Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, l’11 settembre 2001, due aerei dell’American Airlines e della United Airlines si sono schiantati sulle Torri Gemelle. Quasi tremila morti e un vuoto ancora palpabile se si va a Ground Zero. I nomi incisi ai bordi delle enormi vasche scure che sostituiscono i palazzi; l’acqua che tintinna e che viene inghiottita e poi esce di nuovo, come in un grande cerchio della vita.Ne è passata di acqua: la guerra in Afghanistan, poi quella in Iraq. La Libia e poi il caos in Siria. È la guerra al terrore che però genera terrore. Il sangue che prende il posto dell’acqua. Ma chi c’è dietro questo sangue? La politica dell’Occidente, è vero. Ma anche quelli che vengono considerati i suoi alleati, Arabia Saudita in testa.Proprio oggi il Guardianha diffuso le parole di un membro della commissione dell’11 settembre, il repubblicano John F. Lehman. Parole dure che chiamano in causa funzionari sauditi attivi in America nel momento degli attentati: “Alcuni di loro avevano funzioni governative e hanno avuto una parte importante nel sostenere i dirottatori“. Secondo Lehman, la commissione avrebbe sbagliato a non diffondere queste informazioni.Massoud, i sauditi e le Torri GemelleLa mano saudita dietro l’11 settembre 2001
Chi ha potuto leggere le prove del coinvolgimento saudita negli attentati è rimasto scioccato. Bob Graham, co-presidente della commissione sull’11 settembre, ha detto: “La pubblicazione di quelle pagine non costituirebbe una minaccia alla sicurezza nazionale, mentre lo è il loro occultamento. I sauditi sanno cosa hanno fatto e sanno che il governo Usa lo sa e lo vuole tenere segreto: questo ovviamente li induce a continuare a fare lo stesso. Al Qaeda è stata una creatura saudita, così come lo sono i gruppi regionali tipo al Shabaab e l’Isis è la loro ultima creatura”.
Il governo americano ha deciso di non pubblicare queste 28 pagine perché contengono informazioni “forti”, come si legge sul Guardian. Può essere. Anzi, sarà sicuramente così, altrimenti non sarebbero segrete. Walter Jones, per esempio, ha detto: “Sono rimasto scioccato da quel che ho letto: ci sono informazioni critiche per la direzione futura della nostra politica estera”. Già, è proprio questo il punto: gli attacchi alle Torri Gemelle rappresentano un cambio di paradigma nella politica estera americana. A partire da questo momento gli Usa diventano sempre più aggressivi.Non è chiaro quanti siano i funzionari che hanno aiutato, almeno dal punto di vista economico, gli attentatori. Forse cinque. Di un diplomatico sappiamo il nome: Fahad al-Thumairy, allontanato dagli Usa perché sospettato (senza però alcuna prova concreta che potesse dimostrare la sua consapevolezza) di avere legami con due dirottatori sauditi che hanno colpito le Torri Gemelle.La possibilità di leggere queste 28 pagine darebbe la possibilità di comprendere cosa sia realmente successo quel giorno. E, soprattutto, capire chi sono i veri alleati dell’Occidente.