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Il neo costituito governo socialista di Pedro Sanchez non perde tempo e, a pochi giorni dal suo insediamento, decide di mettere subito in pratica una delle sue promesse elettorali. Il Ministero degli Interni spagnolo, infatti, già lunedì scorso ha annunciato l’inizio delle opere di “ammodernamento e rinforzo” dei reticolati che circondano le enclavi spagnole in Marocco di Ceuta e Melilla. Lavori che, nelle intenzioni del primo ministro iberico, dovranno iniziare prima della fine del mese.

L’investimento per la realizzazione dell’opera si aggira attorno ai 18 milioni di euro (17.899.886,69 per l’esattezza). I lavori, secondo le intenzioni del governo, si concluderanno nel giro di una decina di mesi e presuppongono un rinforzo della sicurezza su tutta la cortina presente attorno alle frontiere terrestri delle due enclavi europee in Africa. L’opera permetterà la sostituzione “degli attuali fili spinati e delle aste tridimensionali presenti lungo tutto il perimetro con altri elementi più sicuri e meno dannosi per chi intende scavalcarli”, come recita il comunicato stampa del nuovo esecutivo di Madrid.

Oltre allo sforzo per l’ammodernamento delle recinzioni poste attorno al confine spagnolo-marocchino, il governo “rosso-viola” Psoe – Podemos ha messo in cantiere anche una serie di interventi per il rinforzo del perimetro delle due frontiere, che includono l’inserimento di 66 telecamere a circuito chiuso, 14 delle quali termiche, e un sistema di riconoscimento facciale nei posti di frontiera, per un investimento complessivo di 32 milioni di euro.

Durante il tempo necessario alla costruzione della nuova opera di contenimento, il controllo delle due frontiere verrà coperto da Guardia Civil e Policía Nacional, costrette così a prevedibili corpo a corpo con i plotoni di immigranti che ciclicamente si presentano nei due confini terrestri fra Marocco e Spagna. Come accaduto nella notte fra domenica e lunedì scorso, quando un furgone “kamikaze” pieno di migranti ha letteralmente sfondato la dogana di Tarajal, nell’enclave di Ceuta, nel tentativo di introdurre 52 immigrati, schiantandosi nella doppia rete di filo spinato. Il conducente, un marocchino dal passaporto francese di 38 anni, trasportava con sé 34 uomini, 16 donne, un bambino di 6 anni e un bebé di cinque mesi.

Quello degli automezzi kamikaze è uno dei sistemi più utilizzati negli ultimi mesi per attraversare l’unica frontiera terrestre esistente fra Africa ed Europa, nonché il più efficace e conveniente da un punto di vista giudiziario per i passeur. Basti pensare che, come denuncia il quotidiano spagnolo Abc, per chi tenta l’attraversamento schiantandosi sul confine spagnolo, il rischio di finire in galera è minimo. La pena massima riconosciuta per questi particolari tentativi di introduzione illegale di immigrati è stata di 675 euro e un anno e mezzo di carcere con la condizionale, per un episodio simile a quello di domenica scorsa.

Nel frattempo, per blindare il perimetro confinario nei mesi necessari alla creazione del nuovo reticolato, il governo di Pedro Sánchez ha chiesto appoggio al governo marocchino. La risposta, al termine di una serie di incontri avvenuti già nei mesi precedenti, fra il ministro dell’interno spagnolo Fernando Grande-Marlaska con il suo omologo di Rabat, Abdelouafi Laftit, è stata quella di un sì non troppo convinto.

Fattore che ha scatenato l’ira dell’opposizione di destra, rappresentata da Vox, il partito che in cinque anni è passato dall’1,6% al 15% delle preferenze alle recenti elezioni politiche. Secondo il suo segretario, Santiago Abascal, il rinnovamento della “valla” attorno a Ceuta e Melilla, unito a questi accordi di collaborazione promessi da Rabat, altro non sono che azioni palliative e per niente risolutive del problema dell’immigrazione clandestina. Proprio in tal senso il segretario di Vox ha proposto martedì al Congresso dei Deputati una proposta di legge per la creazione di un vero e proprio muro in cemento armato attorno alle due cittadine costiere, in modo da contenere al meglio quella che Abascal stesso ha definito una “autentica invasione migratoria”.

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