Le dita rotte e il corpo palpato dalla polizia spagnola. Il drammatico racconto di Marta Torrecillas, raccolto da La Vanguardia, è stato rilanciato da tutti i giornali, compresi noi. Nei video diffusi in rete si vede la donna mentre viene presa dalla polizia e viene trascinata giù per le scale. Un agente la prende per il braccio destro (un dettaglio non da poco, come vedremo) e la allontana dai seggi. “Hanno bloccato la maggior parte delle persone, mi hanno tirato giù per le scale, mi hanno dato calci, mi hanno rotto le dita una a una in mezzo alle scale, ridevano e mi hanno picchiata”. L’ennesima violenza durante quei giorni concitati del referendum per l’indipendenza. 





Il problema è che la storia raccontata da Marta sarebbe diversa. La donna avrebbe infatti ingigantito il racconto per far ricadere colpe maggiori sulla polizia di Madrid. In un altro video diffuso in rete si vede infatti la scena completa. La donna viene presa dalla polizia e trascinata con forza per le scale. Nessuno la palpeggia, come invece lei stessa aveva raccontato (“Quando si sono alzati i vestiti, mi hanno toccato il seno e si sono messi a ridere”), e viene allontanata dai seggi. E veniamo ora al braccio destro di cui avevamo parlato prima. La polizia la afferra – con forza, va detto – solamente per quell’arto. Ma quando poi la donna riappare per raccontare la sua storia ha il braccio sinistro ingessato. Quella di Marta sarebbe solamente l’ultima balla, o fake news, raccontata dai sostenitori della Catalogna. 

Sono molte, infatti, le foto diffuse e i video durante le operazioni di voto che mostrano le forze dell’ordine picchiare i manifestanti. In un filmato si vede la polizia in assetto antisommossa che picchiano diverse persone, tra cui due giovani. “La polizia spagnola attacca gli elettori catalani” era il titolo del video. Il problema è che quel filmato risale al 12 novembre del 14 novembre 2012, “nel corso di una manifestazione contro l’austerità a Tarragona (Catalogna), in cui i partecipanti sono stati repressi dai Mossos d’Esquadra (la polizia della regione catalana)”, come riporta l’Agi

Ma anche alcune delle foto che sono circolate in rete non sono vere e, spesso, sono state modificate per rendere il tutto più spettacolare. Come quella della polizia che carica i manifestanti mentre la bandiera della regione garrisce al vento. Scatto bellissimo, rivoluzionario. Richiama la Libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix. Peccato che sia un falso. La bandiera è stata infatti con Photoshop e pure in maniera un po’ posticcia. 

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E ancora, la foto della polizia spagnola che carica i pompieri è un falso clamoroso, come denunciato dal sito anti bufale  Maldito Bulo.

 

Esta foto de policía contra bomberos no es del 1-O

Son Mossos contra bomberos en 2013 pic.twitter.com/zJKZeW0Npv

— MALDITO BULO (@malditobulo) 2 ottobre 2017

 E pure l’immagine del bambino con la testa spaccata dalla polizia non riguarda gli scontri del primo ottobre. È stata infatti scattata nel 2012 e il ragazzo era stato aggredito dai Mossos catalani. 

NO.

Esta foto de un niño agredido no es de hoy.

Es de 2012. Los Mossos le golpearon en la manifestación de la huelga general. pic.twitter.com/TNhklJJDaW

— MALDITO BULO (@malditobulo) 1 ottobre 2017

 Sia chiaro: le violenze da parte della polizia spagnola ci sono state. Ma anche le fake news create e diffuse ad arte per creare simpatia nei confronti della causa indipendentista hanno fatto la loro parte.

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