“Era il 3 luglio del 1984. Una mattina come tante altre mio fratello è uscito di casa e non è mai più tornato. È semplicemente scomparso. Succede così in genere agli albini: vengono aggrediti quando meno se lo aspettano, gli vengono tolti gli organi che servono per i riti magici e poi scompaiono nel nulla”. È una storia che gela il sangue quella raccontata dal giornalista camerunese Stéphane Ebongue a Famiglia Cristiana.O la fuga o la morte: Stéphane è stato costretto a scappare dal Camerun a Genova per non fare la fine di suo fratello. Anche la sua pelle, infatti, è troppo chiara per permettergli di vivere serenamente in Africa.Stéphane è uno dei tanti africani albini vittime di una persecuzione silenziosa e ostinata, difficile da eradicare perché legata ad un vulnus di credenze magico-superstiziose dentro cui si è innestato un vero e proprio racket criminale.L’albinismo è una patologia genetica, diffusa a livello mondiale, caratterizzata da ipopigmentazione cutanea ed oculare. In Africa orientale l’incidenza di questo disturbo arriva a toccare il suo picco massimo: si calcola un albino ogni 1.500 persone. Ed è proprio qui che l’albinismo cessa di esser una malattia genetica e si trasforma in una condanna a morte. Secondo i dati raccolti dalla Ong canadese “Under the Same Sun” che opera a difesa dei diritti degli albini – solo nell’ultimo anno – almeno 166 persone sono state uccise e 273 aggredite in 25 diverse nazioni africane.All’origine di questa mattanza c’è un pericoloso cocktail d’ignoranza e superstizione. Numerose credenze popolari diffuse in varie zone dell’Africa, tra cui Malawi, Tanzania e Mozambico, vedono la nascita di un bambino bianco da una coppia di genitori neri come un segno divino da cui derivano una serie di conseguenze drammatiche. Il neonato, secondo un’interpretazione che varia a seconda delle regioni, viene considerato o un essere superiore o l’incarnazione di un demone. In entrambi i casi, il nuovo nato, andrà incontro ad un’esistenza tormentata.Nello Zimbabwe, ad esempio, è opinione diffusa che un uomo possa guarire dall’Aids facendo sesso con una donna albina. Questa diceria espone le donne albine a ripetute violenze sessuali e alla contrazione del virus. Inoltre, “c’è l’assurda convinzione che le parti del corpo di queste persone abbiano delle proprietà magiche in grado di aumentare ricchezza e prosperità”, ha spiegato a Reuters la nigeriana Ikponwosa Ero, esperta indipendente dell’organismo delle Nazioni Unite per i problemi legati all’albinismo, al rientro dalla missione dello scorso mese in Malawi. La signora Ero, affetta anche lei da albinismo, ha aggiunto che “dopo la morte queste persone non possono riposare in pace, perché i loro resti vengono razziati dai cimiteri”.Organi e frammenti d’osso servono a confezionare macabri talismani della fortuna ed elisir. È proprio qui che suggestioni e magia nera s’incontrano con i traffici illeciti di personaggi senza scrupoli conosciuti con il nome di “albino hunters”. Esiste un mercato nero che muove cifre da capogiro. In questo circuito commerciale le parti mutilate dei corpi delle persone albine vengono vendute per migliaia di dollari. Secondo la Croce Rossa, gli stregoni sono disposti a pagare addirittura 50mila dollari per un “set completo” di tutte le parti del corpo ritenute miracolose. Ed è per questo che in molti casi sono le stesse famiglie, soprattutto nei contesti rurali e più poveri, a consegnare le vittime nelle mani dei loro aguzzini in cambio di denaro.Nei giorni scorsi, in Malawi, nella città di Chikwawa, capitale dell’omonimo distretto, come racconta il Malawi Punch, è stata scoperta un’organizzazione criminale che farebbe affari d’oro con l’uccisione delle persone affette da albinismo. A gestire il racket sarebbe il miliardario malawiano Bashir Henery Goba. L’oscuro miliardario, in queste ore, è finito nell’occhio del ciclone per aver corrotto un funzionario della polizia di stato reo d’aver insabbiato le indagini sull’omicidio di un albino di vent’anni. Secondo i dati forniti dal Malawi Punch, dal 2014 ad oggi, nell’ex colonia britannica si sarebbero verificati più di 60 casi di omicidio legati a questo orribile traffico illecito.Questo dato s’incrocia con quelli forniti dalla Ero, secondo cui i malawiani che soffrono della patologia sarebbero addirittura “a rischio estinzione”.Ma il Paese africano che detiene il funesto primato delle persecuzioni ai danni degli albini è la Tanzania dove, secondo un rapporto della BMC Public Health, la patologia genetica interessa più di 1.400 tanzaniani. Qui, sempre Under the Same Sun, ha denunciato 160 atti di violenza nei loro confronti, tra cui 76 omicidi.Nel 2015 un giro di vite voluto dal governo di Dodoma portò all’arresto di 200 guaritori tradizionali.





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