Da dove arrivano le dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio e di Alessandro Di Battista sul Franco Cfa, ancora in vigore in quattordici Paesi africani anche dopo l’indipendenza delle colonie? “Ci sono decine di Stati africani in cui la Francia stampa una propria moneta, il franco delle colonie, e con quella moneta si finanzia il debito pubblico francese. Macron prima ci fa la morale e poi continua a finanziare il debito pubblico con i soldi con cui sfrutta i Paesi africani. Se vogliamo fermare le partenze cominciamo ad affrontare questo tema e cominciamo a farlo anche all’Onu, non solo in sede di Unione europea”, ha spiegato nei giorni scorsi il vicepremier.
Affermazioni che hanno fatto letteralmente infuriare i francesi, che hanno convocato l’ambasciatrice d’Italia Teresa Castaldo al ministero degli Esteri per “chiarimenti”. Ebbene, alla base di questa forte presa di posizione del Movimento cinque stelle ci sarebbe una partnership strategica con il leader panafricano Kémi Séba, eletto personalità africana del 2017 da Africanews per la sua lotta “contro il neocolonialismo francese e il Franco Cfa”. Séba, come lui stesso spiega sulla sua pagina Facebook, avrebbe incontrato i vertici del movimento, tra cui il sottosegretario agli esteri Manlio Di Stefano, lo scorso settembre a Roma.
L’attivista panafricano Kémi Séba
I dettagli dell’incontro li fornisce proprio l’intellettuale africano, a capo della Ong Urgences Panafricanistes. “Abbiamo tenuto segreto questo incontro per mesi ma ora possiamo renderlo pubblico”, spiega Séba. “Partendo dal presupposto che l’immigrazione africana sarebbe assai minore se i nostri Paesi non fossero colonizzati e destabilizzati dalla Francia, abbiamo pensato che fosse necessario per il Movimento cinque stelle affrontare i problemi alla radice piuttosto che puntare alle semplici conseguenze. Siamo stati quindi ricevuti a Roma al Parlamento italiano nel settembre 2018 negli uffici del Movimento cinque stelle (movimento anti-sistema, né di destra, né di sinistra), al fine di fornire loro del materiale sulla Francafrica e sul Franco Cfa”.
L’attivista nato a Strasburgo da genitori provenienti dal Benin, già ricevuto in passato dall’ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad e dal filosofo russo Aleksandr Dugin, rivendica i risultati di quell’incontro: “Il Movimento cinque stelle ha capito, a differenza di molti altri partiti politici italiani, che gli africani non vengono in Italia per amore della pizza ma perché i nostro Paesi sono costantemente destabilizzati. A tal fine abbiamo deciso, indipendentemente dalle nostre divergenze, dal settembre 2018, di formare un fronte comune contro il neocolonialismo francese e occidentale in Africa”.
Avvertimento a Macron: “Solo l’inizio, ci riprenderemo l’Africa”
Nel mirino c’è il presidente francese: “Che Macron sappia che questa è solo la prima tappa. Ciò che i leader africani non sono in grado di fare, altri leader africani lo faranno, sotto il nostro impulso, fino a quando non prenderemo il potere nei nostri Paesi”. Séba ha condiviso sui social un articolo e una foto che lo ritrae mentre stringe la mano sorridente proprio a Manlio Di Stefano , sottosegretario agli Esteri del governo gialloverde.
Come racconta Sebastiano Caputo sul suo blog su ilGiornale.it, già lo scorso luglio Séba è stato in Italia per ampliare il campo d’azione, presentare il nuovo libro L’Africa libera o la morte ma soprattutto diffondere tra i popoli subsahariani della diaspora le sue tesi di autodeterminazione delle nazioni dal neocolonialismo. Sul Ministro dell’Interno Matteo Salvini, l’intellettuale africano ha spiegato: “Matteo Salvini difende il suo popolo e ha ragione a farlo ma deve sapere che anche noi siamo pronti a difendere il nostro di popolo!”.
Il suo giudizio sulla Francia è invece netto: “La nostra lotta consiste nel lavorare ardentemente affinché la Francia coloniale lasci le nostre terre africane; non cerchiamo di essere amati o accettati in Francia. Vogliamo solo che quest’ultima scappi dalle nostre terre”.