’esercito giordano ha visto infatti avvenire una vera e propria rivoluzione interna. Ben tre personalità di spicco delle forze armate sono state ufficialmente destituite da re Abdallah. Si tratta dei fratelli del re: i principi Faysal e Ali; e del cugino Talal, da molti anni a capo delle forze speciali hashemite.
Tutti e tre sono stati congedati con la motivazione ufficiale di “pensionamento” e “ristrutturazione dell’esercito”. Una mossa, quella di Abdallah che dovrebbe servire con ogni probabilità a spianare la strada al giovane figlio Hussein, fresco di diploma all’accademia militare britannica di Sandhurst. Il monarca sa bene quanto sia complicata la vita di corte; lui stesso pur essendo il primogenito non avrebbe dovuto sedere sul trono. Il Padre aveva infatti deciso di favorire il figlio più giovane Hasan ma poco prima di morire cambiò inspiegabilmente idea nominando Abdallah come legittimo erede. In conformità con le ultime volontà del padre, Abdallah ha dapprima nominato come principe ereditario il suo fratellastro Hamza, per poi spogliarlo del titolo di Principe della Corona nel 2009. Il titolo andò a finire proprio al giovane figlio Husayn che vide così spianata la strada verso la successione al trono pur essendo ancora un bambino. Anche quest’ultima “purga” all’interno delle forze armate si innesta quindi nella lotta per la successione al trono iniziata già diversi anni fa. Abdallah ha gradualmente privato fratelli, cugini e membri della casa reale Hashemita di incarichi di responsabilità per facilitare l’ascesa al trono del figlio.
In molti però ipotizzano che dietro a questa decisione si celi qualcosa di più che un semplice tentativo di rinnovamento. L’agenzia di stampa araba al-Sura, spesso critica nei confronti dell’Arabia Saudita, ha infatti dichiarato che queste destituzioni sono avvenute nel timore di un tentativo di colpo di stato ai danni di Abdallah, e che i tre principi a capo delle forze armate non siano stati soltanto destituiti ma addirittura arrestati. Sempre secondo al-Sura il piano per rovesciare la monarchia giordana sarebbe stato architettato dai Sauditi insieme agli Emirati Arabi. Non sono pochi gli elementi di attrito tra Amman e Riyadh, in primis l’appoggio incondizionato della monarchia giordana al Qatar, sottoposto dal 5 Giugno scorso ad un embargo deciso da casa Saud dopo alcune dichiarazioni ufficiali provenienti da Doha giudicate troppo “filo iraniane”. I buoni propositi del Qatar per tentare di trovare un dialogo con Teheran sono stati stroncati sul nascere dai sauditi e dai loro più stretti alleati. Tra gli stati che non hanno sostenuto l’embargo ci sono la Turchia di Erdogan (vicinissima ai fratelli musulmani che in Qatar trovano da parecchi anni un porto sicuro) e proprio la Giordania di Abdalllah.
Anche la questione relativa a Gerusalemme potrebbe aver giocato un ruolo decisivo nel tentativo saudita di rovesciare la monarchia giordana. Il principe saudita Bin Salman, pur criticando a parole la decisione di Trump di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele, nei fatti è sempre più vicino alle posizioni Netanyahu e dello stato ebraico. La Giordania invece, insieme alla Turchia, si è decisamente schierata al fianco dei palestinesi e in qualità di protettore dei luoghi santi musulmani di Gerusalemme, re Abdallah non piegherà facilmente la testa. In quest’ottica è probabile che i tre principi epurati fossero più vicini alle idee dei sauditi che a quelle del loro familiare giordano. Da diverso tempo si parla anche della volontà dei sauditi di revocare la custodia giordana della Spianata delle Moschee per diventare unici protettori dei tre luoghi santi dell’Islam (Mecca, Medina e appunto Gerusalemme). Sempre più preoccupato per gli intrighi di palazzo, la mossa del re giordano può essere anche un chiaro messaggio verso i sauditi.
La corte reale Giordana ha seccamente smentito le voci che parlano di arresto dei principi rilasciando una dichiarazione ufficiale all’organo di stampa Petra: “Voci e notizie fuorvianti sono state diffuse negli ultimi giorni da un certo numero di agenzie di stampa on-line e siti web. Hanno creato menzogne sulle Loro Altezze Reali il Principe Faysal Bin Al Hussein, il principe Ali bin Al Hussein, e il principe Talal bin Muhammed. Il regno Hashemita prenderà misure legali contro coloro che diffondono menzogne e false affermazioni contro Loro Altezze Reali i Principi e contro i membri della famiglia Reale. Le notizie che circolavano di recente hanno il solo scopo di minare la Giordania e le sue istituzioni. I nostri leali sudditi non si faranno ingannare da menzogne del genere. Sua Maestà il Re Abdallah, il Comandante Supremo delle Forze Armate, aveva infatti inviato lettere alle Altezze Reali in segno di apprezzamento per il servizio da loro svolto all’interno dell’esercito. Le loro Altezze Reali sono stati ufficiali esemplari dell’esercito arabo, fedeli alla Giordania e al trono hashemita”. Una dichiarazione che nega categoricamente l’arresto dei tre ma che conferma la loro uscita di scena.
La Giordania ha da diverso tempo assunto l’immagine di stato neutrale e ben considerato all’interno di una regione incline al conflitto. I rapporti mai del tutto sinceri dell’Arabia Saudita nei confronti degli alleati hanno portato il re Hashemita ad alzare la guardia e a guardare con sospetto anche dentro le mura dei suoi stessi palazzi. Proprio ciò che è accaduto a Riyadh con l’ascesa improvvisa del principe Salman e le purghe interne a casa Saud potrebbero aver spaventato re Abdallah e nello stesso tempo essere state per lui importante fonte di ispirazione.