L’Ungheria dei nazionalisti
Siamo nel mese di luglio 2016, la crisi migratoria derivante dall’apertura della rotta balcanica inizia a ridimensionarsi, ma al tempo…
L’Ungheria, negli ultimi anni, si è trasformata in uno dei centri politici principali dell’Europa, non solo orientale ma anche centro-occidentale. Sembra incredibile che un Paese così piccolo possa essere diventato così importante. Ma da quando Viktor Orban è stato eletto alla guida del Paese, Budapest ha assunto il ruolo di vera e propria centrale del sovranismo europeo. E tutti i leader dei movimenti di destra ed euroscettici del Vecchio Continente trovano in Orban un leader e un punto di riferimento, oppure, molto più semplicemente, un alleato fondamentale. Tanto che è riuscito a scalzare anche definitivamente il partito Jobbik come simbolo della destra ungherese, di cui abbiamo documentato la forza.
La questione è diventata ancora più importante da quando l’Ungheria si è ritrovata al centro della rotta dei migranti dai Balcani verso la Germania. Orban ha opposto la linea della fermezza e della chiusura dei confini. E noi siamo stati sul campo per raccontarvi la rotta dei migranti da Bodrum alla Germania proprio per capire cosa succedesse al confine fra Serbia e Ungheria. Un confine protetto ma allo stesso tempo poroso che ha portato alla protesta di molti ungheresi. E Orban ha così deciso per una sfida totale all’immigrazione clandestina e alla politica delle porte aperte, sfidando da un lato l’Unione europea e dall’altro puntando il dito contro George Soros, il magnate ungherese che è ritenuto il grande avversario politico della destra magiara.
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