È iniziata alle prime luci dell’alba l’offensiva contro Hodeidah, in Yemen, roccaforte Houthi sul Mar Rosso. Le truppe del governo yemenita stanno assediando il porto sciita, mentre le forze aeree di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti continuano a martellare le postazioni intorno alla città per consentire all’esercito alleato di cingere la città in una morsa letale.
L’assedio ha inizio
L’operazione “Golden Victory” è iniziata oggi dopo la scadenza delle 48 ore fissate dagli Emirati Arabi Uniti per abbandonare Hodeidah. Gli Houthi hanno risposto con un lancio di razzi che ha colpito una nave saudita. Come riporta Reuters, “il leader ribelle Mohammed Ali Al-Houthi, che ha minacciato gli attacchi alle petroliere lungo la corsia strategica del Mar Rosso, ha avvertito l’alleanza sostenuta dall’Occidente di non attaccare il porto e ha detto su Twitter che le sue forze hanno preso di mira un’imbarcazione della coalizione”
Circostanza non confermata dal comando di Riad ma ribadita con forza dai ribelli, come ricordato da Giordano Stabile per La Stampa. E adesso, gli Houthi, ma soprattutto la popolazione civile, si prepara a un assedio che si ritiene possa trasformare la città yemenita in un cimitero.
I tentativi delle Nazioni Unite per evitare l’assedio
Le Nazioni Unite hanno cercato invano per settimane di fare in modo che le parti giungessero a un accordo. Hodeidah è attualmente l’unico porto che rifornisce di beni di prima necessità la popolazione civile sotto il controllo Houthi. Con l’assedio via terra e il blocco navale intorno al porto, la città sarebbe destinata a capitolare sotto la morsa della fame e dell’assenza di cure. Ma così rischierebbero di finire anche tutti i civili che vivono nelle regioni ribelli.
L’inviato dell’Onu, Martin Griffiths, aveva anche proposto di mettere il porto sotto “controllo neutrale” per utilizzarlo esclusivamente come terminale di aiuti umanitari, fondamentali per uno Yemen ormai ridotto a una distesa di macerie e sangue. La carestia, il colera e la fuga di centinaia di migliaia di disperati hanno già creato un disastro umanitario senza precedenti.
I tentativi del Palazzo di Vetro sono stati però fallimentari. Le forze di Riad di Abu Dhabi non hanno accettato l’idea di un compromesso. E gli sciiti hanno fatto lo stesso. Non c’è volontà di accordo: l’idea è che si cerchi il totale annichilimento delle forze nemiche. Gli Emirati e i sauditi hanno continuato a bombardare ininterrottamente postazioni militari e civili. Vogliono finire la guerra e lo stanno facendo con ogni mezzo.
La catastrofe umanitaria
“Hodeidah è minacciata da un attacco” e “sono estremamente preoccupata per l’impatto che avrà sui bambini di questa città portuale e non solo. L’Unicef stima che almeno 300.000 bambini vivano attualmente nella città di Hodeidah e nei dintorni – ragazzi e ragazze che soffrono già da tanto tempo”. La direttrice generale dell’Unicef, Henrietta H. Fore, lancia un disperato allarme per fermare l’offensiva.
“Milioni di bambini in tutto lo Yemen dipendono per la loro stessa sopravvivenza dai beni umanitari e commerciali che passano per quel porto ogni giorno. Senza importazioni alimentari, una delle peggiori crisi di malnutrizione al mondo non potrà che aggravarsi. Senza le importazioni di carburante, essenziali per pompare l’acqua, l’accesso all’acqua potabile si ridurrà ulteriormente, portando ad un numero ancora maggiore di casi di diarrea acuta e colera acquosa, che possono essere letali per i bambini piccoli”.
La catastrofe umanitaria continua. E adesso, con questo assedio su Hodeidah, sembra destinata a riprendere forza. L’intervento umanitario, in questo caso, sarebbe provvidenziale. Ma evidentemente nessuno è interessato.