Sarà il più grande dispiegamento di forze sul suolo europeo dalla fine della Guerra Fredda. Ventimila soldati statunitensi atterreranno nel Vecchio continente per prendere parte ad una mastodontica esercitazione militare, e alcuni loro di loro resteranno in Polonia: dislocati in una base avanzata che il Pentagono aveva annunciato di voler stabilire. Le manovre, come sempre, guardano alla Russia e alla Cina, quali “teorici” avversari da cui gli Stati Uniti e la Nato devono guardarsi.

L’esercitazione che il Pentagono sta pianificando per questa primavera si chiamerà “Defender-Europe 20”, e già il nome esprime da solo il senso dell’esercizio che riverserà sul suolo est-europeo una forza complessiva di 37mila soldati della Nato; dotati di mezzi e attrezzature per simulare su vasta scala la “difesa” dell’Europa un esercito di pari entità che venisse impiegato in un teorico conflitto convenzionale da una potenza rivale. Oltre, ovviamente, a proiettare la forza degli eserciti occidentali sulla terra di confine tra l’Alleanza Atlantica e il grande orso russo. “L’esercitazione aumenterà la prontezza strategica e l’interoperabilità esercitando la capacità dell’esercito americano di spostare rapidamente una grande forza di combattimento di soldati e equipaggiamenti dagli Stati Uniti all’Europa e, al fianco di alleati e partner, rispondere rapidamente a una potenziale crisi”, ha spiegato il Pentagono. Che con la sua spesa militare, continua a fare da scudo alle potenze del Vecchio continente, che, senza l’intervento risoluto degli Stati Uniti, difficilmente sarebbero in grado di contrastare con i loro eserciti una vera e propria invasione lanciata da una potenza come quella russo, o quella cinese: per potenza di fuoco, tecnologia e numero.

Come di consueto si tratterà di manovre militari interforze, cui prenderanno parte contingenti di numerose nazione europee, sotto la guida dell’Us Army, che intende mostrare al mondo la “capacità ineguagliabile dell’esercito americano di proiettare rapidamente forze in tutto il mondo mentre opera a fianco dei nostri alleati e partner in più domini contestati”. Queste le parole del vice capo dello staff dello US Army. Per la Nato invece, l’obiettivo è quello di consolidare la prontezza di operazione all’interno dell’alleanza e scoraggiare potenziali avversari. E probabilmente anche quello di saggiare la capacità di interagire delle diverse forze armate, in attesa di un esercito europeo del quali si sente parlare da anni ma che non sembra poter essere davvero realizzato. Gli Stati Uniti hanno inoltre reso noto che il 1st Cavalry Division resterà in Polonia dopo l’esercitazione, stabilendo un quartier generale avanzato a Poznan.

Dall’altra parte – sul fronte “occidentale” – nulla di nuovo in merito alla reazione della Russia, che in questi casi accusa a sua volta la Nato di prepararsi ad un conflitto militare su larga scala. Per il capo di Stato Maggiore delle forze armate russe, Valerij Gerasimov, le imponenti esercitazioni militari condotte dai paesi membri della Nato non possono voler dire altro. Non tenendo mai conto del timore che i paesi baltici nutrono nei confronti del Cremlino, e per il quale invocano la deterrenza dell’Alleanza Atlantica. “Nei Paesi baltici e in Polonia, nelle acque del Mar Nero e del Mar Baltico, l’attività militare si sta intensificando. L’intensità  delle manovre militari del blocco atlantico sta aumentando. Queste attività indicano una preparazione mirata della Nato all’uso delle sue truppe in un conflitto militare su vasta scala”, ha dichiarato il generale attraverso l’organo di stampa del ministero della Difesa russo, Zvezdalda.

Se infatti Stati come Polonia, la Bielorussia, Lettonia, Lituania ed Estonia sono terrorizzati dall’ipotesi che la Russia possa lanciare, dal territorio continentale o dall’exclave di Kaliningrad un qualsiasi tipo di operazione militare che ricalchi gli avvenimenti della crisi di Crimea (e della seguente annessione); Mosca sembra patire una sorta di “sindrome di accerchiamento”, nonostante siano state proprio le scelte fatte nella crisi di Crimea a “freddare” i rapporti con la Nato. Tuttavia, il Pentagono non guarda solo alla Russia come potenziale avversario in una guerra del futuro; ritenendo che la proiezione di forza in Europa possa valere come messaggio di forza e deterrenza “valido” anche per la Cina.