Un altro attentato ha sconvolto la Turchia. Questa mattina una violenta esplosione a Kayseri ha causato la morte di almeno 13 soldati e il ferimento di 50. I militari viaggiavano a bordo di un autobus quando un veicolo si è affiancato ed è esploso. “Sfortunatamente ad una settimana dagli attacchi di Istanbul il Paese è ancora vittima del terrorismo”, spiega in esclusiva a Gli Occhi della Guerra Valeria Giannotta, docente di Relazioni Internazionali alla Business School della Turk Hava Kurumuru Universitesi di Ankara, da otto anni in Turchia e cinque nella capitale. “Si denota una certa escalation di violenza in tutto il Paese, indistintamente nelle maggiori città e nei centri più periferici. Negli ultimi mesi si vive in costante stato di allerta e le misure di sicurezza non sembrano essere mai abbastanza”.L’attacco di oggi non è stato ancora rivendicato, ma la polizia sostiene che ci siano delle similitudini con il doppio attentato del 10 dicembre scorso a Istanbul rivendicato dai Falchi per la liberazione del Kurdistan (TAK), un gruppo oltranzista del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK)…La modalità dell’attentato richiama molto quello della settimana scorsa a Istanbul e quello avvenuto nel febbraio passato ad Ankara: nel mirino ci sono forze dell’ordine e militari, ovvero i simboli dello Stato turco. Entrambi gli episodi sono stati rivendicati dal TAK, organizzazione che gravita sotto l’orbita del PKK, le cui istanze sono separatiste e di autodeterminazione. Per contestualizzare meglio: dopo il fallito tentativo di negoziazione tra il governo turco e i vertici del PKK – considerato sia da Ankara che da tutta la comunità internazionale organizzazione terroristica -, il sud-est anatolico è divenuto teatro di aspri combattimenti tra le forze armate regolari e i gruppi separatisti. Quotidianamente si contano vittime da entrambe le parti. Le cose sono peggiorate il mese scorso dopo l’incarcerazione dei leader del partito di opposizione HDP, considerati fiancheggiatori del terrorismo, a cui sono susseguite rappresaglie a Diyarbakır – maggior centro curdo – e Adana.L’altra ipotesi è che dietro all’attentato di questa mattina possano esserci gruppi legati allo Stato islamico. È possibile?Kayseri è un dinamico centro industriale caratterizzato da un vivace spirito conservatore. Nei giorni scorsi, insieme ad altre città turche come Izmir e Konya, è stato teatro di operazioni antiterrorismo. Lo Stato islamico non è nuovo ad attentati in Turchia, basti ricordare le bombe alla stazione di Ankara (ottobre 2015), gli attentati kamikaze di Istanbul (gennaio e luglio 2016) e quelli a Gaziantep (ultimo nell’agosto 2016) e ancor prima gli attacchi a Suruç nel luglio 2015.La Turchia sembra non avere pace…Quello passato è stato l’annus horribilis per il Paese a causa del susseguirsi degli attacchi terroristici e del tentativo di golpe del 15 luglio scorso, che ha legittimato la proclamazione dell’attuale stato di emergenza e della lotta al terrorismo proclamata dal Presidente Erdoğan, che mira a debellare indistintamente ISIS, PKK e FETO – acronimo per il movimento guidato dal mullah Fetullah Gülen, considerato l’architetto del fallito colpo di Stato -. In altri termini la Turchia di oggi è un Paese polarizzato e caratterizzato da linee di frattura che, data l’esposizione di Ankara anche nello scenario regionale, sembrano destinate a ispessirsi.Che ruolo sta giocando in questo momento la Turchia in Siria? Ankara è attiva in Siria con la missione Scudo Eufrate che mira a contenere e debellare la minaccia terroristica – ISIS e PYD, considerata costola siriana del PKK – per evitare ulteriori effetti di spillover sul proprio territorio. Ad oggi sono stati ripuliti diversi kmq di zona adiacente al confine. L’attivismo turco è risultato evidente anche nelle ultime ore nelle azioni umanitarie di evacuazione dei civili e dei ribelli anti Assad da Aleppo e nel tentativo di negoziazione e mediazione con la Russia e gli altri attori coinvolti nel conflitto. È previsto infatti un meeting trilaterale tra Russia, Iran e Turchia il 27 dicembre ad Astana. È comunque opportuno ricordare che Ankara come membro attivo della coalizione internazionale a guida USA, ha concesso le proprie basi aeree per le azioni congiunte.
Politica /
Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove?
Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare?
Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.