La Polonia si propone di liberarsi della dipendenza energetica costruendo la prima centrale nucleare nel Paese. L’esercito burkinabé mal tollera certi licenziamenti e minaccia un nuovo golpe. Il rincaro del carburante ha reso il costo della vita inaccessibile per la maggioranza dei nigeriani, che si organizzano per scioperare ad oltranza. L’azienda madre di TikTok, con sede in Cina, ha trasferito numerosi dirigenti dalle sedi di Pechino negli uffici americani e il Costa Rica dichiara lo stato d’emergenza per la crisi migratoria. Ecco le cinque notizie del giorno.

Una nuova era energetica per la Polonia all’insegna del nucleare

L’azienda statunitense Westinghouse e il governo di Varsavia hanno concluso un accordo per costruire la prima centrale nucleare in Polonia, che conterà in tutto nove reattori situati in tre località diverse. Si prevede che l’impianto sarà in grado di alimentare fino a otto milioni di case con ben 3750 megawatt, arrivando a sodisfare oltre il 30% del fabbisogno polacco. Il progetto ha un valore stimato di 23 miliardi di dollari, e i lavori per costruire il primo reattore avranno inizio nel 2026 e dovrebbero concludersi entro sette anni. Durante la cerimonia per la firma del documento, il premier Mateusz Morawiecki ha espresso grande soddisfazione per l’accordo, che gioca un ruolo importante nella sfida energetica che si è venuta a creare quando la Russia ha invaso la vicina Ucraina. “Non possiamo rischiare la stabilità energetica, che è anche la stabilità della nostra intera economia, affidandoci a fonti energetiche instabili” ha commentato il premier inaugurando quella che lui ha chiamato “una nuova era” per la Polonia.

Voci di golpe in Burkina Faso preoccupano il presidente (golpista)

Un’ampia folla di manifestanti si è raccolta sulle strade di Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, e in particolare nella grande piazza dedicata all’Organizzazione delle Nazioni Unite per esprimere supporto alle autorità al potere in seguito alla diffusione di notizie su un tentato colpo di Stato da parte delle forze armate contro il presidente ad interim Ibrahim Traoré. Le voci sul tentativo di destabilizzare il governo da parte di alcuni elementi dell’esercito hanno allarmato il capo di Stato che un anno fa (il 30 settembre 2022) a sua volta guidava un golpe per prendere il potere in Burkina Faso. Traoré ha quindi mobilitato i suoi sostenitori per dimostrare la solidità del governo e impedire un colpo di Stato. Pare che il malcontento nelle forze armate derivi dalla rimozione di alcuni ufficiali di alto grado ordinata dal governo di transizione. Il circolo vizioso istituzionale burkinabé sembra sul punto di avanzare: un eventuale intervento militare rappresenterebbe il terzo cambio consecutivo al vertice dello Stato imposto con la forza.

Sciopero generale e ad oltranza: la Nigeria protesta contro il costo della vita aumentato

I due maggiori sindacati dei lavoratori nigeriani hanno indetto uno sciopero generale e a tempo indeterminato che comincerà martedì prossimo per protestare contro la crisi del costo della vita, salito alle stelle dopo che il governo ha eliminato un sussidio al carburante molto popolare ma troppo oneroso per le casse dello Stato. I sindacalisti hanno pressato il presidente Bola Tinubu per fargli rivedere la sua decisione sulla sovvenzione ultra decennale che negli anni ha consentito di mantenere i prezzi del carburante abbordabili ma ha finito per prosciugare le finanze pubbliche. Di conseguenza, i prezzi sono cresciuti drasticamente, inclusi quelli dei generi alimentari, dei trasporti e dell’energia là dove la maggior parte delle imprese e delle case private conta su generatori a benzina per produrre elettricità. Il comunicato congiunto diffuso dal Congresso nazionale del lavoro e dal Congresso dei sindacati della Nigeria avvisa: “ci sarà un blocco totale finché il governo non soddisferà le richieste dei lavoratori nigeriani e, di fatto, delle masse nigeriane”. In aggiunta alle conseguenze del caro carburante, la naira nigeriana si è svalutata di molto rispetto al dollaro statunitense (in questi giorni il rapporto è 1 dollaro a 780 naire), rendendo inaccessibili anche i beni importati.

Le mosse esecutive di TikTok svelano l’influenza di Pechino

Un’inchiesta del Wall Street Journal indica che gli spostamenti dentro a TikTok di numerose figure dirigenziali provenienti dalla società madre ByteDance rivelano un’influenza della capogruppo con sede in Cina maggiore di quella che la piattaforma social vuole ammettere. Questo elemento preoccupa Washington per l’ascendente diretto che Pechino ha sul social network in grado di registrare numerosi dati diffusissimo negli Stati Uniti. Secondo quanto riportato dal WSJ, dall’inizio dell’anno diversi dirigenti di alto livello sono stati trasferiti dagli uffici pechinesi di ByteDance alla sede statunitense di TikTok, andando a ricoprire ruoli chiave in sezioni quali attività pubblicitaria, risorse umane, monetizzazione, marketing aziendale e prodotti legati a iniziative di e-commerce. Pare che la quantità di questi trasferimenti abbia innervosito e inquietato i dipendenti americani dell’azienda, che si sarebbero lamentati con i propri superiori.

Crisi migratoria in Costa Rica, ordinato lo stato d’emergenza

Il presidente della Costa Rica Rodrigo Chavez ha ordinato lo stato di emergenza nel Paese a causa del forte aumento del flusso di migranti che attraversano il confine per arrivare negli Stati Uniti. Secondo i funzionari costaricani, gli immigrati provengono da tutto il mondo, incluso Venezuela, Ecuador, Cina, Colombia, Haiti, Yemen e Bangladesh e la quasi totalità mira agli Stati Uniti come ultimo approdo. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni riporta che nel solo mese di agosto 2023 oltre 84mila persone sono entrate in Costa Rica dal confine meridionale con Panama, attraverso il valico di Paso Canoas: il dato rappresenta un incremento del 55% rispetto al mese precedente. A livello regionale, il numero di migranti che attraversano l’insidioso Darien Gap (che collega Panama e la Colombia e costituisce un riferimento affidabile per valutare il flusso migratorio nell’area) ha stabilito un nuovo record quest’anno: circa 249mila persone hanno attraversato la foresta quest’anno per salire verso nord. Nel tentativo di tenere sotto controllo la situazione, il governo di San José ha predisposto un servizio di navette per portare i migranti alla frontiera con il Nicaragua (altro Paese di transito) in sicurezza, ma il costo del biglietto non è accessibile per tutti quelli che si accalcano sulla frontiera, dove si aggravano i problemi legati al forte affollamento.

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