La conquista della città di Bakhmut non è coincisa con la fine della battaglia. Lo ha lasciato intendere lo stesso Evgenji Prigozhin, fondatore della compagnia Wagner, quando nei giorni scorsi ha parlato dell’avanzata dei suoi uomini. In particolare, il leader dei mercenari russi ha confermato la presa degli ultimi isolati urbani di Bakhmut ancora in mano ucraina, senza accennare alla fine definitiva dei combattimenti.
E in effetti per le forze ucraine presenti attorno la cittadina del Donbass poco è cambiato. Si sparava prima dell’annuncio di Prigozhin e si continua a sparare adesso. A evidenziarlo sono stati alcuni inviati tra le forze di Kiev del Washington Post, in un reportage realizzato nei giorni scorsi. Per gli ucraini, secondo i soldati intervistati, la perdita di Bakhmut ha inciso più sul lato emotivo che strategico. Per loro adesso è importante capire quali saranno le intenzioni degli alti comandi.
La battaglia attorno Bakhmut
I giornalisti del Washington Post si sono recati nelle cittadine di Kostjantynivka e Chasiv Yar. Si tratta di due presidi ucraini immediatamente a ovest di Bakhmut. Qui vengono ospitate le basi logistiche dell’esercito ucraino impegnato lungo questo fronte. Qualsiasi comunicazione di Kiev, in queste due cittadine strategiche viene recepita e portata sul campo di battaglia. La conquista russa degli ultimi palazzi della cinta urbana di Bakhmut non ha modificato le attività, né a Kostjantynivka e né a Chasiv Yar. Vuol dire, come sottolineato dal Washington Post, che la battaglia sta proseguendo e che sia gli ucraini che i russi sono impegnati nell’attuazione delle rispettive strategie.
L’unica vera novità in questo mese di maggio è stata rappresentata dallo spostamento di gran parte dei combattimenti dal centro cittadino alla periferia. E, in particolare, alla periferia sud occidentale. Non è una sorpresa, né una novità: qui già nei giorni scorsi si è parlato di prima iniziale controffensiva ucraina. Le forze di Kiev hanno guadagnato almeno un chilometro, un dato non indifferente considerando la natura di una battaglia che si sta svolgendo soprattutto tra le trincee.
A operare attorno Bakhmut per gli ucraini è il 24esimo Battaglione d’assalto, inglobato all’interno della 53esima Brigata meccanizzata. I reporter del quotidiano Usa hanno parlato con alcuni membri del Battaglione. Sono stati loro a confermare la prosecuzione dei combattimenti. Si sta cercando in questi giorni di premere sul fianco sud occidentale per costringere sempre più i russi sulla difensiva. Un loro indietreggiamento potrebbe portare a un primo accerchiamento ucraino di Bakhmut.

Come cambia lo scenario dopo l’addio della Wagner
Intanto, dall’annuncio della presa della città, sono cambiati i protagonisti della battaglia. Per i russi non ci sono più i contractors della Wagner. Prigozhin li ha ritirati dopo la conquista dell’ultima porzione di città. Contestualmente, ha lasciato il testimone ai soldati dell’esercito regolare. Per gli ucraini questa rappresenta una notizia positiva. “Combattere con le forze regolari russe non è così difficile come combattere con Wagner”, ha dichiarato al Washington Post uno dei soldati del 24esimo Battaglione d’assalto. I mercenari hanno impiegato tattiche molto insidiose per gli ucraini. Spesso i combattenti di Prigozhin si sono nascosti nelle trincee o in bunker improvvisati durante gli assalti ucraini. In questa maniera, hanno potuto contrattaccare colpendo le forze di Kiev nelle retrovie.
È così che la Wagner ha potuto garantirsi una lenta ma inesorabile avanzata nella fase urbana della battaglia. C’è poi un altro aspetto da considerare. In quanto compagnia privata, la Wagner agli occhi dell’opinione pubblica russa può permettersi un alto numero di perdite. Gli stessi combattenti, a volte reclutati tra i carcerati, non hanno molto da perdere e sono disposti a fare operazioni che i soldati regolari non farebbero oppure non verrebbero indotti a fare. Gli uomini del 24esimo Battaglione sperano quindi di sfruttare questa situazione. Anche se non tutti sono convinti che la Wagner a Bakhmut si sia realmente fatta da parte.
L’attesa di nuovi ordini
L’impressione è che a Kiev corrano due opposte linee di pensiero. Da un lato c’è chi vorrebbe sfruttare l’inerzia lungo il quadrante sud occidentale di Bakhmut e puntare a un accerchiamento. Dall’altro invece, c’è chi fa notare che per raggiungere un simile obiettivo occorrerebbe comunque un importante dispendio di uomini e mezzi, vitali probabilmente per aprire una breccia su altri fronti da cui potrebbe scattare la tanto attesa controffensiva.
I soldati stanziati a Kostjantynivka e Chasiv Yar aspettano solo precisi segnali. Nel frattempo proseguono il lavoro per come sempre fatto negli ultimi mesi. Per loro la caduta della città di Bakhmut, stando almeno a quanto dichiarato sul Washington Post, ha toccato un aspetto più mentale che di altro tipo. “Vedere i russi passeggiare come se fossero a casa loro tra i palazzi che usavamo noi in estate – ha ammesso un membro del 24esimo Battaglione – è un colpo al morale”.