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La sfida fra Ucraina e Russia colpisce anche le elezioni presidenziali russe. Il ministero dell’Interno ucraino aveva già deciso, questa settimana, di non permettere ai cittadini russi residenti in Ucraina di votare alle elezioni presidenziali in Russia dopo che Mosca ha deciso che il voto si sarebbe tenuto anche in Crimea. Come parte della sua campagna per la rielezione, il presidente Vladimir Putin, che attende il risultato di un’elezione che potrebbe consacrarlo di nuovo alla guida del Cremlino, ha visitato la Crimea martedì scorso. Il presidente si era rivolto alla folla enfatizzando la rivendicazione della penisola del mar Nero e ricordando a tutti la sua appartenenza alla Federazione russa.

Il ministro dell’Interno ucraino, Arsen Avakov, aveva detto che Mosca aveva ignorato la richiesta di Kiev. E questo avrebbe portato a una conseguenza molto precisa: “Domenica 18 marzo 2018, il regime di sicurezza per le missioni diplomatiche della Federazione russa sul territorio ucraino, a Kiev, Kharkiv, Odessa e Lviv, non fornirà ai cittadini russi l’accesso a questi edifici per il voto”.

Ed è quello che è avvenuto. Le autorità ucraine hanno vietato l’accesso ai seggi alla popolazione russa, schierando la polizia per impedire l’arrivo degli elettori. Ma non c’è stata solo la polizia ad agire per il rispetto dell’ordine del ministro. Le forze nazionaliste radicali dell’Ucraina sono scese per le strade con fare minaccioso, invitando i cittadini russi ad allontanarsi dalle sedi per la raccolta del voto (Guarda il video). In un altro video è possibile vedere le forze di polizia schierate in mezzo alla strada e un bagno chimico indicato come cabina elettorale (Guarda il video). 

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha tuonato contro la decisione di Kiev definendo la negazione ai cittadini russi alle urne elettorali durante le elezioni presidenziali come u atto assolutamente illegale. Come riporta l’agenzia russa Tass, la portavoce del ministero ha detto: “I cittadini russi, che hanno pianificato di esprimere il loro voto in Ucraina, vedono con i loro occhi cosa sta succedendo lì, ecco perché la loro scelta sarebbe ovvia: questo risultato dell’espressione della volontà non accontenterebbe mai le autorità di Kiev”. “Ecco perché il regime ha messo a tacere la partecipazione dei cittadini russi al voto, sfacciatamente e illegalmente”, ha osservato la diplomatica.

Un’offesa che al Cremlino non intendono far passare sottotraccia. Sicuramente un pessimo gesto da parte del governo ucraino che intimidisce il voto dei residenti russi attraverso bande armate per le strade delle sue maggiori città. Questo gesto però fa riflettere anche su problema dei rapporti del governo di Kiev con l’Unione europea e con gli Stati Uniti. L’Occidente, che tutela la democrazia in ogni sua forma, non può non essere contrario a queste operazioni degli ucraini, che colpiscono prima di tutto dei liberi cittadini. C’è un problema fra Mosca e Kiev, questo è evidente. C’è una guerra civile in corso. Ma vietare il voto e impedire il libero diritto delle persone non è certamente uno strumento che aiuterà a limitare le già pesanti divergenze.

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