Quello che per lungo tempo era stato semplicemente un sospetto ora è realtà. La coalizione saudita che combatte in Yemen starebbe arruolando i miliziani di Al Qaeda nella lotta contro i ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran. Lo ha annunciato Ap, pubblicando un dossier sulla strategia di Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti in questa guerra.
È dal 2015 che Riad bombarda il Paese, non riuscendo a debellare la resistenza. I pochi successi ottenuti sul campo – spiega l’agenzia – sarebbero frutto di accordi con Al Qaeda: “Molte delle loro conquiste sono state rese possibili senza sparare un colpo. Questo perché la coalizione ha siglato accordi con i combattenti di Al Qaeda, pagandone alcuni per abbandonare città chiave e permettendo ad altri di ritirarsi con armi, equipaggiamento e mazzette di denaro rubato”. E questo è un problema, soprattutto per gli Stati Uniti che, sulla carta, si trovano lì per combattere il terrorismo.
I passi falsi degli Usa in Yemen
Michael Horton, membro della Jamestown Foundation, si è spinto ancora più in là, dicendo: “Elementi dell’esercito americano sono chiaramente consapevoli che gran parte di ciò che gli Stati Uniti stanno facendo in Yemen sta aiutando Aqap (Al Qaeda nella penisola arabica, Ndr) e c’è molta angoscia a riguardo”.
Ma perché gli Usa si starebbero appoggiando i sauditi in questo piano? “Per gli Usa, sostenere gli Emirati Arabi Uniti e il Regno dell’Arabia Saudita contro quello che viene chiamato espansionismo iraniano ha la priorità sulla battaglia contro Al Qaeda e persino sulla stabilizzazione dello Yemen”.
Non è una novità nella strategia Usa. Si pensi a quanto successo in Afghanistan nella lotta contro l’Unione sovietica oppure, più recentemente, in Siria per provare a destituire Bashar al Assad.
Al Qaeda e la guerra in Yemen
Il caos scatenato dall’instabilità del Paese ha, proprio come in Siria, favorito l’ascesa dei gruppi jihadisti come lo Stato islamico e Al Qaeda. Quest’ultima, in particolare, ha saputo muoversi con maggiore abilità, trovando anche ottime sponde internazionali (ovvero Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti): “Basta mandare 20 uomini per tornare indietro con 100”, dice un jihadista ad Ap.
Il gruppo terroristico in più di un’occasione è stato la bassa manovalanza di Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. Nel report pubblicato dall’agenzia statunitense si leggono anche alcune tariffe: 26mila dollari sarebbero stati dati a un importante leader jihadista. Chi non viene pagato per togliere il disturbo viene arruolato nelle milizie che combattono gli Houthi.
Quanti sono i morti in Yemen?
Teoricamente, la risposta a questa domanda è semplice: 10mila. Questa almeno è la cifra che si usa abitualmente ed è quella che è stata fornita da un funzionario delle Nazioni Unite nell’agosto del 2016. Ma quella vera, molto più drammatica, potrebbe essere un’altra: 50mila. Lo sostiene il Washington Post, aggiungendo che ogni giorno morirebbero in Yemen, a causa di diverse malattie tra cui il colera, almeno 130 bambini.