L’allarme sull’immigrazione è di quelli pesanti e arriva da chi meno te lo aspetti. Il ministro dell’interno tedesco, Horst Seehofer, si è reso conto che gli sbarchi dei migranti nei Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo hanno raggiunto livelli ormai insostenibili. In un rarissimo mea culpa, Seehofer ha dichiarato in un’intervista al quotidiano Bild che la Germania deve aiutare i governi che più risentono dei flussi migratori, anche perché il rischio che l’attuale situazione possa essere addirittura peggiore di quella del 2015 esiste ed è concreto. “Dobbiamo aiutare di più i nostri partner europei a controllare le frontiere esterne dell’Unione europea – ha detto Seehofer – Li abbiamo lasciati soli per troppo tempo. Se non faremo qualcosa, assisteremo a una nuova ondata di rifugiati come nel 2015, forse anche peggio di quattro anni fa”.

Infografica di Alberto Bellotto
Infografica di Alberto Bellotto

Fa piacere che il ministro tedesco si sia accorto di due cose: che fin qui la Germania non ha mosso un mignolo per venire in soccorso dei Paesi di frontiera, come ad esempio l’Italia, e che la prospettiva di un’invasione non sia una paura ricorrente solo nella testa di qualche folle sovranista. Il problema è che Seehofer non dice come uscire dall’impasse, e si limita a concludere con una classica frase di circostanza che vuol dire tutto e niente: “Lavoreremo con la nuova presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, così da fare il possibile perché tutto non si ripeta”. Una promessa alquanto vaga e aleatoria.

Grecia vicina al collasso

Il segnale che qualcosa in Europa sta andando storto arriva dalla Grecia. Atene è al collasso e non riesce più a far fronte a quella che ormai è una vera e propria emergenza nazionale. Da quando la Turchia di Recep Tayyp Erdogan ha allentato le maglie, flotte di migranti sbarcano quotidianamente sulle isole greche.

I centri di accoglienza sono allo sbando, le condizioni dei rifugiati pessime. Il governo greco ha attuato alcune manovre per alleggerire uno scenario pesantissimo, tra cui il pattugliamento dei confini e una maggiore rapidità burocratica nel velocizzare le espulsioni e aiutare i nuovi richiedenti asilo. Ma Atene, da sola, non può farcela. Seehofer sta per volare in missione proprio nell’area a ridosso tra Grecia e Turchia per vedere con i suoi occhi cosa sta succedendo.

Il mea culpa di Berlino

La Germania sa bene che in passato non ha fatto niente di ciò di cui si vantava di fare nelle sedi istituzionali. Berlino ha accolto alcuni migranti, certo, ma solo alle proprie condizioni e senza praticare il gioco di squadra tanto sbandierato dall’Unione europea.

Infografica di Alberto Bellotto

Ora il governo tedesco ha il terrore di trovarsi in un angolo a causa dell’economia balbettante e teme di perdere il ruolo di locomotiva d’Europa che gli era stato assegnato dalla comunità internazionale. Angela Merkel vuol continuare a dare l’impressione di essere saldamente al controllo del timone, quindi ha sguinzagliato i suoi ministri in supporto ai Paesi affacciati sul Mediterraneo. Il grande interrogativo rimane uno: in che modo la Germania offrirà il suo aiuto? Nei giorni scorsi Seehofer ha detto che i tedeschi sono pronti ad accogliere il 25% dei migranti salvati dall’Italia. Resta da capire se Berlino manterrà le promesse e se anche gli altri membri dell’Ue decideranno di prender parte al cosiddetto meccanismo di ripartizione temporaneo.