In breve tempo i più alti rappresentati di Cina e Stati Uniti si sono incontrati più volte, alimentando le ipotesi di un imminente incontro distensivo tra i leader dei due Paesi. L’ipotetico collegamento di agenti indiani all’omicidio di un attivista sikh canadese ha portato oggi all’espulsione reciproca di alti diplomatici indiani e canadesi. In Germania viene bandito il ventesimo gruppo neonazista, evidenziando la problematicità dell’estremismo di destra nel Paese. L’Azerbaijan riapre il fuoco sull’enclave contesa con l’Armenia in un’operazione “mirata” antiterrorismo. L’Ocse rivede al ribasso le previsioni economiche globali per il 2024 a causa del forte rallentamento cinese. Ecco le cinque notizie del giorno.

Si infittiscono i colloqui tra Washington e Pechino

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha incontrato il vicepresidente cinese Han Zheng a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. L’incontro presso la missione cinese all’Onu ha avuto luogo subito dopo il meeting tra il ministro degli Esteri cinese Wang Yi e il consigliere per la sicurezza nazionale americana Jake Sullivan a Malta: la veloce successione di questi incontri bilaterali alimenta l’ipotesi che Joe Biden possa incontrare il presidente Xi Jinping in novembre, magari nel corso della Conferenza economica Asia-Pacifico a San Francisco. Nel corso del meeting, Han Zheng ha affermato che è necessario che gli Stati Uniti approfondiscano i propri sforzi per incrementare la comprensione reciproca con Pechino e riportare le relazioni bilaterali sulla traiettoria dello sviluppo “sano e stabile”. Il ministro ha poi ribadito che è fondamentale che Washington interpreti lo sviluppo della Cina come un’opportunità e non come una minaccia, e ha concluso sottolineando che la politica di Pechino nei confronti degli Usa è “consistente e stabile”, e guidata dai principi di rispetto e cooperazione reciprocamente vantaggiosa.

Il caso Nijjar apre una faglia diplomatica tra India e Canada

Nel corso di una seduta d’emergenza del parlamento, il primo ministro canadese Justin Trudeau ha dichiarato che l’intelligence di Ottawa sta vagliando “ipotesi credibili” sul collegamento diretto di Nuova Delhi nell’omicidio di Hardeep Singh Nijjar, leader della comunità Sikh nella provincia della Columbia Britannica. Secondo le agenzie canadesi, il delitto risalente al giugno scorso sembra essere attribuibile “ad agenti governativi indiani”. “Qualsiasi coinvolgimento di un governo estero nell’uccisione di un cittadino canadese su suolo nazionale rappresenta un’inaccettabile violazione della nostra sovranità” ha detto Trudeau ai parlamentari; all’annuncio del premier è seguita l’espulsione del capo dell’intelligence indiana in Canada. Il ministro degli Esteri indiano ha subito rilasciato una nota in cui descrive le accuse come “assurde e strumentali” e promette l’espulsione di un non meglio identificato alto funzionario diplomatico canadese. “Simili accuse infondate puntano a distogliere l’attenzione dai terroristi ed estremisti khalistani, cui in Canada ha fornito asilo e che continuano a minacciare la sovranità e l’integrità territoriale dell’India”: con queste parole il ministro ha sollecitato il Canada ad adottare misure tempestive contro gli elementi anti-indiani che operano sul suo territorio, aprendo una profonda faglia diplomatica tra i due Paesi.

Al bando un altro gruppo neonazista in Germania: la lista tedesca arriva a quota 20

Il governo tedesco ha bandito il gruppo neonazista Hammerskins Deutschland: la maxi-operazione che ne è seguita ha incluso l’irruzione da parte delle autorità nelle abitazioni di dozzine di membri in un totale di 10 land tedeschi. Hammerskins Deutschland è noto in particolare per i concerti rock che organizza, ispirati a ideologie razziste e suprematiste, e per la sottocultura che ha plasmato, nella quale i membri dell’associazione si riconoscono come “fratelli”. L’organizzazione è una diramazione del gruppo americano Hammerskins, d’ispirazione neonazista e antisemita, che ricopre un ruolo rilevante nel panorama dell’estrema destra e dei naziskin in tutta Europa. Nello specifico, in Germania il gruppo contava circa oltre 130 aderenti impegnati “a diffondere una dottrina razziale basata sull’ideologia nazista”, riferisce una nota ufficiale di Berlino. La ministra dell’Interno Nancy Faeser ha sottolineato che si tratta della ventesima associazione neonazista bandita in Germania, e ha descritto l’operazione come “un duro colpo all’estremismo di destra organizzato”.

Una nuova operazione azera riapre lo scontro sul fronte armeno

L’Azerbaijan ha lanciato la preannunciata “operazione anti-terrorismo” nella regione contesa del Nagorno-Karabakh. Il ministro della Difesa di Baku ha specificato che l’esercito sta utilizzando “armi ad altissima precisione sulla linea del fronte e oltre” nel corso dell’operazione che mira a “reprimere provocazioni su larga scala” ed espellere truppe armene dal territorio azero. Il governo dell’Azerbaijan ha esortato i civili a tenersi alla larga dalle strutture militari e garantisce di aver avvisato i residenti armeni nella regione tramite sms, messaggi all’altoparlante e volantini informativi. La nota ministeriale precisa anche che sono stati istituiti corridoi umanitari e postazioni di accoglienza in diverse località, inclusa la strada di Lachin, per assicurare l’evacuazione della popolazione dalle zone di pericolo. Nel frattempo la Russia, che ha mantiene una forza di peacekeeping nel Nagorno-Karabakh dalla fine della guerra del 2020, ha informato di essere in contatto con diverse interlocutori riguardo alla situazione, incluso l’Azerbaijan. Al momento, secondo i numeri forniti dai separatisti armeni dell’enclave, il bilancio dell’operazione è di 5 morti e oltre 80 feriti, 15 dei quali civili. Le autorità armene riferiscono che i combattimenti continuano lungo tutta la linea di contatto, con le forze azere che usano artiglieria, droni e aerei per i bombardamenti.

Il rallentamento cinese pesa sulle previsioni di crescita Ocse

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico ha annunciato una revisione al ribasso delle previsioni economiche globali per il 2024, citando forti rialzi nei tassi d’interesse messi in campo dalle maggiori economie mondiali per affrontare l’inflazione e il rallentamento economico della Cina. Nel report più recente, l’organizzazione prevede che l’economia mondiale si espanderà del 2,7% nel 2024, ovvero dello 0,2% in meno rispetto alle proiezioni risalenti a giugno. Contemporaneamente, la previsione di crescita riferita al 2023 è stata rialzata a 3 punti percentuali – ma comunque a tre decimi di punto in meno rispetto al 2022. Le stime per la Cina si sono abbassate di ben mezzo punto, raggiungendo una crescita del 4,6% dovuta principalmente ai problemi del mercato immobiliare e al deterioramento della fiducia nelle imprese da parte dei consumatori. L’organizzazione con sede a Parigi ha corretto al rialzo le previsioni relative all’economia statunitense, che dovrebbe crescere quest’anno del 2,2 per cento, anzichè dell’1,6 per cento come previsto dall’Ocse a giugno. 

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