Non è la prima volta che Volodymyr Zelensky rivolge un messaggio all’indirizzo di Vladimir Putin. La differenza rispetto al recente passato sta tutta nel tono utilizzato dal presidente ucraino. Nel corso di un’intervista rilasciata alla Cnn, Zelensky ha affermato di essere pronto a negoziare con il suo omologo russo. “Dobbiamo usare qualsiasi formato, qualsiasi chance di poter parlare con Putin. Se questi tentativi falliscono, allora vuol dire che questa è la terza guerra mondiale”, ha dichiarato. E ancora: “Sono pronto a negoziare. Sono stato pronto negli ultimi due anni. Senza i negoziati non si può mettere fine a questa guerra”, ha sottolineato il leader ucraino.

Certo, non sono mancate accuse neanche troppo velate all’indirizzo di Mosca, come quando Zelensky ha detto che le forze russe “sono venute per sterminarci, per ucciderci”, o come quando ha sottolineato che “con la dignità del nostro popolo e del nostro esercito abbiamo potuto dimostrare di essere stati in grado di assestare un colpo potente, siamo stati in grado di contrattaccare”. In ogni caso, a sentire le parole del presidente, sembra che Kiev sia pronta ad esplorare nuove vie diplomatiche.

La strada dei negoziati

“Sfortunatamente la nostra dignità non sta salvando vite”, ha tuonato Zelensky. Di qui la necessità di negoziare con il presidente russo Vladimir Putin: “Se c’è anche solo un uno per cento di possibilità per noi di fermare questa guerra, penso che dobbiamo sfruttarla. Dobbiamo farlo” perché “ogni giorno stiamo perdendo persone, persone innocenti sul terreno”.


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Da una parte, dunque, l’Ucraina sa di aver tenuto testa ad un nemico più forte ma, al tempo stesso, è consapevole della necessità di spingere sui negoziati. Questa è la sensazione emersa dalle ultime parole, a tratti apocalittiche, del presidente ucraino. Che, tuttavia, non trovano riscontro in quanto sostenuto dalla Turchia. Già, perché Ankara ha assicurato che Russia e Ucraina avrebbero fatto progressi nei negoziati per fermare la guerra, e che le due parti sarebbero addirittura vicine a un accordo.

La mediazione turca

“Vediamo che le parti sono vicine a un accordo”, ha affermato il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, che questa settimana è stato sia a Mosca che a Kiev. Ricordiamo che la Turchia ha ospitato la scorsa settimana ad Antalya i ministri degli Esteri di Russia e Ucraina. Cavusoglu ha spiegato che la Turchia è in contatto con i due team di negoziatori, ma si è rifiutato di dare dettagli dei colloqui.

In un’intervista al quotidiano Hurriyet, il portavoce della presidenza turca, Ibrahim Kalin, ha invece affermato che le parti stanno negoziando sei punti: neutralità, disarmo e garanzie di sicurezza dell’Ucraina, la cosiddetta “de-nazificazione”, rimozione degli ostacoli all’uso della lingua russa in Ucraina, lo status della regione separatista del Donbass e lo status della Crimea, annessa alla Russia nel 2014.

Nei giorni scorsi, il Financial Times aveva diffuso la notizia secondo la quale le delegazioni di Mosca e Kiev starebbero lavorando ad una bozza di piano di pace in 15 punti. Molti di quei punti coincidono, in effetti, con quanto dichiarato da Kalin. Certo, non c’è alcuna certezza in merito a un’imminente fumata bianca. Ma la versione che arriva dalla Turchia lascia ben sperare.

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