“Noi, i bambini dello Yemen, stiamo disperatamente cercando di sopravvivere. Andiamo a letto con il rumore degli aerei da guerra sopra le nostre teste e quello delle armi nelle strade. Quando ci svegliamo, attorno a noi vediamo sempre più distruzione. Siamo innocenti, non siamo parte di questa guerra e non abbiamo fatto nulla di male”. Sono i bambini dello Yemen che parlano e a fanno un bilancio di questi mille giorni di guerra.

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“Stiamo perdendo la possibilità di studiare, perché le nostre scuole sono state distrutte. Ci vengono negati i nostri diritti primari, come la salute, la sicurezza e la nostra stessa vita. Più a lungo questa guerra durerà e più bambini moriranno. Le malattie continueranno a diffondersi, visto che i centri sanitari non hanno abbastanza forniture mediche e vaccini per curarle. E rischiamo di essere costretti a lavorare solo per poterci permettere di avere qualcosa da mangiare. Siamo tristi per il nostro Paese, per le nostre famiglie e per i nostri amici”. Se si guardano i bilanci di questi tre anni di guerra, si scopre che oltre 5mila bambini (i numeri sono dello scorso gennaio) sono stati uccisi dalle bombe dell’Arabia Saudita. Chi è sopravvissuto, invece, lotta contro la morte e la malnutrizione.

Lo scorso anno, infatti, sono stati chiusi tutti i porti e gli aeroporti del Paese, chiudendolo di fatto in un embargo forzato. Sono 400mila, secondo l’Unicef, i bambini che rischiano di morire a causa della malnutrizione. Oltre otto milioni minori, invece, sono privati di acqua potabile, anche a causa dei bombardamenti “mirati” di Casa Saud. 

Raid contro gli uffici presidenziali in Yemen

Ieri due attacchi aerei della coalizione guidata dall’Arabia Saudita hanno colpito alcuni uffici della presidenza yemenita nel distretto centrale di Tahrir, a Sanaa.

“Ci siamo precipitati sulla scena della prima esplosione e abbiamo visto diverse persone intrappolate tra le macerie, e poi abbiamo subito il secondo attacco”, ha detto Ahmed Dehecher, uno dei soccorritori. 

“Ci sono molte persone scomparse, penso che ci siano sette o otto morti e decine di feriti”. Secondo le informazioni diffuse da Medici senza frontiere, i morti provocati dal raid sarebbero almeno sei mentre i feriti 72. 

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“Ancora una volta dei civili, compresi bambini, sono stati uccisi e mutilati perché si trovavano nel posto sbagliato nel momento sbagliato”, ha dichiarato João Martins, capo missione di Msf in Yemen. “Nessuno dovrebbe vivere nella paura di essere bombardato in momenti normali della propria quotidianità. Ancora una volta vediamo vittime civili di attacchi aerei combattere per la vita negli ospedali”.

Le condizioni dei feriti sono le più disparate, come ha spiegato Abdulfatah Al-Alimi, referente medico di Msf a Sanaa: “Alcuni pazienti sono arrivati con un trauma cranico, altri avevano ferite da schegge sulle gambe. Abbiamo riscontrato ogni tipo di ferita. Ho visto anche una ragazza che cercava di entrare nel pronto soccorso. Non sapeva se avrebbe trovato suo padre vivo o morto”.

Il racconto dei sopravvissuti in Yemen

Il raid ha colpito chi stava svolgendo il proprio lavoro o stava tornando a casa da scuola, come Shehab, che aveva appena dato un esame. Akram, uno spazzino di 19 anni, ha invece perso molto sangue a causa delle ferite riportate alla testa e all’orecchio. Hussein, 30 anni, è stato ferito da alcune schegge alla testa, ma trova la forza di parlare: “Ero venuto a ritirare la mia indennità di trasporto per il lavoro, quando c’è stato l’attacco e sono rimasto ferito. Non so cosa sia successo al resto dei miei colleghi”.