La creazione di movimenti radicali, negli Stati Uniti, è un fenomeno che sta diventando consueto. L’estrema destra americana, in questi anni, ci ha abituato a nuove forme comunicative, nuove organizzazioni, nuove piattaforme ideologiche e nuove personalità di vertice. Queste ultime hanno esercitato dei ruoli almeno a livello mediatico-organizzativo. L’ultima espressione di questo composito universo ideologico è quella dei Boogaloo Boys, un gruppo eterogeneo di cui le cronache si stanno interessando pure per via della rivolta di Minneapolis. Anche loro fanno parte del moto innescatosi dopo la morte di George Floyd. A breve vedremo come.
Prima ci conviene fare qualche premessa: in maniera diversa dall’alt-right tradizionale, i Boogaloo Boys, che prendono il nome da una sub-cultura popolare, da una terminologia tipica delle isole Hawaai – come dice il Times – e forse anche da un tipo di danza e dal titolo di un film (l’origine del nome non è chiarissima), non hanno alcuna intenzione di provare a divenire endemici al sistema. Sull’alt-right si è detto di tutto, compreso che gli esponenti di spicco si fossero appoggiati a Trump, per tentare la scalata nel Partito Repubblicano. Una parabola che, a distanza di quattro anni, non si è mai verificata. Anzi, chi fa parte di questo movimento – perché di movimentismo si tratta – si definisce volentieri “anti”. Volendo rintracciare un filo-conduttore, si potrebbe dire che i Boogaloo Boys contestano le politiche liberal che sono maggioritarie in molti Stati a stelle e strisce, in specie in quelli governati dai Democratici. Con l’emisfero della destra estrema già nota, i Boogaloo Boys condividono alcune usanze: la propaganda sul web, l’utilizzo dei meme (la rana Pepe fa capolino volentieri anche sugli indumenti indossati dalla nuova destra estremista americana), la difesa del diritto di possedere le armi e l’adesione a teorie ritenute complottiste. È normale notare più di qualche somiglianza con l’alt-right per come l’abbiamo conosciuta. Così com’è giusto pensare ad una sovrapposizione con gruppi e personalità che già abbiamo avuto d’indagare.
Secondo Nbc News, lo scopo di questa organizzazione è quello di dar vita ad una “seconda guerra civile”. Alcuni media esagerano? Come nel caso dell’alt-right, bisogna partire da un presupposto: le persone che fanno parte di movimenti come questo possono non avere tutte la stessa matrice di pensiero. Di sicuro, i Boogaloo Boys ospitano parecchia esaltazione. E la violenza, compresa quella delle pallottole, sembra abbastanza sdoganata, quantomeno al livello culturale, tra i militanti. I gruppi o le pagine Facebook, che per lo più sono chiusi, sono contraddistinti da un costante richiamo alle armi. La situazione non cambia con i video caricati su Youtube. Molto probabilmente, all’interno di questo movimento, dimorano sacche ideologiche differenti ma accomunate dall’essere radicali, dal pensare radicale, e dal contribuire, quindi, alla polarizzazione di un quadro, quello politico statunitense, che sarebbe già polarizzato di suo. Vi sarà capitato di osservare le immagini di chi protestava in favore della riapertura delle attività durante la quarantena americana. Bene, i Boogaloo Boys hanno esordito in Michigan, con la protesta relativa alle riaperture statali. Una protesta che è stata anche armata: è un dovere sottolinearlo. I Boogaloo Boys non sono un prodotto delle proteste di Minneapolis. Quella, semmai, è la sede della loro seconda comparsa sulla scena pubblica. Terminate le premesse, possiamo fare un passo indietro nel tempo.
Siamo in Michigan ed è un periodo di pieno lockdown. Il Sars-Cov2 sta impedendo agli Stati Uniti di fare gli Stati Uniti. Donald Trump ha iniziato a parlare di “transizione” dalla pandemia, una fase che prima o poi sarebbe arrivata. Alcuni governatori, tra cui Gretchen Esther Whitmer, quella del Michigan, nicchiano sull’ipotesi di un ritorno alla normalità in tempi brevi. I libertari, oltre alle armi, sfoderano pure azioni plateali: un manipolo di persone armate, neppure poco consistente, si insedia all’interno della sede del governatorato. La politica predica calma. Trump sembra quasi assecondare determinate richieste, parlando pure di “brava gente”. L’accaduto si può approfondire sull’Agenzia Nova. Il fenomeno però si allarga ed inizia ad interessare anche altre realtà cittadine, con modalità di manifestazione di dissenso più o meno simili alle prime. Il libertarismo – diviene chiaro – è il trait d’union di queste frange armate, che però non sparano, o che ancora non lo avevano fatto o che per ora non lo hanno fatto. Il Michigan e la pandemia hanno fornito un’occasione: è dalla fine del 2019 che, sui siti specializzati, si parla della possibile insorgenza di questo gruppo.
I motivi dietro alla nascita di un movimento così strutturato possono variare: uno è di sicuro lo sviluppo di una mentalità che intende tutelare i bianchi. La demografia americana sta cambiando. Esiste una fascia di popolazione che non è incline ad assecondare i diritti delle minoranze e la loro crescita esponenziale. In una parte dei casi, trattasi di razzismo a tutti gli effetti. Quando il fattore suprematista non c’è – il caso di Minneapolis è esemplificativo di come i Boogaloo Boys possano opportunamente sfruttare anche dissensi provenienti dalle stesse minoranze – , il collante diviene il sentimento anti-élitario: la famosa contrapposizione tra il “basso” e “l’alto” del sistema socioeconomico. Non che le critiche all’establishment passino tutte da movimentismi come questo. Ma quella dei Boogaloo Boys è una delle declinazioni di quel confronto. Una buona sintesi è insomma rintracciabile nella summa tra le istanze populiste ed il liberismo sfrenato, con un accento sullo Stato minimo, con meno attività di controllo possibili, e sulla difesa, a loro detta, del secondo emendamento, quello che negli Statesi tutela un cittadino vuole possedere delle armi. Sia come sia, trattasi di un movimento che tende al post-ideologico.
La partita “Michigan”, mentre scriviamo, è ancora aperta. Ma ora le luci dei riflettori si sono spostate su Minneapolis, dove i Boogaloo Boys partecipano volentieri alle sommosse. Gli afro-americani sono i veri protagonisti della rivolta, ma anche questa neo fazione ultraconservatrice è presente tra le strade della città del Minnesota. Perché? Prendendo per buona la finalità descritta dalla Nbc News, si direbbe che lo scopo degli estremisti sia quello di soffiare sul caos, al fine di accelerare il processo che porterebbe alla “seconda guerra civile”. Altrimenti, si potrebbe postulare l’ipotesi secondo cui i Boogaloo Boys non accetterebbero che le forze dell’ordine, in quanto braccio dello Stato, esercitino un controllo sul territorio troppo stringente. Forse esiste un mix di questi due fattori.
Di sicuro, stando pure a quanto riportato di recente sulle cronache, il problema non è sfuggito agli organi statali: il Consiglio di Sicurezza nazionale ha diramato un rapporto. Un documento che può sancire la pericolosità di questo movimento e che, in qualche modo, certifica pure la sua esistenza.